Elezioni Politiche 2018

Dipendenti Lega assunti in Regione, Pd: "Salvini chiarisca subito". +Europa: "Hanno monetizzato candidature"

Matteo Salvini segretario della Lega  
Guerriglia giudizaria tra 'camicie verdi': il legale di Bossi viene denunciato e lui replica con due testimonianze che accusano i vertici leghisti di avere fatto pagare alle Regioni gli stipendi del personale del partito. Pd: "Gravissime accuse". LeU: "Scivolano sempre sui soldi"
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ROMA - "Accuse gravissime". "Salvini chiarisca". "Ecco perché il segretario del Carroccio non si è costituito contro Bossi e Belsito". "Abuso di soldi pubblici". "La Lega ha sempre fatto un uso politico delle istituzioni, asservendole al partito". "Se accuse verificate, gravi ipotesi di reato". "La Lega scivola sempre sui soldi". Le accuse dell'avvocato di Umberto Bossi contro la Lega ("Funzionari del Carroccio assunti dalle Regioni") suscita la reazione dei partiti del centrosinistra. La vicenda, pubblicata oggi su Rep, riguarda una rissa in corso tra due'fazionì leghiste da anni contrapposte: quella che fa capo al fondatore e presidente Bossi, e l'altra che fa riferimento al segretario Salvini.

• IL CONTRATTO SALTATO TRA BOSSI E SALVINI
La vicenda è intricata e complessa. E ha inizio con un accordo politico segreto tra Salvini e Bossi, siglato il 26 febbraio del 2014 tra fondatore e segretario in cui era precisato che "Bossi concorrerà a proporre candidature in posizione di probabile elezioni, previo accordo con il Segretario nella misura del 20 per cento". Nello stesso accordo i due leader leghisti rinunciavano a portare avanti ben nove procedimenti giudiziari allora pendenti intentati dagli uni contro gli altri: opposizione a pagamenti di parcelle, denunce per calunnie, citazioni per diffamazione, esecuzioni giudiziarie. Insomma, ponevano fine a una vera e propria rissa fratricida tra 'camicie verdi'. E così, per raggiungere una pace, si accordavano di versare all'avvocato di Bossi (Matteo Brigandì) una parcella di 200mila euro. E di revocare ogni mandato, invece, al legale vicino all'ex segretario Roberto Maroni (Domenico Aiello).

ECCO L'ACCORDO SEGRETO BOSSI-SALVINI

MAZZIOTTI: "LA LEGA HA MONETIZZATO LE CANDIDATURE"
"In pratica - osserva Andrea Mazziotti, capolista di +Europa nel collegio Lombardia 2 - la Lega ha monetizzato le candidature. Salvini, per evitare grane giudiziarie, aveva regalato a Bossi il 20% delle candidature e 450.000 euro, oltre a promettere che non si sarebbe costituito parte civile nel processo penale sui finanziamenti pubblici spesi illegalmente. Io sono candidato nella stessa circoscrizione di Bossi ed è giusto che i cittadini di Varese sappiano in che modo pulito e trasparente sono nate le candidature della Lega. E meno male che loro sono quelli che chiedono che a scegliere siano i cittadini!".

• PD: "GRAVISSIME ACCUSE, SALVINI CHIARISCA SUBITO"
Il Pd parte all'attacco con quattro parlamentari. Emanuele Fiano, deputato: "La Lega usava i rimborsi dei gruppi regionali per pagarci cose non previste? Soldi destinati per legge alle attività a livello regionale per pagare il partito a livello nazionale? Dopo che qualcuno della Lega  come dicono i processi ha usato il finanziamento pubblico per i diamanti, adesso quest'altra vicenda scoperta da Repubblica: dove può arrivare ? Perché la Lega non si è mai costituita parte civile contro Bossi e Belsito? Salvini che ne avete fatto di questi soldi?".

Stefano Esposito, senatore dem: "Se corrispondesse al vero che la Lega avrebbe usato i fondi dei gruppi regionali per pagare i funzionari del partito, sarebbe una cosa estremamente grave. Insomma, se fosse confermato (dopo i diamanti, i 40 milioni di rimborsi elettorali) ancora una volta la Lega avrebbe abusato dei soldi pubblici. Adesso probabilmente si capisce perché non si è costituita parte civile contro Bossi e il tesoriere Belsito. Quali verità inconfessabili volevano nascondere? Dicono di interessarsi agli italiani ma in realtà sono interessati solo a procurarsi denari".

