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Il tocco della dita sullo smartphone racconta chi siamo

Il tocco della dita sullo smartphone racconta chi siamo
Una ricerca australiana mostra che è possibile tracciare il profilo degli utenti attraverso semplici gesti che fanno tutti: "Può essere un modo furtivo per seguirci e trasmettere dati a terze parti e alla pubblicità"
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DIMMI come digiti sullo smartphone e ti dirò chi sei. Una ricerca della divisione Data61 del Consiglio nazionale delle ricerche australiano (Csiro) mostra che è possibile distinguere ogni utente dal modo in cui fa swipe o tap - ovvero da come striscia il dito o picchietta - sullo schermo touch del suo telefono. Un'occasione ghiotta soprattutto per gli sviluppatori di app, interessati a estrarre dati utilizzabili dalla pubblicità o da terze parti.

Lo studio è stato presentato nei giorni scorsi a Barcellona in occasione del Privacy Enhancing Technologies Symposium.

• LO STUDIO
I ricercatori hanno creato un gioco per Android e hanno 'catturato' 40mila 600 gesti da 89 utenti, e dimostrato che un tocco contiene un numero di informazioni sufficienti per tracciarne il profilo. L'app, chiamata TouchTrack, è stata installata su 49 diversi dispositivi.

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"I nostri risultati mostrano che dalla scrittura su una tastiera touch è possibile ricavare un 73,7% di dati utili, mentre il dito che striscia sulla tastiera da destra verso sinistra ne rivela il 68,6%", scrivono i ricercatori. La combinazione di dati diversi - il dito che aziona un comando, la scrittura su touch, lo swipe - delinea il profilo dell'utente al 98,5%, tracciando caratteristiche come la velocità del gesto, la durata, l'area di schermo coperta, la pressione del tocco sullo schermo, l'orientamento del dito.

• I RISCHI PER LA PRIVACY
 Una tecnologia capace di riconoscere il tocco degli utenti può proteggere il telefono da utenti sconosciuti e tenere lontano i minori da contenuti per adulti, ma rappresenta anche un nuovo rischio per la privacy degli utenti.

"Tracciare il comportamento degli utenti basandosi sul tocco sullo schermo di uno smartphone è una maniera furtiva per seguirci - dice Mohamed Ali (Dali) Kaafar, direttore per la sicurezza e la privacy di Data61 e docente di cybersicurezza all'Università Macquarie di Sydney - Non richiede autorizzazione e la maggior parte delle persone può ritenerla  innocua o irrilevante. In realtà è una maniera davvero potente per raccogliere dati degli utenti. Non c'è nulla nel sistema operativo dei telefonini che impedisca alle applicazioni di usare questi dati".