Politica

Forza Italia, Berlusconi nomina Tajani suo vice. Galliani coordinatore dei dipartimenti

Silvio Berlusconi e Antonio Tajani (ansa)
Il leader forzista, nel restyling del partito, punta su un ruolo crescente di esponenti della società civile. Ma intanto si concentra sulla battaglia per le commissioni di garanzia. E insiste sulla presidenza della Vigilanza
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Silvio Berlusconi prova a cambiare marcia. A riorganizzare un partito sempre più prosciugato - stando ai sondaggi - dalla forza di attrazione della Lega. La mossa più importante, di cui si parla da tempo ma che finora non era mai scattata, è quella di Antonio Tajani vicepresidente del partito. È in linea con quell'investitura forte arrivata in campagna elettorale, quando Tajani fu scelto da Berlusconi come candidato premier di Forza Italia. Altro ruolo di peso va ad Adriano Galliani - da sempre uomo di fiducia del Cavaliere - a cui viene affidato il settore Dipartimenti del Movimento.

È l'esito di una riunione fiume iniziata alle 11 e andata avanti per tutto il giorno. Perché il Cavaliere mancava da Roma da tempo. E ha provato a risolvere una serie di nodi rimasti in sospeso. Nella riorganizzazione del partito, sembra voler puntare su congressi comunali e provinciali in tutta Italia. In più dice di voler tornare al cosiddetto "spirito del 94" con spazio sempre maggiore per esponenti della società civile. Esponenti che andranno a formare la cosiddetta consulta del presidente destinata ad affiancare i responsabili dei nuovi dipartimenti.
Berlusconi è poi più che mai motivato nella battaglia per le commissioni di garanzia. E punta sulla presidenza della Vigilanza. Un ruolo chiave in vista anche del rinnovo dei membri del Cda della Rai. I nomi in pole restano i soliti: Maurizio Gasparri, Paolo Romani e Alberto Barachini che pare essere in vantaggio. L'argomento è stato anche oggetto di un incontro al Senato tra Anna Maria Bernini, presidente dei senatori Fi, e il capogruppo dem Andrea Marcucci. Con il Nazareno che insiste per ottenere la guida del Copasir. Nel complicato puzzle deve inserirsi anche Fratelli d'Italia che non vuole rinunciare alla partita della giunta per le elezioni e le autorizzazioni.
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