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La promessa di Malagò: "Tempi rapidi per la giustizia sportiva"

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"Ho parlato col sottosegretario Giorgetti e sono il primo a dirgli che su qualsiasi valutazione da fare insieme sui criteri di individuazione dei giudici sportivi sono totalmente disponibile ad ascoltare buoni consigli". È quanto tiene a specificare il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine di un evento a Palazzo H. Sulle possibili migliorie a cui è destinata ad andare incontro la giustizia sportiva, sconcertante in questa lunga estate, il punto principale sarà quello di evitare l'impasse creato con i ricorsi di tanti club che hanno messo a dura prova l'inizio dei campionati di Serie B e C (domani Tar, poi di nuovo collegio di garanzia): "I tempi sono prerogativa indispensabile - sottolinea Malagò - che deve caratterizzare la giustizia sportiva. Ne ho parlato spesso con Giorgetti, servono elementi certi per non avere tempi lunghi e garantire iscrizione ai campionati e regolarità dei calendari". "Quanto successo (in estate con i ricorsi, ndr) deve servire da monito ed esperienza - conclude il capo dello sport italiano - anche se mi fa sorridere sentire che i problemi siano di questa estate. Andate a guardare quanto successo negli anni precedenti, vedete se ci sono stati degli anni senza questo tipo di problematiche. Poi quando le società coinvolte crescono, tutto si complica". Una cosa è certa: d'estate la giustizia sportiva non può andare in ferie, con i campionati che devono partire. Inoltre ci vuole maggiore terzietà, e qualcuno sostiene anche che i giudici di Tar e Consiglio di Stato non dovrebbero fare parte della giustizia sportiva. Inoltre in futuro qualsiasi ricorso su format dei campionati, o penalizzazioni in classifica, su decisioni della Figc e degli organi di giustizia sportiva, sarà possibile solo al Tar del Lazio, in “via esclusiva ed inderogabile”: in questo caso, sarebbe bypassato il Collegio di garanzia dello sport, almeno per quanto riguarda questa materia. Di sicuro la materia della giustizia nello sport sta molto a cuore a Giorgetti, rimasto sconcertato per l'incredibile balletto di questa estate (non ancora finito). Fra il sottosegretario e il Coni ci sono rapporti costanti, e cordiali, pur nelle diverse posizioni: domani, mercoledì, Giorgetti e Malagò si vedranno a Palazzo Chigi in occasione della presentazione della 50a edizione della Barcolana. Potrebbero parlare anche di Giochi 2026.

Figc e sindacato calciatori, chiesto parere al collegio di garanzia sui mandati

La Figc e il sindacato calciatori (Aic) hanno presentato domanda al collegio di garanzia del Coni per avere una risposta in merito alle interpretazioni della legge n.8 del 2018, quella sui mandati (massimo tre). Riguarda la possibile candidatura di Gravina a presidente Figc e molti dirigenti (Lotito, Tommasi, Calcagno, Ulivieri, Perdomi, Perrotta) che potrebbero fare parte del prossimo consiglio federeale. La domanda è stata inviata da Carlo Mornati, segretario generale del Coni, perchè la Figc del commissario Fabbricini e l'Aic non possono farlo direttamente. Non sarà comunque Frattini a decidere ma la risposta arriverà a breve.

Giochi 2026, Erzurum si affida a Putin. E Calgary punta su Whistler...

La partita della candidatura alle Olimpiadi invernali 2026 ormai "è chiusa", nel senso che "sarà a due o a tre, ma in ogni caso Cortina ci sarà'". Lo afferma il governatore del Veneto Luca Zaia, oggi a palazzo Balbi, Venezia, chiedendo formalmente al presidente del Coni, Giovanni Malagò, che, nel caso Torino continui a non voler far parte della candidatura unitaria, "i due dossier Milano Cortina e Torino siano valutati separatamente, in modo che non si dica poi che qualcuno aveva un dossier straordinario e non ce ne siamo accorti". La partita si chiuderà in ogni caso a settembre 2019, con la riunione del Comitato olimpico a Milano, e va detto che nel caso i Giochi si facessero in Italia, arriverebbero 980 milioni dal Cio che poi con sponsor, merchandising e biglietti diventerebbero 1,2 miliardi in ingresso sul territorio. Questo a fronte di un impegno economico a garanzia delle infrastrutture che per Cortina ammonta a 98 milioni di euro, di cui 35 per fare la pista di bob, necessaria solo nel caso in cui Torino non sia effettivamente della partita (ha proposto Cesana). Per questo il governatore, pur sperando che a mettere i soldi sia il governo, conta di recuperarli con l'aiuto dei privati. L'ideale, comunque, sarebbe che Torino tornasse sui suoi passi, tanto più che "il primo agosto il Coni ci ha chiesto uno ad uno se ci andava bene la candidatura a tre e tutti hanno detto di si. Ora tendo la mano a Torino ma decida Malagò", conclude Zaia. Per quanto riguarda le eventuali rivali intanto è tutto in altissimo mare. Stoccolma, quella che potrebbe essere la più pericolosa per Milano-Cortina, si candida, certo, ma entro gennaio il governo (che non c'è, e chissà quando ci sarà) dovrà dare al Cio le garanzie finanziare. Questo è il nodo: passi il fatto che per le gare di bob è stata scelta Sigulda che si trova in Lettonia a centinaia di chilometri dalla Svezia. Il Cio, ormai, chiude un occhio sulle distanze, basta che non si esageri. Calgary (Canada) ad esempio avrebbe scelto Whistler come sede del trampolino, località di villeggiatura che si trova nella Columbia Britannica, sempre in Canada, ma che dista 980 chilometri da Calgary. Inoltre in Canada è previsto un referendum il 13 novembre e per ora i sì prevalgono di stretta misura sui no. Non solo: un problema procedurale potrebbe affondare la candidatura di Calgary, come si sono già perse per strada Sion e Sapporo. Nei guai Erzurum, Turchia: scoperto che non può costruire, ha deciso di fare svolgere le gare di bob, slittino e skeleton a Sochi che si trova in Russia, e dista 700 chilometri (11 ore di viaggio in auto...). E poi c'è un altro problema, Sochi ha ospitato le costosissime Olimpiadi invernali del 2014 (pare che Putin abbia speso 50 miliardi di dollari, la cifra esatta non la sapremo mai) e c'è stato lo scandalo del laboratorio antidoping, cosa che al Cio certo non hanno dimenticato. Insomma, la Appendino forse non si rende conto della occasione unica che stanno gettando (o hanno già gettato) al vento Torino e le sue Valli. C'è sempre tempo comunque per rientrare in corsa.