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Gay Pride, scontro Lega-M5s. Spadafora: "Non si torna indietro sui diritti". Il ministro Fontana: "Parla a titolo personale"

Il sottosegretario alle Pari opportunità ha preso parte alla manifestazione a Pompei. "Nei prossimi giorni parlerò con il ministro della Famiglia". Ma l'esponente del Carroccio lo liquida su Facebook: "Non ci rappresenta"

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ROMA - "Sono qui per testimoniare il mio sostegno e quello del governo. So che in una parte del governo non c'è la stessa sensibilità ma l'Italia non tornerà indietro, non si perderanno i diritti conquistati". Il sottosegretario alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora partecipa al Pompei Pride in rappresentanza dell'esecutivo gialloverde. Una risposta, seppure indiretta, ai colleghi di governo che nelle ultime settimane hanno espresso idee di segno decisamente opposto. Prima il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana che, appena insediato, ha dichiarato: "Le famiglie arcobaleno secondo la legge non esistono". E poi il vicepremier Matteo Salvini, rilanciando sulla stessa linea: "Farò tutto quello che è legalmente, umanamente e civilmente possibile fare perché la mamma continui a chiamarsi mamma e il papà continui a chiamarsi papà". Parole che sembravano minacciare le recenti conquiste delle famiglie omogenitoriali, registrate all'anagrafe dai comuni di Torino e a Milano.

"Nel contratto di governo non ci sono questioni riguardanti il mondo Lgbt, ma convocherò prestissimo le associazioni di settore per avviare un percorso di ascolto e confronto", assicura il sottosegretario Spadafora. "Nessuno mi ha chiesto di non esserci, altro che veti. Nei prossimi giorni parlerò con il ministro Fontana. Sono sicuro che non ci siano pregiudizi e non ci siano pregiudizi sull'argomento", aggiunge, pur ammettendo la presenza di diverse "sensibilità" all'interno dello stesso esecutivo. Ma dopo qualche ore arriva prontamente la replica su Facebook del ministro Fontana, come a smentire le speranze di confronto di Spadafora: "Con tutto il rispetto, il sottosegretario Spadafora parla a titolo personale, e non a nome del governo, né tantomeno della Lega. Per quanto ci riguarda, la famiglia che riconosciamo e sosterremo, anche economicamente, è quella sancita e tutelata dalla Costituzione".


Già questa mattina due parlamentari campani della Lega, il sottosegretario con delega al Sud Pina Castiello e Gianluca Cantalamessa, si erano detti contrati a far passare il corteo davanti al santuario di Pompei: "La scelta di manifestare dinanzi al Santuario può essere interpretata come una mera provocazione, più che una manifestazione per rivendicare diritti", hanno detto, sottolineando comunque "il diritto a manifestare garantito dalla Costituzione a tutti i cittadini". All'evento partecipano anche la senatrice dem Monica Cirinnà, prima firmataria della legge sulle unioni civili e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. "Sono pronta a parlare con tutti per portare a casa il risultato, ovvero la difesa dei diritti civili", dice la senatrice dem, in risposta alla presenza di Spadaforza. Secondo una prima stima a sfilare sono in circa tremila, tra cui anche molte famiglie e bambini. In testa alla sfilata, un lungo striscione di apertura:  "R-esistiamo per tutte, per tutti", un'altra replica alle parole del ministro Fontana. Nel corso del pomeriggio sono state moltissime le manifestazioni di solidarietà rivolte al sindaco della vicina San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, presente al Pride, che proprio oggi ha ricevuto una busta contenente due proiettili e un messaggio intimidatorio: "Gay di m...".

La partecipazione di Spadafora al Pride ha subito acceso la polemica fra gli esponenti politici ultracattolici. "Per la prima volta nella storia della Repubblica un membro del Governo, il sottosegretario alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora, sostenitore delle adozioni da parte delle coppie gay", dice Carlo Giovanardi, "rappresenta ufficialmente l'esecutivo ad una manifestazione di cui sono noti i toni sguaiati, volgari e offensivi nei confronti di convinzioni religiose radicate nel popolo italiano". L'affermazione dell'ex senatore e ministro è però falsa. Già in passato è accaduto che personaltà di governo prendessero parte alla manifestazione. Fra gli altri, le ex ministre alle Pari opportunità Mara Carfagna nel 2008 e Barbara Pollastrini nel 2006.

"Sarebbe meglio si dedicasse ad altro", commenta anche Lucio Malan, vice capogruppo vicario di Forza Italia al Senato, "viste le posizioni già assunte in passato e ora con l'adesione al Pompei Pride, che non è semplicemente quella festa spesso sguaiata, talora oscena, che appare, ma ha un ampio e dettagliato manifesto politico, che include la richiesta dell'indottrinamento dei bambini a scuola in materia di omosessualità e le adozioni gay". Malan estende la sua critica all'intero Movimento: "Tutto coerente con la linea sempre tenuta dal M5s in Parlamento", conlude, "ma è inquietante che questo ora sia sostenuto dall'esponente di Palazzo Chigi che ha l'incarico di occuparsi di queste cose".



 
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