Mondo Solidale

Brasile, la lotta alle violenze familiari in un Paese in crescita ma sempre con profonde diseguaglianze

Nel Paese lavora WeWorld, organizzazione umanitaria che promuove e difende i diritti dei bambini, delle donne e delle loro comunità, favorendo l'inclusione sociale. Fonda il suo intervento sulla lotta agli abusi e allo sfruttamento sessuale, sul sostegno per madri e bambini e sul supporto per il miglioramento del servizio educativo

3 minuti di lettura
RIO DE JANEIRO - Fino a due anni, fa il Brasile ha conosciuto una rapida crescita economica, che lo ha fatto rientrare fra le cinque economie emergenti del mondo (i cosiddetti BRICS), arrivando ad occupare nel 2014 il 7° posto nel Ranking delle maggiori economie mondiali, con un PIL di 2.340 Miliardi di Dollari. Nel 2016, secondo dati dell´Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI) il Paese è sceso al 9° posto, con una riduzione del 24,6% del PIL nazionale. In tutti i casi, si mantiene stabile al 2° posto come maggior economia del continente Americano, preceduta solo dagli Stati Uniti d'America.

Il lavoro contro la violenza domestica. In Brasile, WeWorld - l'organizzazione umanitaria che promuove e difende i diritti dei bambini, delle donne e delle loro comunità, favorendo il cambiamento e l'inclusione sociale anche in Italia, Benin, India, Kenia, Tanzania, Nepal e Cambogia - fonda il suo intervento principalmente sulla lotta alla violenza e allo sfruttamento sessuale, sul sostegno per madri e bambini e sul supporto per il miglioramento del servizio educativo. Il primo passo per fermare la violenza domestica e lo sfruttamento sessuale, secondo le linee-guida dell'organizzazione, consiste nel rafforzare il legame tra famiglia, scuola e bambini, per creare una rete di sicurezza sempre più fitta e offrire un aiuto concreto alle vittime. Nelle scuole coinvolte nel progetto che si sta realizzando a Tamboril, nello Stato del Cearà, nell'estremo Nord Est del Paese - a 320 km da Fortaleza e a 2500 km da Rio de Janeiro - insegnanti ed educatori ricevono una formazione specifica per riconoscere e identificare i casi di violenza. Attraverso la cultura, lo sport e l'arte, offriamo concrete alternative di vita a bambini e adolescenti maggiormente a rischio di esclusione sociale per farli rientrare nel sistema educativo, evitando che possano cadere nuovamente vittima di abusi. 

Le profonde disugnaglianze che restano. Dunque, nonostante questa grande crescita, il Brasile mantiene le sue profonde disuguaglianze sociali, con un'alta concentrazione delle ricchezze e una loro iniqua distribuzione, accompagnata da altrettanto profonde sacche di povertà e miseria. Il Paese ha 206,08 milioni di abitanti, il 20% più ricco dei quali guadagna in media quasi 17 volte in più rispetto al 20% più povero, collocando il Brasile al 14° posto fra i Paesi più disuguali del mondo. Ciò nonostante, il Brasile risulta essere uno dei Paesi che più hanno contribuito al raggiungimento del primo degli 8 obiettivi  del millennio, quello di "sradicare la povertà estrema e la fame nel mondo", diventando un punto di riferimento internazionale. Mentre nel resto del mondo si è riusciti a ridurre la povertà dal 47% del 1990 al 22% del 2012, il Brasile, nello stesso periodo, ha sradicato la fame ed è riuscito a ridurre la popolazione in condizioni di povertà estrema a un settimo rispetto a quella del 1990, passando dal 25,5% al 3,5% nel 2012. Questo grande traguardo è il risultato di politiche pubbliche nazionali, come l´iscrizione unica per i programmi sociali, che ha permesso che benefici quali la Bolsa familia arrivassero in tutti i 5.570 Municipi del Paese.

La povertà endemica del Nord Est. Molti passi avanti sono stati fatti, dunque, ma il Brasile ha ancora molta strada davanti per risolvere i suoi problemi strutturali. Ad esempio, quasi la totalità dei residenti in domicili agricoli estremamente poveri nel Nord-Est non possiedono terra sufficiente per la sussistenza, lavorano in maniera informale e non hanno accesso ai servizi e sussidi di supporto dello Stato. Quindi malgrado gli incontestabili successi ottenuti negli anni, il profilo della povertà continua a rimanere invariato: è maggiore nelle aree rurali e nelle regioni Nord e Nord-Est del Brasile, dove si trova - appunto - anche lo Stato del Ceará.

L'attuale profonda crisi segnata dalla corruzione. Oggi il Brasile vive un momento di profonda crisi economica e di estrema fragilità e minaccia alla sua giovane democrazia. Dopo soli 25 anni dall´inizio del processo di re-democratizzazione del Paese, succeduto a 20 anni di dittatura civile-militare (1964 - 1985) e ad un processo di lenta riapertura politica che è durato circa 5 anni (1985-1990), i risultati che il Brasile ha conquista negli ultimi 20 anni sono seriamente a rischio. I brasiliani stanno vivendo il peggior scandalo di corruzione della sua storia, che coinvolge direttamente i principali attori politici del Paese, senza distinzione di partito.

Drastiche riduzioni della spesa sociale. Il governo attuale ha annunciato misure di riduzione della spesa pubblica preoccupanti, a scapito soprattutto delle politiche sociali, che nell´ultima decade hanno favorito lo sviluppo sociale, umano ed economico della popolazione brasiliana. Sono stati estinti importanti ministeri, come quello dello sviluppo sociale e lotta contro la fame, dello sviluppo agricolo, della cultura, delle donne, dell´uguaglianza razziale, della gioventù e dei diritti umani. I ministri nominati dal nuovo governo sono tutti uomini bianchi e appartenenti all´élite. Sono state notevolmente ridotte le politiche pubbliche di distribuzione del reddito; è in atto una riforma di matrice conservatrice del sistema della previdenza sociale e del sistema di educazione superiore, con una forte riduzione degli investimenti nelle università pubbliche federali.