Politica

La mano tesa di Bersani a Camusso (e Grillo)

Anche nei rapporti fra il governo e i sindacati si riproduce lo stesso schema che divide in modo insanabile il Pd e la sinistra di Bersani e D’Alema. La proposta del premier Gentiloni di blindare in Parlamento nella Finanziaria le proposte sull’eta pensionabile è stata bocciata senza appello dalla leader Cgil Camusso mentre i leader delle altre due sigle sindacali hanno detto sì, anche se con diverse sfumature: ok per la leader della CISL mentre il segretario della UIL tira un po’ sul prezzo. Il no di Camusso non lascia spazio a margini di trattativa. È un no sul merito, certamente, ma che nelle sue modalità sembra collocare la Cgil sullo stesso versante politico di Mdp in una specie di collateralismo con il Partito di Bersani. Così che la mobilitazione annunciata per il 2 dicembre assume le caratteristica di una manifestazione non solo contro il governo, ma anche a sostegno della politica della sinistra-sinistra. Il rifiuto di Bersani di trattare per l’unita del centrosinistra (“se ne parlerà dopo il voto”), non è solo dettato dall’odio per il segretario del Pd, ma obbedisce anche a un calcolo politico preciso: prima Mdp vuole vedere il risultato elettorale e poi deciderà cosa fare. L’ostinazione con cui Bersani cerca il dialogo con i Cinquestelle nonostante le porte in faccia ricevute, l’appoggio esplicito alla candidata grillina nelle elezioni di Ostia domenica scorsa, le convergenze in Parlamento nelle scorse settimane, sono tutti segnali delle reali intenzioni di Mdp per il dopo voto: se I Cinquestelle avessero bisogno dei loro voti per formare un governo, Bersani e D’Alema potrebbero prendere in considerazione l’idea di darglieli. Certo non gratis, ma così come nella giunta di Roma sono confluiti personaggi con una storia di sinistra alle spalle, lo stesso potrebbe accadere anche in un ipotetico governo grillino. Scenari prematuri, ma non per questo del tutto irrealistici. Del resto in molti sondaggi risulta che l’elettorato di sinistra radicale non è ostile al mondo grillino, quanto invece lo è nei confronti del Pd di Renzi.

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