Salone Del Libro Torino 2018

E tra gli stand del Salone compare Hitler. Ma non tutti gradiscono

L'edizione contestata del Mein Kampf in edizione originale e senza note critiche. Ma l'editore si difende: "Chi non lo conosce, o si annoia o cambia idea"

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Il verbo hitleriano compare tra gli stand del Salone del Libro e subito nasce la polemica. Il Mein Kampf di Adol Hitler, nella sua versione del 1925, senza prefazioni, avvertenze o analisi critiche, è in vendita al Lingotto di Torino dove la “Edizioni clandestine”. La casa editrice toscana, che alla narrativa da anni affianca la pubblicazione di testi politici di ogni colore, da Mao Tse Tung a Hitler appunto, ha portato a Librolandia quello che negli ultimi anni è diventato un pezzo forte della sua offerta, ma non tutti hanno gradito la scelta.

Ieri alcuni visitatori si sono presentati dal direttore Nicola Lagioia, allo stand di Robinson per l'appuntamento quotidiano con le sue “pillole”, per chiedere conto della presenza in vendita al Salone del testo che ha costituito il fondamento dell'impianto ideologico del nazismo. “Nessuno pensa si debba mettere all'indice il libro, ma è inopportuno che sia venduto senza un'edizione critica, l'accompagnamento di una prefazione che ne spieghi il contenuto, soprattutto ai più giovani” è il senso della lamentela. Lagioia ascolta, prende informazioni con i suoi collaboratori e poi risponde: “Se non è vietato dalla legge (e non lo è ndr) non possiamo impedirne la vendita. Mi chiedo se il libro dove si teorizza il nazismo possa essere considerato apologetico. Certo sarebbe più opportuno che fosse un'edizione critica, ma in generale vietare un testo non penso sia giusto, anche perché poi c'è chi vuole che non si venda Hitler, ma magari c'è anche chi non vuole che si venda Tropico del capricorno di Miller perché è osceno” argomenta il direttore del Salone.

Andrea Salieri, scrittore e direttore editoriale di Edizioni Clandestine, si stupisce della polemica: “Abbiamo avuto problemi anche quando pubblicammo 'I protocolli dei savi di Sion', ma anche lì dopo un po' ci dettero ragione – racconta – Io sono di sinistra, ma pubblico i classici della politica di ogni tipo, dall'estrema destra all'estrema sinistra. Abbiamo pubblicato anche un altro libro di Hitler, che scrisse prima del Mein Kampf e che poi ha disconosciuto. Non ho fatto un'edizione critica perché voglio che ciascuno si faccia la sua idea sul testo”. Da quando, nel 2015, sono scaduti i diritti hanno iniziato la stampa del libro e, dice Salieri, autore del romanzo “L'omicidio Berlusconi, ne vendono circa mille copie al mese: “I libri politici vanno tutti forte nel nostro catalogo – ammette – Però chi ha paura che possa traviare le giovani menti sbaglia. Tolto il fatto che la maggior parte dei compratori sono persone di sinistra, se un ragazzetto che si crede nazista si compra il Mein Kampf o non ci capisce niente o al massimo cambia idea”.

I visitatori lanciano però una proposta: “Per evitare casi come questo il Salone potrebbe far sottoscrivere agli editori che partecipano una lettera d'intenti – suggeriscono – Un testo dove s'impegnano a non vendere testi che inneggiano al nazismo o al razzismo. O se proprio li vogliono vendere che almeno ne propongano una edizione critica”.