Mondo Solidale

India, stuprate e lasciate senza giustizia: il calvario delle donne disabili

La denuncia arriva da Human rights watch che ha analizzato 17 casi di violenza sessuali dove le vittime invece di esser agevolate sono state vessate dalle forze dell’ordine e ostacolate nella ricerca della verità

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ROMA - ROMA – Potrebbe sembrare una provocazione, ma spesso in India ciò che segue a uno stupro può esser peggio della violenza stessa. Soprattutto se la vittima è una donna o una ragazza con disabilità fisiche o mentali. A dirlo è il rapporto di Humans rights watch.

La denuncia. Dopo aver analizzato 17 casi di stupro e ascoltato 111 testimoni, la ong statunitense ha puntano il dito contro il sistema indiano che se da un lato a partire dal 2013 ha varato una serie di leggi a favore delle donne, dall’altro non sta vigilando affinché tali norme vengano applicate.Disumani. Il risultato è che spesso e volentieri dopo aver subito uno stupro, donne e ragazze si rechino alla polizia ma che le loro testimonianze non vengano prese sul serio o che siano sottoposte a trattamenti ormai ritenuti disumani come il test della verginità. Secondo Hrw denunciare gli abusi alla polizia, ottenere cure mediche appropriate e ottenere un adeguato risarcimento sono miraggi per la maggior parte di loro. "Dal 2013 l'India ha compiuto importanti riforme legali sulla violenza sessuale, ma le donne e le ragazze con disabilità non hanno ancora uguale accesso alla giustizia", ha affermato Nidhi Goyal, attivista per i diritti dei disabili e coautore del rapporto.

Una storia vecchia. Già a fine 2017 Hrw aveva denunciato quanto fosse difficile per le vittime delle violenze sessuali accedere alla giustizia e quanto spesso quest’ultime fossero esposte ad ulteriori umiliazioni sia da parte della polizia che negli ospedali. I primi infatti non sempre reputano attendibili le denunce esposte da donne e non garantiscono un’adeguata protezione a chi decide di non rimanere in silenzio. Questi ostacoli alla giustizia e alla dignità sono aggravati dall'inadeguata assistenza sanitaria e da quella legale durante i processi.

IL RAPPORTO

Donne e disabili. Per le donne indiane e le ragazze con disabilità le sfide sono se possibile maggiori. Loro infatti sono maggiormente esposte al rischio di violenza sessuale, laddove diventa più difficile evadere da situazioni violente. O in caso di disabilità psicosociali potrebbero non rendersi conto di esser vittime di una violenza. Come nel caso di Kanchana una ragazza di 19 anni del West Bengala abusata nel 2013 da un uomo del suo villaggio. Solo quando è rimasta incinta, i familiari hanno capito cosa stava accadendo e hanno deciso di denunciare alla polizia del posto che però anche a causa delle difficoltà di ricostruire i fatti non ha proseguito delle indagini efficaci per punire il colpevole.
Lacune. Nonostante sia prevista dalla legge del 2013, ancora pochissimi agenti hanno ricevuto una formazione adeguata a trattare le vittime dello stupro. In alcuni casi, secondo Hrw, a causa dell'incapacità dei sopravvissuti di certificare una disabilità. Inoltre la polizia raramente ha fornito informazioni sul diritto all'assistenza legale gratuita o ai servizi di assistenza legale ai sopravvissuti o alle loro famiglie.

Nessun risarcimento. La legge e le politiche indiane richiedono ai governi statali di facilitare il risarcimento delle vittime di violenza sessuale, anche nei casi in cui l’autore del reato non possa essere rintracciato o identificato. Tuttavia la ong statunitense ha rilevato che anche in casi di estrema violenza, traumi e difficoltà economiche - anche a causa del parto in seguito allo stupro - le donne e le ragazze con disabilità hanno difficoltà a ottenere un risarcimento, spesso fondamentale per la sopravvivenza delle giovani e delle loro famiglie. "Il governo – afferma Goyal - dovrebbe agire prontamente per garantire alloggi e altre misure in modo che le donne e le ragazze con disabilità escano fuori dall’ombra".