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Fra riforma del Coni e 7 saggi: Malagò nella morsa del Governo

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In attesa dei re magi, ecco i sette saggi di Giancarlo Giorgetti: a sorpresa (chissà se Malagò e le Federazioni erano stati informati?) il sottosegretario ha varato una squadra del governo, sette saggi appunto, che dovrebbe occuparsi, non si sa come, dei grandi eventi. Sulla Gazzetta Ufficiale è scritto: “Ritenuta la necessità di pianificare in via generale le iniziative funzionali alla promozione di eventi sportivi di rilevanza nazionale e internazionale, al fine di assicurare la migliore riuscita degli eventi e la più ampia partecipazione a tutti i livelli, in modo da rafforzare la dimensione dello sport quale fattore di aggregazione e crescita; Ritenuta la necessità di promuovere il complesso degli eventi sportivi di rilevanza nazionale e internazionale in modi e contesti coordinati, nella piu' stretta collaborazione con altri organismi, comitati o commissioni esistenti sul territorio nazionale e in ambito internazionale o che operano nell'ambito di vari ministeri; nella pianificazione, in via generale, delle iniziative funzionali allo svolgimento dei suddetti eventi sportivi; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 luglio 2018, concernente la struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale e per la promozione di eventi sportivi di rilevanza nazionale e internazionale; Ritenuto pertanto necessario procedere alla costituzione del Comitato per la promozione di eventi sportivi di rilevanza nazionale e internazionale, in modo da assicurare coerenza e tempestività per la celere definizione degli obiettivi di pianificazione strategica e strategica e di complessiva promozione dello sport e degli eventi sportivi di rilevanza nazionale e internazionale; Visti i curriculum vitae dei signori Giovanni Benvenuti detto Nino, Klaus Dibiasi, Eleonora Lo Bianco, Dino Meneghin, Francesco Moser, Arrigo Sacchi, Sara Simeoni; E' istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il «Comitato per la promozione di eventi sportivi di rilevanza nazionale e internazionale». Così sulla Gazzetta Ufficiale: al Coni c'è una struttura che si occupa da tempo, e con ottimi risultati (basta verificare), dell'organizzazione dei grandi eventi, e che tra l'altro sta lavorando già per il 2019 e 2020. Che succederà adesso? I saggi si occuperanno delle scelte o avranno un ruolo solo di immagine? Presidente di questo comitato è Sara Simeoni: decisione che non renderà felice Alfio Giomi, n.1 della Fidal vista che la grandissima atleta si è sempre lamentata di non aver mai trovato spazio nel suo sport come dirigente. C'è anche Arrigo Sacchi, grande allenatore, ora opinionista tv: non è il tipo di stare a guardare, vorrà incidere. Qualche perplessità su questa struttura c'è: ma di questi tempi ormai il governo, 5 Stelle in testa, sembra voler creare problemi a Malagò. La riforma dello sport è in dirittura d'arrivo: la nuova società, Sport e Salute spa, sostituirà la Coni servizi. Malagò lunedì vedrà di nuovo Giorgetti: ci sono da mettere a punto parecchie cose. I soldi alle Federazioni, si sa, non saranno più erogati dal Coni ma questa nuova società di nomina governativa (per ora, come presidente, si sono fatti i nomi di Andrea Abodi e Giancarlo Abete ma la lista potrebbe aumentare...) chiederà un parere a Malagò oppure deciderà di “concerto” col comitato olimpico? Oppure non ascolterà nessuno? Non è una cosa di poco conto. E i saggi, su questo tema, potranno dire la loro anche se molti di loro non hanno grande esperienze di Federazioni?

Malagò il 1 gennaio diventa membro Cio individuale, quindi resterà in carica sino a quando avrà 70 anni. L'11 gennaio a Losanna c'è un passaggio cruciale al Cio: dovranno essere date le garanzie per le candidature olimpiche di Milano-Cortina e Stoccolma (quanta resisterà?). Il 13 dicembre a Palazzo summit da Giorgetti con Malagò, sindaci e governatori: il governo dovrà fare la sua parte. Nel frattempo, il Parlamento entro fine mese dovrebbe approvare la riforma dello sport. Malagò è stato chiaro. Se la riforma fosse passata dal 1 gennaio 2019 si sarebbe immediatamente dimesso dal Coni, quello che alcuni, soprattutto 5 Stelle, si augurano ancora. La nuova società dovrebbe andare a regime entro fine 2019, oppure inizio 2020, proprio l'anno di Tokyo 2020. Il Coni dovrebbe occuparsi solo della preparazione olimpica con uno stanziamento di 40 milioni. Malagò sperava (si è arreso?) di poter concludere il suo mandato senza intoppi, poi nel 2021 non si sarebbe più ricandidato lasciando spazio ad altri (Pancalli? Binaghi?). Ora la situazione si è ingarbugliata: che farà Malagò dopo aver portato a casa i Giochi 2026? Potrebbe anche prendere una decisione clamorosa.