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Quando lo sport ti cambia vita: quattro storie oltre la disabilità

Dalla Fondazione Vodafone due milioni di euro a 22 progetti. Campi di gioco, gare e istruttori per tutti

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ROMA - I numeri, per quanto significativi, non riescono a descrivere come vincere un bando Oso possa cambiare la vita di molte persone. La piattaforma digitale Ogni Sport Oltre, promossa da Fondazione Vodafone, ha appena chiuso l'edizione 2018 del bando, che con un finanziamento di oltre 2 milioni di euro ha selezionato 22 progetti su oltre 600 partecipanti. Le associazioni vincitrici saranno finanziate all'80 per cento e potranno raccogliere il rimanente 20 per cento attraverso la sezione crowdfounding di Oso. Il denaro servirà a sviluppare un progetto per avvicinare le persone con disabilità allo sport. Tra le idee vincenti ci sono in pratica tutti gli sport, ma a descrivere perché entrare nella famiglia Oso (non a caso, oltre che un acronimo, indicativo presente del verbo "osare") sia una svolta sono le storie di chi grazie ai progetti ha visto cambiare la propria vita. È il caso di Giusy, che praticando il nuoto ha scoperto che la sua vita non è legata alla carrozzina su cui si sposta, o, di Carmelo, che ha potuto continuare il suo impegno come capitano della Nazionale italiana di calcio a cinque per atleti con la sindrome di Down anche se la struttura dove si allenava aveva chiuso. Perché gli atleti vincenti non sono soltanto Alex Zanardi o Bebe Vio ma, come racconta anche la sezione "sport senza barriere" sul sito di Repubblica.it e dimostrano le quattro storie che raccontiamo, i tanti che senza le luci dei riflettori vincono una gara importante ogni giorno.
Giusy Barraco 

"Mentre nuoto mi sembra di correre. Sono più forte"
Giusy Barraco è in viaggio di nozze, "Scusi, sono in autobus", risponde al telefono. A 37 anni, la sua polineuropatia sensitivo motoria non le impedisce più di avere una vita sociale e, come descrive la sua sensazione quando nuota " di correre". Qualche anno fa si è rivolta al Centro Clinico Nemo Sud (neuro muscular omnicentre), una tra le associazioni premiate da Oso e da allora, sottolinea "non mi sono sentita più sola, perché i medici che mi seguono posso sentirli quando ho bisogno e perché finalmente ho capito qual è la malattia contro cui devo combattere". Al Nemo Giusy è stata avviata al nuoto. "In acqua mi sento totalmente abile - spiega - il mio corpo è libero di muoversi. Ma non è stato facile, c'è stata una lunga trattativa con il mio istruttore, perché ero convinta che sarei affogata, che non sarei stata capace di reggermi a galla. Lo sport mi ha dato forza fisica, ma soprattutto mi ha aiutato a inserirmi in società, a mettermi in gioco". Giusy ci tiene a ripeterlo: "Non gareggio soltanto per me, ma per tutti coloro che lottano contro le malattie rare, malattie che ti isolano anche perché spesso prima di conoscerne le caratteristiche hai lo smarrimento di non capire cosa sono e quali sfide richiedono".
 Carmelo Messina 

Il capitano azzurro ha trovato l'amore giocando a pallone
Da sempre lo sport aiuta a cementare amicizie e far nascere i primi amori. È stato così anche per Carmelo Messina, capitano della Nazionale italiana di calcio a cinque, che alle prime olimpiadi per atleti con la sindrome di Down a Firenze nel 2016 ha conosciuto Nicole Orlando, vincitrice di quattro medaglie d'oro ai mondiali del Sudafrica. "Stiamo vivendo anche questa nuova fase - racconta Egidio, il padre di Carmelo - lei sta a Biella, noi vicino a Piazza Armerina, i ragazzi si sentono almeno 5 volte al giorno e pensano al matrimonio. E noi genitori valutiamo se possano sperimentare un'autonomia controllata". Lo sport per Carmelo ha rappresentato, dice suo padre, "una crescita intellettuale incredibile e un acceleratore formidabile della sua capacità di relazionarsi". Grazie alla Federazione italiana Sport Paraolimpici degli intellettivo relazionali Carmelo ha avuto un sostegno per continuare ad allenarsi quando la società di Piazza Armerina ha chiuso i battenti. Ora la fondazione Vodafone attraverso Oso finanzia il nuovo progetto Fisdr "Contropiede", per ridare ai tanti ragazzi con disabilità e non delle zone terremotate gli spazi, le attrezzature e gli strumenti per fare sport.
 Chiara Folco 

La quindicenne che si immerge come un delfino
Andare alla scoperta di un altro mondo e vedere da vicino creature su cui fantasticava sui libri. Sono soltanto alcune delle conquiste che Chiara Folco, ragazza autistica di 15 anni, ha fatto sue grazie a "Il mare un sorriso per tutti", il progetto di Anasend Onlus - Hsa Italia (tra i vincitori dei finanziamenti Oso) per avvicinare i disabili alle meraviglie del mondo subacqueo. La passione di Chiara per l'ambiente marino è cominciata prestissimo: a 3 anni ha iniziato a nuotare, ma la sua patologia non la portava a interessarsi ai giochi in acqua degli altri bambini, faceva lunghe nuotate in solitudine, con uno stile particolare tutto suo, simile al delfino. A 9 anni però, Chiara, per sua scelta, ha voluto provare l'immersione sott'acqua. Ha indossato la muta come fosse una seconda pelle, e nonostante vestirsi da sola fosse ancora un problema, da allora ha fatto soltanto passi avanti. In acqua Chiara apprende e rispetta le regole , fino a ottenere il brevetto "advanced diver" di Hsa Italia, che consente alle persone disabili di apprendere tecniche sicure per immersioni profonde. È la vittoria del suo istruttore, Alberto Duchiron, ma soprattutto la vittoria quotidiana di Chiara e della sua famiglia.
 Alfredo Vitale 

Sempre a canestro, dalla Calabria alla Scandinavia
Da sempre lo sport aiuta a cementare amicizie e far nascere i primi amori. È stato così anche per Carmelo Messina, capitano della Nazionale italiana di calcio a cinque, che alle prime olimpiadi per atleti con la sindrome di Down a Firenze nel 2016 ha conosciuto Nicole Orlando, vincitrice di quattro medaglie d'oro ai mondiali del Sudafrica. "Stiamo vivendo anche questa nuova fase - racconta Egidio, il padre di Carmelo - lei sta a Biella, noi vicino a Piazza Armerina, i ragazzi si sentono almeno 5 volte al giorno e pensano al matrimonio. E noi genitori valutiamo se possano sperimentare un'autonomia controllata". Lo sport per Carmelo ha rappresentato, dice suo padre, "una crescita intellettuale incredibile e un acceleratore formidabile della sua capacità di relazionarsi". Grazie alla Federazione italiana Sport Paraolimpici degli intellettivo relazionali Carmelo ha avuto un sostegno per continuare ad allenarsi quando la società di Piazza Armerina ha chiuso i battenti. Ora la fondazione Vodafone attraverso Oso finanzia il nuovo progetto Fisdr "Contropiede", per ridare ai tanti ragazzi con disabilità e non delle zone terremotate gli spazi, le attrezzature e gli strumenti per fare sport.