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Disastro Argentina, col Perù fa 0-0: per i Mondiali resta solo un filo di speranza

Lionel Messi sconsolato a fine partita (ansa)
Messi e compagni incapaci di vincere in casa, ora sono sesti. Grazie al ko interno della Colombia contro il Paraguay potrebbero ancora conquistare gli spareggi vincendo in casa dell'Ecuador, già eliminato
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E alla fine anche la Bombonera conosce il silenzio. Anzi, per qualche minuto la disperazione. L'Argentina non batte il Perù (0-0), è sesta nel girone sudamericano a un turno dal termine. Praticamente fuori dalla corsa verso i Mondiali russi, il timbro ufficiale lo metterebbe il Cile in casa nei 90 minuti conclusivi contro il qualificato Brasile. Messi, alla prima assoluta nella casa del Boca, esce a testa bassa, dopo oltre 90 minuti tra i mastini peruviani e gli assist falliti dai compagni. La riscossa con la Seleccion per rimediare alle finali perdute negli anni passati è destinata a rimanere tale. Mascherano, zoppica e piange. Il destino che passa all'incasso, il dramma è in attesa dell'ultima puntata. Non ci sarebbe margine neppure per il quinto posto che vale lo spareggio contro la Nuova Zelanda. Argentini senza Mondiali, come se gli All Blacks disertassero la Coppa del Mondo di rugby. E invece no. Mentre arrivava il triplice fischio alla Bombonera, il Paraguay con l'ex romanista Sanabria ribaltava il risultato in Colombia (1-2), riaprendo i giochi per l'Albiceleste, incredibilmente ancora titolare del proprio destino: se vincesse in Ecuador (in altura ma contro una squadra già eliminata) tra pochi giorni staccherebbe il pass almeno per lo spareggio per la Russia senza l'occhio fisso sui risultati dagli altri campi.

Soprattutto su Perù-Colombia, le due avversarie per il viaggio in Russia assieme al Cile (due posti disponibili per il passaggio diretto e uno per i playoff, cileni ora a 26 punti dopo il successo sull'Ecuador,  a pari punti con i colombiani e con un punto in più dei peruviani e degli argentini). Insomma, la sceneggiatura alla Bombonera è scritta e poi rivista, è anche la magia del girone sudamericano per i Mondiali, che riserva storie tra estasi e lacrime. Ma resta la crisi senza soluzione di continuità dell'Argentina, ormai prigioniera di paure, incubi delle finali perdute, anche nella gestione Sampaoli.

Con il peggior attacco del girone, 16 gol in 17 partite. Senza gioco, senza ritmo. E senza compagni all'altezza di sostenere Messi, che con la Seleccion si danna, arretra, costruisce, conclude in porta meno rispetto alle raffiche in maglia Barcellona. Solo la Pulce, seppur a intermittenza, ha creato pericoli all'ordinato e tosto Perù, chiamato alla gara della vita per andare ai Mondiali, 35 anni dopo l'ultima partecipazione. Benedetto, la punta del Boca Juniors che Sampaoli preferisce a Higuain, con Icardi e Dybala in panca anche per cambi esauriti, causa infortuni, spreca quattro assistenze del 10 del Barcellona a pochi metri dalla porta. Ovvero, le uniche occasioni concesse dagli avversari che interpretano la gara imitando i cileni della doppia finale di Coppa America: tris in marcatura su Messi e fallo sistematico, a turno, quando la Pulce evade dai controlli.

Quindi, non è solo il destino a separare - per ora - gli argentini dai Mondiali, ma anche poca mira e poca, pochissima qualità in mezzo al campo, con Messi costretto a giocare spesso a 40-50 metri dalla porta avversaria. Per ora la tragedia sportiva è solo rimandata: per vincere in Ecuador, occasione concessa dagli altri campi, serviranno cuore e attributi.

Messi, il peggior tiro della carriera: nella sua svirgolata la crisi dell'Argentina

MESSI CI PROVA MA L'ALBICELESTE STENTA - Sampaoli costruisce l'undici iniziale per fare spazio a Messi: Dybala in panca affianco a Icardi, la Pulce si piazza un passo dietro la punta centrale, Benedetto (una sentenza con la casacca del Boca, 31 centri in 38 gare ufficiali), con il Papu Gomez e Di Maria esterni, mentre Biglia sfila la regia a Paredes. Tra i peruviani invece in avanti c'è il duo Jefferson Farfan e Pablo Guerrero. Nei primi minuti c'è solo la Seleccion: Messi e Gomez si scambiano la posizione sulla trequarti ma i peruviani giocano stretti, due linee da quattro in pochi metri. La prima occasione è per la Pulce, tiro da fuori area dopo un calcio d'angolo, con deviazione della difesa peruviana. Poi riemerge il vizio della squadra di Sampaoli: poco gioco, pochissima qualità a metà campo e Messi obbligato a giocare almeno quasi 30 metri più dietro rispetto alle abitudini in maglia blaugrana. Per un tiro in porta, ripassare alla mezz'ora, con Gomez, da posizione defilata. Ma è Farfan, bruciando Mascherano sul primo palo, a separare per un attimo dal respiro la Bombonera. Al 38' la Pulce ne salta due e spara da fuori area, sfiorando il palo. E poi mette un cioccolatino sulla testa di Benedetto, che a tre metri dalla porta mette alto di testa. Con il gol del cileno Vargas all'Ecuador a fine primo tempo, l'Albiceleste, in preda alle sue ansie e difetti di fabbrica, è sesta, fuori dai Mondiali.

LA PULCE E' SOLA, LA BOMBONERA TACE - Nella ripresa c'è Rigoni, talento dello Zenit, per l'inconsistente Di Maria. Per Dybala, solo panca. Trenta secondi di gioco, Messi centra il palo di destro dopo un paio di rimpalli e dopo aver messo, di nuovo, Benedetto in solitudine davanti al portiere. Pare una maledizione, ma l'Albiceleste sale di giri: al 56' è il Papu Gomez a centrare il portiere peruviano Gallese sotto misura, ancora assist di Messi. Quattro minuti dopo riappare Gago, idolo di casa, in campo per l'Argentina dopo anni di assenza, fuori Banega, mai pervenuto. Messi si danna: tre avversari saltati in un fazzoletto di erba, palla a Rigoni a 20 centimetri dalla porta, rimpallato dalla linea Maginot peruviana. Ma Gago è costretto a uscire, infortunio al ginocchio destro, dopo pochi minuti: al 65' dentro Enzo Perez, cambi finiti per Sampaoli, niente Icardi, così come Dybala. Poco più di 20 minuti per un gol, tutto sulle spalle di Messi. Che rimette Benedetto davanti a Gallese, il portiere del Perù: il centravanti del Boca spreca ancora. Poi Messi scompare, mentre l'Argentina in realtà non era mai esistita. Il nulla, sino al fischio finale. Sino alla disperazione della Bombonera, prima del miracolo del Paraguay e l'ultima chance per Messi e compagni in Ecuador.
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