Laura Puppato, senatrice dem: "La Lega ha sempre fatto un uso politico delle istituzioni, asservendole al partito, anziché gestendole per il bene comune, è una prassi consolidata che noi in Veneto conosciamo molto bene e che viene applicata dai comuni più piccoli fino alla Regione e alle istituzioni più importanti. Non mi sorprende per nulla dunque che tra di loro si accusino di avere usato denaro pubblico per pagare i dipendenti della Lega. Al di là dei procedimenti giudiziari che faranno luce su quest'aspetto, la mancanza politico-culturale di senso delle istituzioni della Lega è oggettiva ed è un motivo in più per non affidarsi a loro il 4 marzo".

Mauro Del Barba, senatore pd: "Sono gravissime le accuse che riguardano i comportamenti della Lega in Piemonte e investono responsabilità penali e politiche rilevanti. Salvini chiarisca immediatamente  e nei dettagli quanto riguarda lui e i gruppi politici della Lega e delle istituzioni da loro governate".  Così il senatore del Pd, Mauro Del Barba, candidato alle prossime elezioni in Lombardia, commenta le notizie riportate oggi da Repubblica. "Oggi - conclude Del Barba - le regole sono chiare per tutti: fossero verificate le accuse riferite dai media saremmo di fronte non solo a gravi ipotesi di reato, ma ad un arretramento pericoloso della correttezza e legalità nella gestione amministrativa e finanziaria delle istituzioni pubbliche e dei gruppi politici in essa operanti". 

• MARCON (LEU): "LEGA SCIVOLA SEMPRE SUI SOLDI
Giulio Marcon
, capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana e capolista di LeU in Veneto: "La lega scivola sempre sui soldi. E mentre sui palchi fanno annunci roboanti intrisi di egoismo e di razzismo,  nel retro si accoltellano fra di loro per posti, per chissà quali ricatti o scontri di potere. E questi dovrebbero governare l'Italia? Lasciamo perdere. Fra i  diamanti Tanzianiani di Belsito e il  giuramento blasfemo sul Vangelo c'è tutta un'area grigia e paludosa che li contraddistingue".

• "LA LEGA FACEVA ASSUMERE I DIPENDENTI DALLE REGIONI"
Quegli accordi tra galantuomini tra Bossi e Salvini a un certo punto sono stati disattesi. Un funzionario della Lega viene denunciato per essere stato dipendente del Gruppo Regionale del Piemonte mentre invece lavorava per conto dell'avvocato del Senatur. Brigandì, difendendo quel funzionario leghista indagato, ha acquisito le testimonianze di due impiegate amministrative presso la Lega del Piemonte e della Lombardia: le accuse, che saranno depositate in procura, vengono ribaltate.

"C'erano dipendenti della Regione - dichiarano le due testimoni - che lavoravano per conto della Lega Nord. Tra loro anche alcuni candidati alle prossime elezioni del 4 marzo".

• LE DUE TESTIMONI: "SEGRETARI PROVINCIALI LEGA AVEVANO CONTRATTI CON REGIONE"
Ecco che cosa hanno dichiarato le due testimoni. L.Z, impiegata amministrativa presso la Segreteria Nazionale Lega Nord Piemonte, ha sottocritto di aver sentito che "in segreteria regionale Cota, capo della Lega Piemonte, con Allasia, Maccanti e Carossa decidevano a chi dovessero spettare i posti di collaboratore del Gruppo con i relativi emolumenti".

Ma, aggiunge, "non tutti gli assunti in Consiglio Regionale prestavano la loro opera per l'attività del Gruppo. Il personale strettamente impiegatizio sì. Tutto l'altro personale svolgeva attività in altre sedi e a favore del partito e non del Gruppo". "Praticamente - sottolinea la teste - i segretari provinciali del Piemonte avevano un contratto con la Regione Piemonte o all'ufficio di Presidenza o al Gruppo Regionale e svolgevano attività per il partito politico".

Analoga testimonianza è stata resa da E.G.B., impiegata amministrativa presso la sede regionale della Lombardia della Lega Nord. "La gestione dei contratti di collaborazione - spiega - al Gruppo regionale, agli assessorati e alla presidenza della Regione erano principalmente gestiti dal capogruppo Galli e dal segretario della Lega Lombardia Giorgetti. Era Giorgetti che caricava il costo dei collaboratori interni al partito e che per questo lavoravano, chiedendo al Gruppo, agli assessori o al presidente, quando era nostro, di farsene carico". "Era una prassi costante - precisa E.G.B - che si usassero i posti messi a disposizione dalle Regioni per pagare soggetti che lavoravano al partito".