Spettacoli

CINEMA

'Le Brio' lo scontro tra prof e studentessa è multietnico

Parla Camélia Jordana, attrice di origine algerina che ha vinto il César come miglior attrice emergente, che nel film interpreta la combattiva Neïla. Il film ha aperto il Biografilm festival e sarà nelle sale italiane in autunno

3 minuti di lettura
Lui è un professore bigotto e razzista che straparla in quella che sembra ritenere la sua, prestigiosa e conservativa, Università di Panthéon-Assas a Parigi. Lei è una studentessa francese di origini arabe che vive nella banlieu di Créteil ed è al primo anno di corso. Più precisamente è il primo giorno del suo primo anno di corso: arriva a lezione in ritardo e il professore, quel professore, inizia ad offenderla. Allo sguardo sorpreso di lei, ai suoi tentativi di risposta fatti quasi sillabando le parole, lui la accusa di avere il "complesso di persecuzione". Da questo momento in poi, per il professor Pierre Mazard (Daniel Auteuil) sarà un continuo provocare: chiama la ragazza Fatima quando il suo nome è Neïla (Camélia Jordana), le dice che dal momento che non indossa il burqa può non vestire come una stracciona, che può fare questa o quest'altra cosa: è halaal, "lecito", permesso dall’Islam. Lui finirà per essere il suo mentore, lei lo ringrazierà pubblicamente.

'Le Brio', lo scontro multietnico tra prof e studentessa


Le Brio è il film di Yvan Attal con cui si è aperta la quattordicesima edizione di Biografilm Festival (Bologna, 14-21 giugno) che aveva dato un assaggio del suo programma in collaborazione con le giornate de La Repubblica delle Idee (7-10 giugno), presentando quattro storie in anteprima: Our New President, sul ruolo della propaganda russa nelle ultime presidenziali statunitensi, On Her Shoulders sul terrorismo ed estremismo, The Cleaners, sulla censura all’epoca dei social network e Iuventa il documentario di Michele Cinque sul dramma dei naufragi dei migranti.

'Iuventa', il doc sulla nave dei migranti alla Repubblica delle idee


Le Brio aggira elegantemente i rischi di cadere nel cliché e presentare due personaggi che potrebbero sembrare caricaturali: Mazard l’intellettuale cinico, Neïla la studentessa di periferia, francese di seconda generazione, che vive il suo momento di gloria nell’Università frequentata da ricchi figli di papà. E ci riesce innanzitutto perché quasi nuova è l’idea per il cinema francese di un rapporto professore-studente a L’Attimo Fuggente. Piuttosto crudeli sono gli insegnanti di Vigo in Zero in Condotta o quelli di Truffaut ne I 400 colpi. Poi ci riesce grazie ai protagonisti, Daniel Auteuil e Camélia Jordana, che il regista Attal ha voluto vedere interagire sul set prima di confermarli per i ruoli, “per essere sicuro che non ci fossero rischi di love story” racconta Camélia. E infine Le Brio ci riesce per il motivo stesso che è il titolo: brio nella traduzione italiana significa sia "a pieni voti" che, come in francese, "brio". Il film è veloce e divertente. Così come piena di brio è la sua protagonista, Camélia Jordana (Due sotto il burqa), venticinque anni, nata in Francia da genitori di origine algerina, che per questo ruolo si è aggiudicata il César (l'Oscar francese) per la migliore promessa femminile. "Che responsabilità ora! – esclama sorridendo - È stato super emozionante, sapevo che avrei potuto vincere, sono arrivata tra le cinque finaliste, ma non me l’aspettavo”. La cosa bella per Camélia è che il premio per la migliore promessa, “speranza” – come lo traduce lei - sia andato non solo a lei, ma in un certo senso al film stesso: “i protagonisti sono di due generazioni, due razze, due mondi apparentemente diversi. Poi si conoscono e scoprono di voler avere a che fare l’uno con l’altro: è un segnale fortissimo che viene dal mondo del cinema”. Nel film il professor Mazard cercherà di fare ammenda preparando Neïla per il concorso di retorica a cui partecipano, ogni anno, gli aspiranti avvocato dell’Università di Panthéon-Assas.
Daniel Auteuil è il professor Pierre Mazard 
Nel mondo di oggi non si può fare a meno di stabilire un contatto con gli sconosciuti: questo per Camélia è scontato: “siamo nel 2018, possiamo viaggiare, abbiamo smartphone con i quali sappiamo tutto quello che succede, ci innamoriamo ovunque e possiamo fare figli con chiunque: il mondo è un grande mix. Quelle che un tempo erano considerate minoranze possono e stanno diventando le maggioranze: le donne hanno più potere, le persone di colore hanno una voce grazie a chi è riuscito a diventare un’icona, penso ai rapper o agli attori neri. L'uomo nero oggi è sexy, non è quello diverso”. Con sicurezza Camélia dice: "in due generazioni il colore della pelle non sarà più un problema". Per questo ruolo l'attrice ha preso ispirazione da sua mamma e dalla sua migliore amica: “Mia mamma ha dovuto smettere di andare a scuola quando aveva 14 anni per aiutare la sua famiglia: erano tantissimi fratelli ed erano poverissimi. È stato un sacrificio per lei perché amava molto studiare. Lei mi ha trasmesso questa passione che io ho poi esplorato e approfondito nel film: la protagonista è giovane, è un pesce nel mare. Si trova catapultata in un sistema di classi sociali, è costretta a relazionarsi con dei codici che non sono i suoi e combatte tutto questo per arrivare dove vuole arrivare. Una delle mie più care amiche è una combattente come lei, non risparmia nessuno”. Poi, naturalmente, da queste due donne importanti Camélia torna a sé: “anche io amo la parola come Neïla". Le Brio, con le lezioni di retorica del professor Mazard fatte sui testi di Schopenhauer, Rabelais e Nietzsche è anche una dichiarazione d’amore per la cultura e la scrittura. "In Europa in generale e in Francia in particolare sentiamo il peso di un patrimonio sulle nostre spalle: se sei francese, devi sapere tutto della tua storia. E questo per le nuove generazioni può fare spavento, fa venire voglia di scappare. Ma Le Brio dice loro: la cultura è gratis, abbiamo la possibilità di imparare a scuola, ad ogni angolo delle strade ci sono biblioteche, cinema, teatri. Non è un lavoro, non ci sono responsabilità, è qualcosa da fare per noi stessi, per nutrirci. A quel punto, abbiamo a disposizione l’arma più potente".