Politica

Salvini: "Sul censimento dei rom non mollo". Poi cambia idea: "Non è una priorità"

Matteo Salvini (ansa)
Il premier Conte adotta la linea morbida: "Il censimento sarebbe incostituzionale. Voglamo solo mandarli a scuola". E anche Di Maio boccia la proposta leghista. La commissione Ue: "No a espulsioni su base etnica". Renzi: "No al modello Usa della paura". 
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ROMA - "Censimento dei Rom e controllo dei soldi pubblici spesi. Se lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è razzismo. Io non mollo e vado dritto! Prima gli italiani e la loro sicurezza". Lo scrive il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, su Twitter. E posta su Facebook la foto dell'abbattimento a Carmagnola, in provincia di Torino, di una casa abusiva in un campo Sinti non autorizzato.

Però nel pomeriggio smorza i toni e annuncia:  "Questa del censimento nei campi rom, non è una priorità, quella è la sicurezza, i migranti. Ad ogni modo lavoreremo in futuro con i sindaci, sapendo che questo tipo di controlli esistono da anni, ovunque, portati avanti da amministrazioni di tutti i colori politici".

Il ministro dell'Interno aggiunge rispetto al censimenti: "Vorrei sottolineare che non sono di carattere etnico: la razza non m'interessa. Nei campi - aggiunge - possono vivere anche esquimesi, finlandesi, controllerei lo stesso che siano in regola, che portino i figli a scuola".

Una linea che è condivisa con Giuseppe Conte.  Di fronte al montare della polemica, Palazzo Chigi dirama una nota in cui si legge: "Qui nessuno ha in mente di fare schedature o censimenti su base etnica, che sarebbero peraltro incostituzionali in quanto palesemente discriminatori. Il nostro obiettivo è individuare e contrastare tutte le situazioni di illegalità e di degrado ovunque si verifichino, in modo da tutelare la sicurezza di tutti i cittadini".

Parole che fanno tirare una conclusione definitiva a Luigi Di Maio: "Mi fa piacere che Salvini abbia
coretto il tiro: censimenti su base razziale non si possono fare. Controlli per la sicurezza dei campi rom e dei bambini sono cosa diversa. Ma se si parla di censimenti su base razionale, no.", dice il vicepremier grillino nel salotto di Porta a Porta. 


Anche Conte punta sul problema dell'educazione dei giovani rom. "Per quanto riguarda le comunità rom, scrive il premier -  ben vengano iniziative - peraltro già sperimentate negli anni in varie città italiane - mirate a verificare l'accesso dei bambini ai servizi scolastici, alla luce del fatto che non di rado vengono tenuti lontani dai percorsi obbligatori di istruzione e formazione cui ogni minore ha diritto"". 


Il toni diverso del pomeriggio, rispetto alla prima risposta a "muso duro" del vicepremier alle polemiche sulla sortita sui rom di ieri forse è frutto della risposta che è arrivata dall?Europa.  "Non si può espellere un cittadino europeo su base etnica", afferma un portavoce della Commissione, Alexander Winterstein, che aggiunge: "Non escludo che prenderemo contatto con le autorità italiane" sui piani per il censimento, sottolineando di non voler entrare nei dettagli perchè la "pratica costante" della Commissione è di "non commentare dichiarazioni di altri".


E in mattinata ha fatto sentire la sua voce da Parigi, anche il commissario Pierre Moscovici: "Anche se interferire negli affari interni di un Paese, commentare questa o quell'altra dichiarazione scioccante o raggelante, può essere una tentazione a cui è estremamente difficile resistere, resisterò con tutte le forze", afferma. Al tempo stesso, però, Moscovici avverte l'Italia: "La Commissione Ue eserciterà le sue competenze con le regole di cui dispone. Regole in materia economica e finanziaria ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto. Sono le nostre regole comuni e vanno rispettate da tutti".

Contrastanti, invece, le reazioni interne alla linea del capo del Viminale. Se, da un lato, l'ex presidente della Camera Laura Boldrini parla di "disumanità al potere" e lo accusa di "stimolare i peggiori istinti del Paese per sviare l'opinione pubblica dai veri problemi ai quali non sa dare risposta", altri come Giulia Grillo e l'ex governatore lombardo Roberto Maroni lo difendono. "Salvini ha dei modi forti di dire le cose - spiega la ministra della Salute M5s a Sky tg24 - ma è una modalità di espressione e non un'idea sostanziale". Mentre Maroni, da ex ministro dell'Interno, loda l'iniziativa del leader leghista: "Ho già seguito questa strada, ma sui campi nomadi, per garantire la sicurezza di chi vive in questi luoghi". Anche i governatori di Veneto e Lombardia si schierano con il vicepremier. "
Penso ormai sia chiaro che non c'è nessuna iniziativa di censimento dei rom. C'è solo un osservatorio che sta studiando il fenomeno", afferma Luca Zaia. Mentre il suo omologo lombardo Attilio Fontana aggiunge: "Legittimo sapere chi vive in Italia". Viceversa il sindaco di Napoli Luigi De Magistris afferma incisivo: "Se Salvini alza il tiro, noi pronti alle barricate". E Roberto Speranza, leader di Leu, denuncia il ministro per istigazione all'odio razziale ai sensi della legge Mancino.


Anche il Pd, alla conferenza stampa di presentazione della proposta di legge dem sull'estensione del reddito di inclusione (Rei), condanna con durezza il vicepremier: "La nostra proposta  - afferma il capogruppo alla Camera Graziano Delrio - non è una chiacchiera mentre ne sentiamo molte, ad esempio che si bloccano gli immigrati mentre continuano ad arrivare, che si faranno censimenti che poi non si faranno. Questa invece non è una chiacchiera".

E il segretario reggente Maurizio Martina aggiunge: "Siamo a un punto di non ritorno dal lato del discorso pubblico su questo tema. Noi non abbiamo risposte in tasca ma non dimentichiamo che la prima questione è l'umanità". Mentre l'ex premier Matteo Renzi, in diretta su Facebook, fa una riflessione più generale: "Vorrei che l'Italia che gioca su censimenti razzisti e gioca a fare la bulla nel Mediterraneo, non ci portasse al modello americano - molto bello per alcuni aspetti ma non per la paura dell'immigrazione - al modello delle pistole in classe, al modello della paura".

Sui social, intanto, è partita una campagna contro il ministro dell'Interno con l'hashtag #Salvinischedacitutti. In molti ricordano il razzismo nazista.
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