Politica

Ue, Conte frena sul vertice: "Veto senza intesa su migrantì"

Emmanuel Macron e Giuseppe Conte nella foto twittata dal presidente francese 
Riserva giovedì sera  del premier italiano che intendeva dare un voto sull'intero documento, compresa la parte sull'immigrazione. Poi, nella notte, segnali di disgelo e accordo: Macron twitta una foto mentre è al lavoro con il capo di Palazzo Chigi
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BRUXELLES - Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si era riservato giovedì sera di valutare il voto sull'intero documento delle conclusioni del Consiglio Europeo, che ha un unico numero di protocollo, non solo su una parte. Ma nella tarda serata di giovedì è lo stesso presidente francesce, con un tweet, ad annunciare il disgelo. Nella notte l'intesa: concessioni ai paesi di Visegrad e 500 milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo per rifinanziare il trust Fund per l'Africa. La Germania ottiene la limitazione dei movimenti secondari. Altri sei mesi di sanzioni alla Russsia.

  "Responsabilità e solidarietà sono al centro del nostro lavoro sulla sfida della migrazione", è un altro tweet del presidente fancese.

E per essere più convincente, posta una foto che ritrae lo stesso Macron (in camicia e cravatta) insieme al premier italiano (che ha mantenuto la giacca), impegnati su un tavolo a redigere un documento. Per Conte, insomma, la minaccia del veto ha avuto un risultato: quello di far sedere al tavolo delle trattative, in un 'bilaterale', il presidente d'Oltralpe con il quale nei giorni scorsi c'era stata una forte tensione.

Conte aveva posto nel pomeriggio una riserva: per approvare le conclusioni del Consiglio Europeo occorre prima trovare un'intesa sul punto più delicato, quello delle migrazioni. Forse il tavolo Conte-Macron può portare a uno sblocco dell'impasse.

In attesa di un eventuale intesa sui migranti, la conferenza stampa prevista al termine della prima parte del Consiglio europeo era stata dunque cancellata perché, ha fatto sapere il portavoce, Donald Tusk, l'Italia aveva messo "la riserva sull'intero progetto di conclusioni". L'incontro con la stampa con
• IL RETROSCENA: LA LINEA DURA DEL GOVERNO ITALIANO ANNUNCIATA DA CONTE
S'è avverato dunque quanto il presidente del Consiglio italiano aveva annunciato nel pomeriggio. "Se questa volta non dovessimo trovare disponibilità da parte degli altri Paesi europei - aveva dichiarato appena arrivato a Bruxelles per il Consiglio europeo che si chiuderà domani - potremmo chiudere questo Consiglio senza approvare conclusioni condivise".  Conte aveva messo sul tavolo la minaccia più grave: il veto italiano per rendere vano l'esito dell'eurosummit, nel caso in cui gli altri Paesi guida, Germania e Francia in testa, non dovessero venire incontro alle richieste di Roma.

Va anche detto che, se l'Italia non sottoscrivesse le conclusioni del vertice, tornerebbe a casa con un nulla di fatto per quanto riguarda le richieste, sbandierate per settimane dai leader della Lega e del M5s in tema di immigrazione. In più, una dinamica del genere innescherebbe con ogni probabilità un irrigidimento generale di Schengen, con il rischio di un raffreddamento dei rapporti tra alcuni Paesi sulla gestione delle frontiere comuni. Nel pomeriggio il presidente francese Emmanuel Macron aveva chiesto un bilaterale con Conte prima dell'avvio del vertice.

Ma i tempi erano diventati troppo stretti per i precedenti impegni presi dal premier italiano (il colloquio con Antonio Tajani e poi con Angela Merkel). I consiglieri diplomatici hanno lavorato fino all'ultimo per cercare di ricavare il tempo necessario per lo scambio, tanto che Conte è entrato al tavolo del Consiglio europeo con qualche minuto di ritardo, ma non è stato possibile ritagliarlo.

"Arriviamo a questo Consiglio europeo con proposte ragionevoli - ha affermato il capo dell'esecutivo - e in linea con lo spirito e i principi europei. Compromessi al ribasso non li accetteremo. L'Italia la sua buona volontà l'ha sempre dimostrata". L'affondo rivolto agli altri partner era chiaro già nella premessa del suo ragionamento: "In questi anni l'Italia ha ricevuto manifestazioni di solidarietà a parole, ma qui voglio dirlo chiaro: questa è l'occasione in cui gli altri Paesi europei possono finalmente dimostrare questa solidarietà con i fatti".

Il tema è sempre lo stesso: i migranti e la richiesta di Conte di distribuire tra i Paesi dell'Unione con quote prestabilite e obbligatorie chi arriva in Europa senza diritto d'asilo, prima di rendere operativo il rimpatrio. Un punto su cui i Paesi del club di Visegrad e la prossima presidenza di turno dell'Unione continuano a opporsi.

"La solidarietà a parole non basta più, ci aspettiamo fatti concreti - aveva insistito allora Conte - Oggi toccheremo con mano se la solidarietà europea esiste o meno. Se dalle parole si vuole passare ai fatti. Questo Consiglio europeo oggi potrà essere uno spartiacque tra un prima e un dopo nell'approccio del fenomeno migratorio. Capiremo - aveva concluso - se davvero l'Europa vuole gestire in maniera solidale il fenomeno migratorio".
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