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Il muratore Omar e il suo cine Paradiso. Storia di un cinefilo argentino

Presentato all'Ischia Film Festival, il documentario della regista argentina Luz Ruciello racconta il lungo percorso del muratore di Villa Elisa che dopo aver visto chiudere uno a uno tutti i cinema della sua città ha deciso di costruirne letteralmente uno con le sue mani

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Per 168 domeniche Omar J. Borcard, operaio e muratore argentino, ha lavorato senza interruzione. Sua moglie pensava stesse allargando la loro casa, solo dopo un po' di tempo ha trovato il coraggio di confessarle cosa stava facendo: costruiva una sala cinematografica. Quando l'ha saputo lei gli ha detto: "Chi ti darà i soldi per il proiettore?", Omar gli ha risposto: "Ci penserà Dio". Quando infine la sala cinematografica era pronta ma senza proiettore il muratore cinefilo si sedeva in fondo, puntava lo sguardo dove avrebbe dovuto esserci lo schermo, chiudeva gli occhi e sognava il cinema. Un cine en concreto è il documentario di Luz Ruciello che racconta la sua storia, è stato presentato alla XVI edizione dell'Ischia Film Festival, diretto da Michelangelo Messina e Boris Sollazzo che si chiude oggi al Castello Aragonese.

'Un cine en concreto', il muratore Omar e il suo cinema paradiso


Luz Ruciello per nove anni ha seguito Omar, fin da quando "annoiata nella mia città natale sono uscita per una passeggiata e sono capitata nella strada di Omar dove la scritta "cine", invece del solito "drugstore", mi ha attirato. Negli anni il nostro rapporto è cambiato molto, io sono quella passionale, pronta a imbarcarsi in molte battaglie, lui è quello tenace. È stata la sua perseveranza e la sua pazienza a farmi andare avanti nel progetto, mi ha dato fiducia fin dal primo momento. Per anni mi sono chiesta cosa lo muoveva, mi domandavo dove trovava la forza di continuare la sua battaglia, ma in realtà la risposta era molto semplice: quando ha rivelato agli altri della sua comunità il suo progetto cioé una sala cinematografica per i bambini, i ragazzi e le famiglie di Villa Elisa tutti lo hanno sostenuto e non gli hanno permesso il lusso di mollare".

La regista Luz Ruciello 

Omar aveva ragione quando, rispondendo alla moglie, aveva tirato in ballo Dio. Un giorno mentre guidava verso casa dopo il lavoro sentì alla radio la storia di un prete che per anni aveva avuto un cinema ambulante, girò immediatamente la macchina e si presentò in radio. Quel prete decise di offrirgli il suo proiettore, un Gaumont del 1928, "dopo quattro proiezioni avevo imparato ad usarlo", racconta Omar nel film. Per anni il suo Cine Paradiso è stato la meta di tutti quelli che, come lui, si sentivano orfani di una sala cinematografica, ragazzini che andava a cercare nelle borgate regalando loro i biglietti o fuori dalla scuola annunciando il film delle 6:30 del venerdì e sabato. La radio ha continuato a ospitarlo con una sua trasmissione di classici argentini che era anche occasione per invitare la gente in sala "per molti dei ragazzini che venivano nella mia sala era la prima occasione della loro vita di vedere un film sul grande schermo" ricorda nel film.


Il nome della sala, come si può facilmente immaginare, viene dal film di Giuseppe Tornatore. "Omar si identifica in entrambi i protagonisti, il ragazzino e l'anziano proiezionista - dice la regista - ho provato a inserire qualche immagine del film nel documentario, ma avrei dovuto pagare 2000 dollari per ogni minuto e ho rinunciato". D'altronde se Omar ha combattutto per anni con le difficoltà economiche (fa impressione vederlo girare sempre sulla sua vecchia macchina col parabrezza spaccato mentre distribuisce biglietti e cerca contributi), anche il progetto del film è stato molto tormentato. "La campagna di crowdfunding per il documentario è stata molto dura, ci ho lavorato anche otto ore al giorno - racconta Luz - sentivo un grande imbarazzo a passare davanti la macchina da presa e chiedere soldi per il mio progetto, una settimana dopo la fine della raccolta mi hanno ricoverato in ospedale per una paralisi facciale dovuta allo stress". Il risultato però è stato raggiunto e oltre a trovare fondi per il film sono riusciti a comprare un nuovo proiettore per il cinema di Omar.


Ma la storia di Omar ha vissuto un altro colpo di scena. Il terreno dove aveva costruito la sala apparteneva alla sua famiglia, ma non era solo suo, ad un certo punto i suoi fratelli hanno voluto venderlo. Nel film si vede Omar smontare a mano asse dopo asse il cinema che ha costruito e poi vederlo distruggere a colpi di macchina demolitrice, "decisi dentro di me che non sarei più passato per quella strada". Un cine concreto è anche un film sulla famiglia: quella che non ha capito l'importanza del suo sogno, quella che invece l'ha fatto (i familiari di sua moglie) e quella cinematografica fatta dalle persone che hanno condiviso con lui questa passione. "È un chiaro esempio di quanto importante sia la generosità e la solidarietà tra essere umani - dice Luz Ruciello -  Siamo indifferenti a quelli che hanno meno di noi, non li vediamo, ci nascondiamo dietro al pensiero "abbiamo tutti dei problemi. È vero ma qualche volta basta fermarsi ad ascoltare gli altri e non voltargli la schiena. Omar ha costruito un rifugio per dare e ricevere amore e la gente prova nei suoi confronti un'infinita gratitudine".

Il (nuovo) cinema Paradiso è sempre aperto, anche se Luz non sa per quanto. "La crisi economica in Argentina è stata esarcebata dalle politiche liberali del nostro presidente. Le persone con poche risorse sono condannate.  L'attuale condizione del mio paese è molto triste. Da circa qualche mese vivo a Barcellona ma torno a trovare Omar ogni volta che torno a casa".