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Due D’Innocenzo a Berlino: "'La terra dell'abbastanza', l'assuefazione al male"

Nella sezione Panorama del Festival arriva l'opera prima di Damiano e Fabio D’Innocenzo, con due giovani protagonisti, Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti, il 'padre' Max Tortora e un cameo di Luca Zingaretti: "È un film sull'amicizia in un luogo dove la sconfitta è già scritta"

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BERLINO - I gemelli D'Innocenzo conquistano la Berlinale con la loro simpatia e il film di debutto, La terra dell'abbastanza, presentato nella prestigiosa sezione Panorama. I 29enni Fabio e Damiano raccontano una storia ambientata nella periferia estrema della capitale. Marco e Manolo sono amici fin dalle scuole elementari. Una sera, dopo un kebab consumato insieme in macchina tra le risate, in un parcheggio deserto, i due investono un uomo per sbaglio. La fuga, il senso di colpa e più un ribaltamento improvviso della prospettiva: l'incidente è una “svolta”, che permette loro di affacciarsi sul mondo criminale. L'uomo che hanno ucciso è un pentito di un clan della zona e togliendolo di mezzo i due si sono guadagnati un ruolo e l'ingresso nel traffico di droga, prostituzione. “Noi siamo bravi a uccidere”, scoprono loro malgrado i ragazzi.

Fabio e Damiano D’Innocenzo,il debutto a Berlino con 'La terra dell'abbastanza'

 
La terra dell'abbastanza, dove bisogna appunto farsi bastare quello che c'è perché non si ha la possibilità di scegliere, è immersa in un mondo che ricorda quello di Claudio Caligari, Amore tossico e Non essere cattivo. I due registi lo descrivono “un film sull'amicizia in un luogo dove la sconfitta è già scritta”. Bravi i due attori scelti per interpretare i protagonisti, Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti: “Di Matteo ci ha colpito il suo “prendere a mozzichi” la vita, in Andrea abbiamo trovato l'anima malinconica che cercavamo”, dicono i registi. Ad affiancare i giovani attori c'è Max Tortora, convincente nel ruolo del padre rassegnato di uno dei due che inconsapevolmente li indirizzerà alla scelta sbagliata, mentre Milena Mancini è la madre dell'altro. C'è anche spazio per Luca Zingaretti in versione criminale.

Fabio e Damiano D'Innocenzo 
 
“Con questo film volevamo raccontare di come sia facile assuefarsi al male” raccontano i cineasti che sono cresciuti a Tor Bella Monaca. “In un mondo in cui la sofferenza è sinonimo di debolezza i nostri due protagonisti si spingono oltre il limite della sopportazione, fingendo di non sentire nulla. Andranno fino in fondo, perché quando il sangue non fa più impressione e la paura non è più meccanismo di difesa, la violenza diventa l'unico linguaggio comprensibile”.

I protagonisti, Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti 
 
Ben accolti dalle critiche internazionali – per tutte quella di Hollywood Reporter – i gemelli annunciano di avere già due altri progetti pronti: un film western e una storia dark. “Siamo degli autodidatti, non abbiamo seguito un percorso di formazione ufficiale e finora abbiamo fatto lavori umili. Veniamo dalla periferia ma siamo vissuti in un ambiente dove non ci è mancato niente per essere felici, e dove abbiamo scoperto il cinema”. Della loro simbiosi artistica: “Tra noi c'è una fratellanza di immaginazione e poesia, abbiamo visto per anni tre quattro film al giorno, abbiamo studiato l'opera completa di tanti registi. Per il debutto abbiamo voluto una storia semplice, che ci appartiene anche se non è autobiografica”.