Mondo Solidale

Pena di morte, Somalia: una donna lapidata dai miliziani di Al-Shabaab

La sentenza di un "giudice" autoproclamato diffusa dalla radio dai "tagliagole" islamici. Esecuzioni in piazza nello Yemen. Ancora iniezioni litali negli USA. Il report di Nessuno Tocchi Caino

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ROMA - Il gruppo estremista somalo degli al-Shabab ha affermato di aver lapidato una donna accusata di aver sposato segretamente 11 uomini senza chiedere il divorzio. Lo si apprende da uno dei periodici report di Nessuno Tocchi Caino. La radio del gruppo, legato ad al-Qaida, Andalus, ha riferito che la lapidazione è avvenuta dopo che una corte nominata ad hoc da al-Shabab ha riconosciuto la donna colpevole, nella città di Sablale, nella regione di Lower Shabelle. In base alla notizia, uomini mascherati hanno lapidato la trentenne Shukri Abdullahi Warsame in una piazza pubblica. Un giudice autoproclamato ha detto che la donna aveva confessato.

YEMEN

Un colpo alla testa al condannato sdraiato a terra. La Corte Penale Specializzata di Primo grado di Sana'a, nello Yemen, ha condannato alla pena capitale 17 imputati e a varie pene detentive altri 87 imputati, in diversi casi. La Corte, nella sessione presieduta dal giudice Mohammed Mufleh, ha riconosciuto gli imputati colpevoli di diversi crimini, compresi omicidio, saccheggio, banditismo a partecipazione a gruppi legati ad Al-Qaeda nel periodo 2011-2017. La pena capitale nello Yemen viene praticata nel seguente modo: il condannato è portato in un luogo pubblico, dove normalmente si radunano numerose persone che scattano foto con i cellulari, viene fatto sdraiare a pancia sotto e con le mani legate dietro la schiena su un lensuolo bianco. Subito dopo, il boia gli spara un colpo alla testa. 

GEORGIA (USA)

Giustiziato un uomo di 40 anni per rapina e omicidio. Robert Earl Butts (40 anni, nero) è stato giustiziato. Lo hanno dichiarato morto alle 21.58 del 4 maggio scorso, dopo una iniezione letale di pentobarbital - un barbiturico ad azione rapida - proveniente da un laboratorio artigianale, senza che (apparentemente) l’esecuzione abbia presentato problemi. Butts ha rifiutato il sedativo. Era stato condannato a morte nella Baldwin County il 21 novembre 1998 con l’accusa di aver rapinato e ucciso, nel parcheggio di un supermercato, il 28 marzo 1996, Donovan Corey Parks, 24, un agente di custodia fuori servizio. Il coimputato Marion Wilson, 41 anni, nero, è stato anche lui condannato a morte in un processo separato il 7 novembre 1997, ma il suo caso ha ancora dei ricorsi pendenti.

La linea della difesa. I difensori di Butts fino all’ultimo hanno insistito sulla giovane età dell’imputato, che all’epoca dell’omicidio aveva 18 anni, ma le cui condizioni mentali avrebbero dovuto farlo processare come minorenne. Insistevano inoltre sul fatto che non fosse stato Butts a sparare, ma Wilson. Butts diventa il 2° giustiziato di quest’anno in Georgia, il 72° da quando lo stato ha ripreso le esecuzioni nel 1983, il 10° giustiziato di quest’anno negli Usa, e il n° 1475 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977.

SUDAN

Al-Bashir grazia 5 ribelli condannati a morte. Il presidente del Sudan, Omer al-Bashir, ha graziato cinque membri del ribelle Movimento per la Giustizia e l’Uguaglianza (JEM) che erano stati condannati a morte dai tribunali militari. Il decreto presidenziale include Ibrahim Abdel-Rahman Saffi al-Nur, Yahia Abbaker Musa al-Nur, Ibrahim Ali al-Rashid Abdel-Gadir, Mohamed Ibrahim al-Doma e Azrag Daldoom Adam Haroun. Fatta eccezione per Yahia Abbaker Musa al-Nur, che è stato arrestato con Ibrahim al-Maz nello stato del Darfur Occidentale nel gennaio 2011, tutti gli altri hanno preso parte all'attacco alla capitale sudanese nel maggio 2008.

Il clima di riconciliazione nazionale. La decisione di cancellare la pena di morte è stata presa in risposta a un appello dei partiti per il dialogo nazionale e per promuovere l'atmosfera di riconciliazione nazionale, recita il decreto. Il membro della leadership del JEM Mohamed Zakaria, che è anche il portavoce del Fronte Rivoluzionario Sudanese, guidato da Minni Minnawi, ha accolto con favore l'amnistia presidenziale e ha invitato a rilasciare i restanti prigionieri di guerra.


INDIA (UTTARAKHAND)

L'Alta corte: "L'isolamento è incostituzionale". L'Alta corte dello Stao dell'Uttarakhand  - uno stato nel Nord dell'India attraversato dalla catena dell'Himalaya - ha dichiarato incostituzionale la pratica della detenzione in isolamento. Pur mantenendo la pena capitale pronunciata contro due imputati dalla corte inferiore, il panel dei giudici Rajiv Sharma e Alok Singh ha dichiarato che le Regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei detenuti stabiliscono che l'isolamento può essere utilizzato solo in casi eccezionali come ultima risorsa. Non deve essere imposto in virtù della condanna di un detenuto, ha detto il panel. La Corte ha inoltre affermato che la pratica non solo comporta punizioni aggiuntive, ma equivale anche a tortura e viola i diritti umani fondamentali.