Politica

Salvini critica la copertina dell'Espresso. Il direttore Damilano: “Giudichino i lettori, il Ministro è esperto di insulti”

I social si schierano, la prima pagina del settimanale diventa un caso politico con l'attacco via Twitter del ministro dell'Interno

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ROMA - Da una parte, Aboubakar Soumahoro, il sindacalista italiano di origine ivoriana che si batte per i diritti dei braccianti, oggi in corteo a Roma. Dall'altra, Matteo Salvini, il ministro (italiano) dell'Interno che vuole bloccare i migranti. Entrambi in copertina sull'Espresso in edicola domenica 17 giugno sotto il titolo che riprende il romanzo di Elio Vittorini "Uomini e no". Da che parte state?,  chiede il settimanale. E i social si schierano, si dividono, la copertina diventa un caso politico con l'intervento via Twitter di Matteo Salvini. Il ministro attacca L'Espresso: "Alla faccia del giornalismo, ormai alla sinistra rimangono bugie e insulti. Mi fanno tenerezza". E allega l'emoticon di un bacio.
"Di bugie e insulti la Lega di Salvini è esperta da anni: i dati amplificati sull'immigrazione per creare la percezione di un'invasione che non c'è, il dileggio dell'avversario politico", replica il direttore dell'Espresso Marco Damilano. "A noi interessa reagire e rappresentare la voce di quella parte di società italiana che non si rassegna a un governo e a un politico impegnato in una campagna elettorale permanente sulla pelle dei migranti e di chi dissente. Un politico che da anni discrimina tra cittadini di serie A e di serie B. Chiediamo ai lettori di giudicare chi sia l'uomo tra un ministro sicuro del suo potere politico e mediatico e un sindacalista di strada che difende i suoi fratelli e compagni".

In rete si schierano in tanti, intellettuali e cittadini comuni. "Questa copertina dice alla perfezione cosa siano oggi destra e sinistra, abbattendo gli idola tribus di chi ostenta una fede assoluta nel fatto che esista la gente e non si dia più alcuna differenza", scrive su Facebook lo scrittore Giuseppe Genna. E Michela Murgia su twitter: "In un momento storico chiaro come questo, la forza di una presa di posizione altrettanto chiara fa bene al cuore e alla rettitudine della schiena".

 
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