Scienze

Decifrati i geroglifici di 3200 anni sul 'misterioso popolo del mare'

(foto: Twitter) 
Le iscrizioni su una lastra di pietra ritrovata nell'odierna Turchia risalgono all'Età del Bronzo. Un tassello importante per ricostruire il puzzle delle invasioni avvenute intorno al 1200 a. C. nel bacino mediterraneo
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LONDRA – L’invasione di "un popolo misterioso che veniva dal mare" è il segreto decifrato per la prima volta da geroglifici di 3200 anni or sono. Una scoperta che, rivela il quotidiano Independent di Londra, sembra avere risolto "uno dei più grandi misteri dell’archeologia del Mediterraneo". La dicitura è contenuta in una lastra di pietra di quasi 30 metri, rinvenuta nel 1878 in quella che è l'odierna Turchia. Si tratta della più lunga iscrizione conosciuta in forma di geroglifici dell’Età del Bronzo: soltanto un pugno di accademici in tutto il mondo sono in grado di leggere questa antica lingua luvia, appartenente a un sottogruppo del ramo anatolico parlato a sud ovest della capitale dell’impero ittita nei primi due millenni ante Cristo.

La storia di come questa frase dell’antichità è arrivata fino a noi sembra uscita da un film di Indiana Jones o da un romanzo di Dan Brown. Alla fine dell’Ottocento, prima che la lastra venisse usata per costruire una moschea, l’archeologo francese Georges Perrot copiò meticolosamente l'iscrizione. Da allora di quella copia non si è più saputo nulla fino al 2012, quando alla morte di James Mellaart, uno studioso di linguaggi preistorici, fu ritrovata fra le sue carte e donata da suo figlio al professor Eberhard Zangger, un linguista olandese, presidente della Fondazione per lo Studio del Luvio.
Nei giorni scorsi quest’ultimo ha annunciato il significato della scritta, secondo cui una popolazione luvia dell'Asia Minore contribuì in modo decisivo alle cosiddette "invasioni della gente venuta dal mare" che portarono alla fine dell’Età del Bronzo nel Mediterraneo orientale. A tradurre concretamente l’iscrizione è stato un altro specialista del luvio, il professor Fred Woudhuizen, uno dei venti esperti mondiali capaci di leggere il primordiale linguaggio.

I ricercatori sono convinti che l’iscrizione fu commissionata nel 1190 a.C. da Kupanta-Kurunta, re dello stato di Mira. Il testo suggerisce che il suo regno e altri stati dell'Anatolia invasero l'Egitto e adiacenti regioni dell'est del Mediterraneo durante il declino dell’Età del Bronzo. Gli archeologi avevano da tempo parzialmente attribuito l’improvviso e incontrollabile collasso delle civiltà dominanti di quell’area intorno al 1200 avanti Cristo all’impatto di attacchi navali, ma l’identità e l’origine degli invasori, chiamati "Troiani del mare" dai moderni accademici, era un enigma da secoli. "Ora uno dei più grandi misteri di quell’era può dunque considerarsi risolto", afferma la Fondazione per lo Studio del Luvio.

L'analisi dei ricercatori saranno pubblicate in dicembre sulla rivista Proceedings of the Dutch Archaeological and Historical Society e in un libro del professor Zangeer.