Elezioni Politiche 2018

Prove di intesa centrodestra-M5s su presidenze. Di Maio: no a esecutivo senza di noi. Cei: governo sia al servizio della gente

Ok al dialogo, è in sostanza la posizione grillina, ma che almeno uno dei due rami del Parlamento vada ai 5 Stelle. L'altro, con ogni probabilità, lo rivendicherà l'altro partito che ha vinto le elezioni, la Lega di Salvini. Il presidente dei vescovi: "Gioia perché la gente ha votato"

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ROMA - Prove di dialogo, nel dopo elezioni, per un governo che nessuno dei tre schieramenti usciti dal voto può fare da solo. Forza Italia - con Renato Brunetta - apre a tutto campo, "non solo al Pd, ma anche al M5s". Intervistato da Avvenire, il capogruppo dei deputati forzisti auspica "il dialogo per le presidenze delle Camere". Su un eventuale accordo, replica il candidato premier M5s con un video su Facebook. "Noi siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche - afferma Di Maio - ma chiaramente pretenderemo il riconoscimento del voto degli italiani che ci hanno indicato come prima forza politica del Paese".

Ok al dialogo, è in sostanza la posizione grillina, che con gli "oltre 330 parlamentari tra le due Camere" hanno "praticamente triplicato la forza parlamentare". Però almeno una presidenza deve essere targata 5 Stelle. L'altra, con ogni probabilità, la rivendicherà l'altro partito che ha vinto le elezioni, la Lega di Salvini. E già è partito il toto nomine: al Senato, in quota Lega, Roberto Calderoli, per Fi Paolo Romani, per il M5s Danilo Toninelli, per il centrosinistra Emma Bonino. Alla Camera, per il M5s Roberto Fico, per Fi Mariastella Gelmini, per i dem Dario Franceschini

Diverso, più articolato il discorso relativo alla formazione dell'esecutivo, rivendicato sia dal M5s che dal centrodestra, mentre il centrosinistra conferma il proprio arroccamento all'opposizione. "In questo momento - dichiara Di Maio - il M5s è determinante. Un governo senza di noi non si può fare a meno che (e sarebbe un clamoroso insulto alla democrazia) non decidano di fare un governo con tutti contro di noi". "Ma in quel caso - minaccia - sarebbe la loro fine".

Dopo voto, Di Maio: "Governo senza di noi sarebbe insulto democrazia"

Brunetta, a proposito di possibili alleanze, sostiene che "se si parte dai programmi, più che dalle formule, si scopre che ci sono molte più cose che uniscono". "Il nostro programma - ricorda - è stato approvato col 37 per cento dei consensi. E lo mettiamo ora al centro del dibattito". Ma anche "il dibattito sul Def", sostiene, "da problema può diventare opportunità. Può diventare incubatore della maggioranza". Insomma, per raggiungere un eventuale accordo, "occorrerà partire dagli aspetti meno divisivi".

Intanto c'è una presa di posizione del presidente della Conferenza episcopale italiana, Gualtieri Bassetti che al futuro governo chiede "di essere totalmente al servizio della gente e di ascoltarla". "Chiedo di attuare - ha sottolineato Bassetti, durante la presentazione del volume di padre Enzo Fortunato "Francesco il ribelle" - quello che noi anche nella dottrina sociale della Chiesa chiamiamo il bene comune che è il bene di tutti. Sia un governo di gente retta che pensa ai poveri".