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Rai, cda nomina Marcello Foa presidente: "Logiche partitocrazia estranee ai miei valori"

Marcello Foa (ansa)
M5s e Lega insistono sul loro candidato. Fnsi-Usigrai: "Cda piegato a diktat". Pd: "Domani la commissione Vigilanza impartirà una lezione a M5s-Lega". L'approvazione da parte dell'organo di controllo parlamentare infatti è a rischio: mancano 4 voti e Forza Italia ha annunciato il suo voto contro. Fabrizio Salini ad
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ROMA -  Via libera del cda Rai a Marcello Foa presidente, Fabrizio Salini amministratore delegato. In cda Rita Borioni (Pd) ha votato contro la nomina di Foa alla presidenza, mentre Riccardo Laganà, consigliere eletto dai dipendenti della tv pubblica, si è astenuto. "Mi sono astenuto - ha spiegato Laganà - perché il metodo con il quale sono stati nominati amministratore delegato e il presidente forse meritava un po' di riflessione in più. Noi auspicavamo di avere un dibattito pubblico".

"La Rai - ha dichiarato Foa - è una risorsa per il Paese e non solo per l'informazione, risorsa che va onorata e difesa nell'interesse esclusivo dei cittadini. Le logiche della partitocrazia sono estranee ai miei valori e alla mia cultura che, invece, contemplano un solo impegno incrollabile: quello nei confronti di un giornalismo libero, trasparente e intellettualmente onesto, senza pregiudizi ideologici. Attendo con rispetto il voto della commissione parlamentare di Vigilanza della Rai".

La nomina di Foa è stata fin dall'inizio contestata dal Pd. "Chi troppo vuole, nulla stringe - afferma il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci - conto che domani la Vigilanza impartisca una bella lezione a Luigi Di Maio e a Matteo Salvini. Foa non può essere il presidente di garanzia che la legge impone per la Rai. Il prossimo candidato sia scelto sulla base di una professionalità indiscussa, e non perché amico di un leader".

Duro il commento dei sindacati. Il Cda Rai "si è piegato al diktat, svelando già al primo atto la totale sudditanza al governo" e "siamo di fronte a una violazione di fatto delle norme", dichiarano in una nota congiunta Fnsi e Usigrai. "A questo punto - dicono i sindacati dei giornalisti - la Rai rischia di avere non solo l'ad ma anche il presidente indicato dal governo: una colpo mortale all'autonomia e all'indipendenza del servizio pubblico. Valuteremo le prossime iniziative per assicurare il rispetto delle norme e delle sentenze europee e della Corte costituzionale".

Il nuovo cda a 7 membri - 4 eletti dal Parlamento, Rita Borioni (Pd), Beatrice Coletti (M5S), Igor De Biasio (Lega), Gianpaolo Rossi (Fdi), Riccardo Laganà (eletto dai dipendenti Rai), Fabrizio Salini e Marcello Foa (scelti dal governo) - si sono riuniti per la prima volta in Viale Mazzini per formalizzare le nomine di Salini come ad e del presidente, che l'esecutivo ha indicato in Foa, contestato dal Pd ma anche da Forza Italia. Domani, alle 8.30, la Vigilanza sarà chiamata a dare il suo ok vincolante a maggioranza di due terzi sul presidente, e i voti azzurri saranno determinanti.

La candidatura alla presidenza di Marcello Foa proposta dal governo era stata messa a rischio dal no di Forza Italia. Prima del voto del cda era spuntata l'ipotesi che al posto di Foa potesse andare un altro consigliere di amministrazione, Giampaolo Rossi, eletto dalla Camera nel cda Rai  su indicazione di Fdi e dal profilo sovranista non meno marcato di quello di Foa.

Il passaggio più delicato resta quello di domani a San Macuto in Commissione Vigilanza presieduta dal senatore azzurro ed ex giornalista Mediaset Alberto Barachini. I componenti sono 40 e per ratificare il presidente servono 27 voti (a scrutinio segreto). La maggioranza giallo-verde può contare su 21 voti (14 del Movimento Cinque Stelle e 7 della Lega), più 2 di Fratelli d'Italia, che con Giorgia Meloni ha assicurato il sì a Foa: "Non ho condiviso il metodo sulla scelta. Ma essere sovranisti in Italia non è reato". Ne mancano, dunque, 4 all'appello: con il Pd e Leu sulle barricate, l'ago della bilancia è Forza Italia, che con Antonio Tajani conferma il suo no a Foa. Forza Italia, in particolare, voterà contro Foa: questa è l'indicazione che sarà data agli esponenti azzurri in commissione. Se Foa sarà bocciato, Forza Italia si attende un altro nome dal ministro del Tesoro Giovanni Tria auspicando però un metodo più adeguato: che sarebbe quello del confronto prima di fare delle scelte che coinvolgono tutte le forze politiche e non solo una parte.

 
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