Politica

Renzi: "Il governo del cambiamento è nato da una cena privata a casa di un costruttore romano"

L'ex segretario Pd: "Sulle vicende romane siamo garantisti, per noi si è colpevoli quando si viene condannati con una sentenza passata in giudicato". Ma parla di "governo del Gattopardo". E dice: "Non faremo come loro che sarebbero andati sotto il Campidoglio a gridare onestà, onestà". Su Salvini: "Mi vergogno del suo linguaggio"

2 minuti di lettura
"A quanto sembra, il governo del cambiamento è nato da una cena privata a casa di un costruttore romano. Più che il governo del cambiamento, si direbbe il governo del Gattopardo". Matteo Renzi dà l'appuntamento su Facebook per le 16.30 e compare in diretta da una stanza gialla piena di libri. "Facciamo due chiacchiere?", scrive e lancia l'hashtag #altracosa, che sarà il filo rosso dell'intero intervento social. "Dobbiamo continuare a fare una battaglia seria e civile per dire che noi siamo un’altra cosa".

L'ex segretario del Partito democratico passa in rassegna le ultime vicende che hanno interessato le forze politiche di maggioranza. A partire dallo scandalo romano intorno allo stadio in costruzione: "Noi non faremo come loro, che sarebbero andati sotto il Campidoglio a urlare 'onestà, onestà'. Noi siamo diversi, siamo garantisti, per noi si è colpevoli quando si viene condannati con una sentenza passata in giudicato. Non facciamo risuonare il tintinnio di manette come quel signore che è diventato sottosegretario agli esteri", dice Renzi nella sua e-news settimanale. "Però, che hanno fatto i romani per vedere sfumare così tante occasioni? Prima le Olimpiadi, poi lo stadio?", è la domanda provocatoria.

Poi passa a Matteo Salvini, duramente criticato per la vicenda Aquarius. "Se vuoi che l’Europa cambi rotta, vai alle riunioni europee anziché saltare tutti gli appuntamenti. Questa è la politica", attacca con riferimento all'assenteismo della Lega sulla riforma di Dublino. "Per la propaganda invece basta bloccare una nave, mentre altre attraccano tranquille in Italia, e farci del cinema con parole stile: “La pacchia è finita, la crociera cambia destinazione”. Per la memoria di tutti quelli che sono morti in mare, mi vergogno di questo vocabolario", ha scritto Renzi.

Matteo Renzi si toglie un paio di sassolini dalle scarpe anche sul suo governo. "Di Maio dice che io avrei venduto l'Italia per 80 euro, scambiando la flessibilità con l' immigrazione. Basta guardare le agende per capire che è una frase falsa", spiega. "Ma gli 80 euro vengono presentati a marzo 2014, l'operazione Tritone arriva mesi e mesi dopo".

"Il fatto che i rifugiati sbarchino in Italia", aggiunge, "non dipende da una scelta del mio governo ma dagli accordi di Dublino del 2003, ai tempi in cui Di Maio frequentava ancora la scuola e Berlusconi era il premier. Con Tritone abbiamo solo preteso di decidere noi in quali posti mandarli per evitare che le varie navi scegliessero a piacere il porto creando situazioni di ingorghi senza coordinamento. Atteso che dovevano venire in Italia, per legge, abbiamo preteso di coordinare gli sbarchi per evitare di lasciarli tutti a Pozzallo. Ma inserire la storia degli 80 euro è una bugia bella e buona", precisa.

La conclusione, però, è dedicata allo sport: "Io rosico tanto, non per la politica, ma perché l’Italia non è ai mondiali. In bocca al lupo a Gianluca Rocchi, unico italiano in campo".

Intanto Filippo Sensi, ex portavoce dello stesso Renzi e di Gentiloni, ora deputato Pd alla Camera, sceglie la satira per lanciare una frecciatina al Movimento 5 stelle. La caricatura di Bonafede si rivolge in romano a Virginia Raggi: "Ah Virgì, t'ho detto fidate, è uno preciso, è uno dei nostri". Il riferimento è al costrutture romano Luca Alfredo Lanzarone.


 
I commenti dei lettori