Mondo Solidale

Bangladesh, nasce a Dhaka l’organizzazione per promuovere ideali laici

Si chiama "Harmony Bangladesh": all'inaugurazione 400 persone presenti di ogni confessione. Leader indù: “Tornare agli ideali della Guerra di liberazione”. Leader islamico: “Maometto condanna i predicatori radicali”

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DHAKA (AsiaNews) – Si chiama “Sampriti Bangladesh” (Harmony Bangladesh) e vuole promuovere - si apprende da AsiaNews -  gli ideali laici nel Paese. È la nuova organizzazione lanciata tre giorni fa da una serie di associazioni interreligiose del Bangladesh, riunite al National Museum della capitale. Pijush Bandyopadhyay, leader indù e tra i promotori dell’iniziativa, ha detto: “Vogliamo ritornare agli ideali della laicità della Guerra di liberazione (combattuta nel 1971 contro il Pakistan occidentale, ndr). Così facendo, potremo costruire un Bangladesh laico in cui tutti siano uguali e dove nessuno sia vittima di persecuzione”.

La maggioranza è contraria al settarismo. Il leader indù afferma di essere consapevole che il percorso di crescita dell’associazione potrebbe incontrare ostacoli (da parte di fazioni radicali islamiche). Infatti, negli ultimi anni si sono verificai vari episodi di violenza e intolleranza nei confronti di liberi pensatori, blogger e intellettuali giustificando il loro omicidio perché “atei”. Per questo Pijush ha ribadito: “Sappiamo che la maggior parte delle persone nel nostro Paese sono contrarie al settarismo e a favore dell’uguaglianza. Ora dobbiamo rimanere uniti. Se staremo tutti insieme, alla fine vinceremo”.

La canzone "Sing Song of equality". All’evento – dal titolo “Sing song of equality” (“Canta la canzone dell’uguaglianza”) – erano presenti circa 400 persone; per i cristiani hanno partecipato 20 esponenti di spicco, tra cui un sacerdote e otto suore. Nirmol Rozario, presidente della Bangladesh Christian Association (Bca), riferisce ad AsiaNews: “Accolgo con favore la ‘Sampriti Bangladesh’. Ha mosso i primi passi con un nobile scopo. In questo Paese la maggior parte dei musulmani sono moderati, mentre i radicali sono davvero piccole frange. Se la maggioranza lavorasse in armonia, potremmo sperare di costruire un Paese armonioso”.

I principi della "Carta Medina" stilata da Maometto. L’organizzazione ha intenzione di sponsorizzare programmi per la diffusione di idee laiche e attuare manifestazioni di protesta in caso dovessero verificarsi episodi di persecuzione. Shameem Mohammad Afzal, direttore generale dell’Islamic Foundation, sostiene che la Costituzione approvata nel 1972 riflette la “Carta di Medina” (stilata da Maometto intorno al 622 d.C. per superare le divisioni tra le tribù e creare diritti e doveri sociali della nuova comunità islamica chiamata “Umma” – ndr). Per questo, afferma, “apprezzo la nuova associazione e condanno persone come Zakir Naik (il predicatore salafita indiano che ha influenzato i giovani che hanno compiuto l’attentato al bar di Dhaka nel 2016 – ndr), il fondatore del Jamaat-e-Islami Syed Abul A'la Maududi e i Fratelli Musulmani in Egitto per aver mal interpretato i dettami dell’islam”.

Le appartenenze tribali che dividono. Il famoso scrittore e professore Muhammed Zafar Iqbal aggiunge: “Viviamo in un Paese in cui tutti siamo uguali. Ci sono solo piccole differenze di religione e di appartenenza tribale. Eppure manca l’armonia”. Poi in maniera coraggiosa ha proseguito: “Noi musulmani, che siamo la maggioranza, non riusciamo ad assicurare protezione alle minoranze. Tutti i progetti di sviluppo come la metropolitana, il ponte sul Padma [mega infrastruttura in costruzione dal 2014 – ndr], i satelliti, le grandi opere, saranno fallimentari”.

Etnie e religioni in pace da migliaia di anni. Al tempo stesso, continua il professore, “è così facile rendere la vita gioiosa. Basta fare qualcosa per gli altri, e siamo più felici. Se non garantiremo una vita serena alle minoranze, non potremo dire di aver svolto il nostro compito. Io credo che persone con fede o colore diverso possano vivere in pace nella stessa società”. In un video-messaggio inviato ai partecipanti, il prof. Anisuzzaman dichiara: “Il Bangladesh è una nazione in cui vive l’armonia settaria. Persone di varie etnie e religioni convivono in pace da migliaia di anni. Il nostro Paese è su un cammino di prosperità. Ci sono divisioni e conflitti, l’armonia tra le fedi si sta deteriorando. Nonostante tutto, dobbiamo avviarci verso un futuro d’armonia”.

* Sumon Corraya scrive per AsiaNews