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Giochi 2026: la Svezia ha un governo ora Stoccolma fa più paura

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Ci vogliono 44 voti e la caccia è iniziata ormai da tempo: il 24 giugno prossimo, a Losanna, il Cio assegna le Olimpiadi invernali del 2026. Sono rimaste in corsa Italia e Svezia: l'Italia che schiera il tandem Milano-Cortina (dopo che la Appendino, sbagliando, ha ritirato Torino), mentre la Svezia, patria della neve e che non ha mai avuto i Giochi della neve, manda in campo Stoccolma (più annessi). E attenzione, il fatto che sia stato fatto finalmente un governo di minoranza, anche se ancora fragile, rende questa candidatura ancora più pericolosa. Sino a qualche mese fa si pensava che Stoccolma potesse ritirarsi, le voci erano ricorrenti: l'amministrazione comunale era contraria (e resta contraria), e poi non c'era un governo che potesse dare quelle garanzie richieste dal Cio. Ora le cose potrebbero cambiare, e la corsa potrebbe farsi più complicata per le due candidate italiane. Malagò in questi giorni è a Losanna, al Cio: il suo debutto come membro individuale (quindi non legato alla sua carica al Coni). Cercherà di capire che aria tira e forse, se riuscirà, in febbraio farà un salto ad Are dove si terranno i Mondiali di sci alpino.

Il Cio è stato sin troppo buono con Stoccolma, concedendo una deroga in attesa appunto che si formasse il governo: ma a Losanna sono disperati, non si candida più nessuno (o quasi) ai Giochi invernali. Thomas Bach ormai accetta qualsiasi soluzione o compromesso: al Cio andava bene d'altronde il tridente all'italiana (Torino, Milano e Cortina), al Cio sta bene che i Giochi siano suddivisi fra Stoccolma, lo sci ad Are (600 chilometri, ospiterà i Mondiali in febbraio) e il bob addirittura in un'altra Nazione (Sigulda, Lettonia), non certo vicinissima. Il segno dei tempi. Si decentra il più possibile, si cerca di spendere il meno possibile utilizzando strutture già esistenti e che possano restare in futuro. Niente sprechi, niente follie (vero Putin?). Nel calcio con la Svezia ci è andata male, ci rifaremo nello sci?