Scienze

In Cina 228 milioni di anni fa vivevano tartarughe senza guscio

Il fossile trovato in Cona (Credit Nick Fraser, National Museums Scotland) 
Un gruppo di ricercatori ha trovato un fossile che riscrive la storia di questi rettili: "L'evoluzione è un mosaico, alcuni tratti possono svilupparsi in modo indipendente l'uno dall'altro"
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È STATO trovato in Cina il fossile di una tartaruga dotata già di becco ma priva di guscio, vissuta 228 milioni di anni fa. Ribattezzata Eorhynchochelys sinensis dai ricercatori, non è la più antica tartaruga scoperta - prima di lei nel 2015 furono trovati in Germania i resti della Pappochelys Rosinae, vissuta 240 milioni di anni fa - ma può aiutare gli scienziati a far luce sull'evoluzione di questi antichi rettili.

L'antenata tedesca, ad esempio, non aveva il becco, ma era dotata di un carapace parziale. Il fossile recuperato in Cina - e descritto in uno studio apparso su Nature - racconta invece di una tartaruga con un corpo a forma di frisbee lungo quasi due metri e costole larghe, ma non abbastanza sviluppate da formare il guscio tipico delle moderne tartarughe. Aveva una lunga coda e la parte anteriore della mandibola si sviluppava in uno strano becco. Il nome che le è stato dato è quasi uno scioglilingua: Eorhynchochelys significa 'prima tartaruga con il becco', mentre sinensis vuol dire 'dalla Cina' e fa riferimento al luogo in cui è stata trovata dal primo autore dello stdio, Li Chun.

"L'origine delle tartarughe è stato un problema a lungo irrisolto in paleontologia - spiega il coautore Olivier Rieppel, paleontologo del Field Museum di Chicago - ma ora grazie alla Eorhynchochelys, il modo in cui le tartarughe si sono evolute è molto più chiaro". Il fatto che questa tartaruga avesse sviluppato il becco prima di altri suoi simili, anche più antichi, ma non avesse il guscio mostra che l'evoluzione è un mosaico e che i diversi tratti possono evolversi in modo indipendente l'uno dall'altro.

L'esemplare trovato in Cina "probabilmente viveva in acque poco profonde - spiega ancora Rieppel - e scavava nel fango per trovare il cibo". Da qui la necessità di un becco. "L'evoluzione della tartaruga non è stata un semplice accumulo graduale di tratti unici - commenta Nick Fraser del National Museums Scotland - ma una serie molto più complessa di eventi che noi iniziamo solo ora a scoprire".

Dettagli nel cranio della Eorhynchochelys hanno risolto anche un altro mistero sulla storia evolutiva delle tartarughe: se questi rettili facessero parte dello stesso gruppo a cui appartengono anche gli attuali serpenti e lucertole, i diapsidi - che all'inizio della loro evoluzione avevano due buchi sui lati del cranio - o degli anapsidi privi di aperture. Il cranio della Eorhynchochelys mostra chiaramente le caratteristiche di un diapside. "Ora sappiamo - conclude Rieppel - che le  tartarughe non sono legate ai primi rettili anapsidi, bensì ai diapsidi, evolutivamente più avanzati".