Elezioni Politiche 2018

Dall'istituzionale all'antagonista: così i candidati italiani si presentano sui social network

Come comunicano online i leader dei principali partiti partiti politici? Uno studio ha analizzato i loro profili e i contenuti postati nel mese di gennaio. Ecco i loro identikit. Con alcune sorprese
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ROMA - Il più autoreferenziale? Salvini. Berlusconi il più ottimista, mentre Grasso adotta un tipo di comunicazione più istituzionale. Renzi si vanta dei risultati, Di Maio punta alla critica degli avversari, Meloni una "pasionaria". Uno studio di Reputation Manager, istituto italiano specializzato nell'analisi e misurazione della reputazione online di marchi e personaggi pubblici, ha monitorato nel mese di gennaio i profili Facebook e Twitter dei leader dei principali partiti e coalizioni per capire come stanno affrontando la campagna elettorale in vista del 4 marzo

I post sono stati analizzati secondo due principali categorie: la tipologia di messaggio (contenuti, appuntamenti, promozione dei candidati eccetera) e le tematiche (antagonismo, programmi, leadership, valori, risultati, slogan e sfera privata).

L'ALTRO STUDIO #EMOZIONIPOLITICHE: PAROLE E MOOD

Il primo dato che emerge è che quando si tratta di tipologie di post, a fare la parte del leone sono i contenuti della campagna elettorale (79 per cento), seguiti al 14 per cento dalla promozione della propria presenza sui media.

Se si guarda ai contenuti invece, il panorama risulta bilanciato tra idee programmatiche (39 per cento) e antagonismo (35). Nessuno affronta il tema della leadership, preferendole di gran lunga gli slogan (9 per cento) o i post relativi alla sfera privata (4 per cento).

In base al bilanciamento delle varie componenti, l'analisi di Reputation Manager ha stilato sei profili.

Luigi Di Maio (M5S) viene definito "Antagonista", in quanto l'unico che punta metà della sua comunicazione social sull'attacco agli avversari. Il suo social preferito è Facebook (178 post contro i 19 di Twitter), la tematica prediletta (50 per cento) è l'antagonismo. Ben presenti gli slogan (13 per cento) come "scegli", "partecipa", "cambia". Le cinque parole più usate sono "Movimento 5 stelle", "Italia", "Paese", "#Rally" (la campagna elettorale, ndr), "cittadini". I post relativi a idee programmatiche (26 per cento), trattano di scuola, Italia, qualità della vita e abolizione di leggi inutili.

Pietro Grasso (Liberi e Uguali) è "Istituzionale", essendo l'unico che non attacca quasi mai e quello che punta di più su programma e valori. 

Usa di preferenza Twitter, dove ha un tasso di coinvolgimento con i lettori superiore agli altri avversari. Nella metà dei suoi post parla di programma (legalità, istruzione, lavoro) e in un terzo di valori. E' il meno antagonista dei sei presi in esame, con solo il 3 per cento dei post di critica agli avversari. Tra le parole più usate ci sono "lavoro", "giovani", "fare", "tasse", "Paese".

"Concreto" è la definizione scelta per Matteo Renzi (Pd), unico che può vantare un'esperienza recente di governo e quindi può parlare di risultati (oltre a dettagli sulla vita privata).

L'ex premier Pd ha il 75 per cento dei seguaci su Twitter, anche se posta meno frequentemente di Facebook (46 post contro 30 tweet). Forse perché molti dei suoi follower su Twitter sono inattivi, come abbiamo scritto qui?. Di prevalenza parla di programma (tasse, vaccini, lavoro e ricerca), e diversamente agli altri di tanto in tanto parla anche di risultati di governo. All'antagonismo riserva un intervento su tre, di preferenza contro Di Maio, M5S e Silvio Berlusconi. Minore ma non irrilevante anche lo spazio riservato ai post sulla sua vita privata. Le cinque parole più usate sono "Italia", "lavoro", "cultura", "elettorale" e "fatto".

Silvio Berlusconi (Forza Italia), è "Poliedrico", dosando in maniera più equilibrata tutte le sfumature della comunicazione politica. Per la comunicazione social punta principalmente su Twitter (318 post a gennaio) e dedica il 44 per cento dei messaggi al programma politico. Quasi un terzo dei post sono attacchi agli avversari (bersagli preferiti Di Maio e Renzi). I suoi valori di riferimento sono veicolati dal 7 per cento dei suoi messaggi: Ottimismo, autodeterminazione e fiducia. Le 5 parole più usate sono "Italia", "tasse", "Europa", "Italiani" e "crede".

Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) viene definita "La Pasionaria", distinguendosi per una comunicazione che dà ampio spazio all'antagonismo e all'affermazione dei propri valori.

Dosa a pari merito attacchi agli avversari e programma, facendolo principalmente dalla sua pagina Facebook (152 messaggi a gennaio contro i 21 tweet). Tra i valori (11 per cento) cita costantemente la difesa dell'italianità, anche attraverso il commento dell'attualità e il ricordo di eventi storici. Le cinque parole più usate sono "Fratelli d'Italia", "Italiani", "governo", "#4marzovotoFdI" e "#GiorgiaPresidente".

Infine Matteo Salvini (Lega), classificato come "Bulimico" per la sua caratteristica di riuscire a comunicare ad altissima intensità e frequenza coprendo praticamente tutte le modalità comunicative, dalle idee programmatiche alla vita privata.

Comunica con la stessa intensità su Twitter e Facebook, interagendo molto con i suoi follower. Nei suoi messaggi "antagonisti" prende di mira soprattutto Matteo Renzi, quando si sposta sul programma predilige parlare di "pace Fiscale". Tra le cinque parole pù usate emerge una certa autoreferenzialità: "#Salvini", "#4marzovotoLega", "Salvini", "euro", "Italia".