Il Gusto

Suona un Gong a Milano: mille e una sfumature di Cina

 I ravioli al vapore di Gong
 I ravioli al vapore di Gong 
Ravioli al vapore d'ogni farcitura, anatra alla pechinese e altri classici per uno dei migliori ristorante orientali d'Italia. Seguici anche su Facebook 
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Ogni volta che si parla di cucina cinese si fa una sintesi tanto approssimativa quanto quella di chi racchiudesse, sotto cucina europea, dalla Finlandia alla Sicilia, le tradizioni del nostro continente. La Cina (quella vera che non è costellata di draghi, gatti dorati e involtini bisunti) è un mondo parallelo, mosso da una storia con le radici perse nel tempo, dove il cibo viene vissuto come nutriente sia per il corpo sia per lo spirito.

Cantonese, Hui, pechinese, dello Hunan, del Sichuan, Lu, Min: sono decine le diverse culture che con le loro diverse sfumature colorano la cartina gastronomica cinese, ma in Italia ci si trova spesso ad affrontare improbabili accrocchi panasiatici che violentano la dignità di una così profonda tradizione. Dovendo pescare tra le felici eccezioni per assegnare una palma di migliore su suolo nazionale è facile puntare il dito verso Gong, elegante locale milanese in muratura e ferro battuto gestito da Giulia Liu, sorella di quel Claudio che con Iyo è stato il primo nel nostro paese a far piovere la stella Michelin su un ristorante di cucina etnica. Soffuso nell'ambiente ma nitidissimo nei sapori, Gong è un onesto punto d'incontro fra Europa e Cina, fondato su esecuzioni perfette di piatti classici (riso cantonese, anatra alla pechinese, gnocchi di riso, pollo kong pao), accompagnate dalla linea personale disegnata dal duo di chef Guglielmo Paolucci e Keisuke Koga.

Si parte da fulmini di puro Oriente come i perfetti ravioli al vapore d'ogni impasto e farcitura (zafferano, nero di seppia, verdure, barbabietola e gamberi, Wagyu con salsa al foie gras e tartufo), per arrivare alla complessità da grande ristorante del filetto di rombo con asparagi di mare, latte al cocco profumato allo zenzero, lime, olio al crescione e aceto di mele. Conto tra i 60 e i 120 euro, con buona carta dei vini e un servizio di grande garbo ad accompagnare, per un paio d'ore in uno dei pochissimi luoghi in Italia che consente di respirare scorci di vera Cina evitando l'effetto caricatura. 
Dove: 
Gong
Corso Concordia 8 - Milano
Sempre aperto