Scienze

I vichinghi e l'Islam: trovata la scritta 'Allah' su paramenti funebri

(Credits: Annika Larsson) 
L'iscrizione in cufico trovata dai ricercatori dell'università di Uppsala in alcune tombe svedesi fa pensare a contatti mai ipotizzati tra le culture vichinga e islamica
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I VICHINGHI, come ce li ha tramandati la Storia e come sopravvivono nel nostro immaginario collettivo, erano prodi e spietati guerrieri, marinai, pirati. E pagani, o adoratori di Thor, Odino e altre divinità. Fino ad oggi non sapevamo che svilupparono intensi contatti con il mondo islamico. Lo hanno scoperto studiosi dell'Università di Uppsala. Analizzando decorazioni e iscrizioni sui vestimenti funebri dei guerrieri morti e delle loro mogli, hanno trovato spesso iscrizioni come "Allah", quindi Dio come è chiamato dai musulmani, e "Ali", nome del quarto profeta.

L'aspetto più singolare della vicenda è che qui si parla di paramenti funebri trovati su tombe vichinghe e immagazzinati dagli archeologi per oltre cento anni. Solo oggi, grazie alle nuove tecnologie, è stato possibile capire che alcuni segni sugli abiti in cui i guerrieri e le loro donne erano sepolti non erano semplici ornamenti vichinghi. Bensì iscrizioni tessute in seta e argento, appunto con le parole Allah e Ali. Ciò indurrà gli storici a rivedere e ristudiare a fondo il passato dei contatti tra vichinghi e islam. E per ironia della sorte questo avviene mentre l'Europa è presa dalla paura delle ondate migratorie soprattutto islamiche.

A scoprire le iscrizioni è stata l'archeologa Annika Larsson che ha riesaminato con tecniche moderne i paramenti funebri trovati su salme sepolte dai vichinghi in tombe sotterranee, o nelle loro tradizionali barche tombali, attorno all'area di Gamla Uppsala alla fine del IX secolo e all'inizio del secolo scorso. La dottoressa Larsson afferma che le piccole iscrizioni, non più alte di un centimetro e mezzo, appaiono completamente diverse da qualsiasi altro segno o simbolo finora trovato in sepolcri vichinghi. "Solo in disegni pitture e decorazioni dell'epoca dei Mori in Spagna avevo visto scritture simili", afferma.
Sono scritte in cufico, un'antica scrittura araba. "La parola Allah (Dio) era scritta poi in modo speculare. Non si può escludere, secondo l'archeologa, che alcune delle persone là sepolte con questi paramenti addosso fossero di fede islamica. "Già dall'esame del Dna di alcune salme avevamo scoperto che le persone sepolte in qualcuna delle tombe vichinghe erano originarie della Persia. Ma l'ultima scoperta può indurre alla conclusione che i vichinghi fecero proprie alcune credenze e convinzioni religiose musulmane, come la vita eterna ultraterrena. Ora si procederà a studi approfonditi per scoprire l'origine geografica delle persone sepolte con paramenti con quelle scritte in cufico. 

Già in passato erano stati accertati contatti tra i vichinghi e il mondo islamico: ad esempio in alcuni scavi archeologici erano stati trovate monete con iscrizioni islamiche nell'emisfero settentrionale. Due anni fa, esaminando l'anello portato dalla salma di una guerriera vichinga a Birka i ricercatori svedesi vi avevano decifrato la scritta "per Allah". Ma è la prima volta che in reperti archeologici in Scandinavia vengono trovati riferimenti anche ad Ali. Il profeta venerato da tutti i musulmani, ma soprattutto dagli sciiti che lo ritengono l'erede spirituale di Maometto.

Molto resta dunque da chiarire su tradizioni religiose e culturali dei vichinghi, e sull'apertura finora quasi sconosciuta della loro capacità di contatti interculturali. "Sono sicura", sostiene l'archeologa svedese, "che troveremo altre iscrizioni islamiche in quei reperti e in altre vestigia vichinghe. Forse non solo in materiale tessile".