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Facebook testa la doppia bacheca: da una parte amici e "paganti", dall’altra i contenuti non prioritari

Facebook testa la doppia bacheca: da una parte amici e "paganti", dall’altra i contenuti non prioritari
(ap)
L'esperimento in corso in sei Paesi del mondo. Ma Adam Mosseri, grande capo del newsfeed, rassicura: "Vogliamo solo capire, nessun piano di espansione mondiale"
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FACEBOOK vorrebbe dividere la bacheca in due, separando i post commerciali - cioè le inserzioni a pagamento - da quelle personali e gratuite. Tutto questo per spingere ancora di più la pubblicità. Sta testando la faccenda in sei piccoli mercati (Sri Lanka, Slovacchia, Serbia, Bolivia, Guatemala e Cambogia) e facendo ruotare l'esperimento nella sezione Explore, la newsfeed alternativa lanciata poco tempo fa ma che in quei mercati è in realtà una cosa diversa. Lì dentro finirebbero anche i post delle pagine di cui siamo fan, dove cioè abbiamo cliccato Mi piace, ma che non rientrino in una qualche operazione di sponsorizzazione. Non è l'unica sperimentazione "limitata" eseguita dal social: anche in Italia ad esempio ci sono funzioni non disponibili per tutti gli utenti ma che qualcuno invece già usa, come ad esempio la diretta audio per la nuova striscia quotidiana su Fb di Fiorello, "Il socialista".

La doppia bacheca disegnerebbe una situazione piuttosto paradossale per cui nella bacheca principale, quella che oltre due miliardi di utenti frequentano ogni giorno, resterebbero i post degli amici e le inserzioni a pagamento o comunque i post che abbiano alle spalle un investimento pubblicitario. Chi paga, insomma, rimane in corsia preferenziale. Tutto il resto finirebbe sotterrato nella sezione Explore. L'esperimento sembra aver fatto infuriare i media slovacchi, che hanno visto precipitare di quasi il 70% le interazioni organiche degli utenti, cioè quelle naturali non a pagamento, sulle loro pagine dove rilanciano i contenuti e le notizie. 

Un test che per Adam Mosseri, plenipotenziario della bacheca, non dovrebbe coinvolgere il resto del mondo. Ma allora perché sperimentare una distribuzione dei contenuti tanto influente sugli equilibri in particolare di chi fa informazione ma anche, al di là dei media, per chi gestisce pagine interessanti (musicisti, squadre sportive, pagine d'arte e di cultura, personaggi) senza essere un inserzionista pagante? Secondo un post sul blog ufficiale della stessa Facebook firmato da Mosseri, una bacheca rimane insomma su contatti e famiglia, l'altra propone i contenuti delle pagine che ci piacciono.

L'esperimento procederà per alcuni mesi e se da una parte appare restrittivo in termini di coinvolgimento dell'utenza da parte di chi non sia disposto a sborsare, dall'altra delinea con chiarezza il percorso di Facebook,
specie se visto appaiato a Watch, la piattaforma per i video professionali che guarda più a YouTube che alle piattaforme stile Netflix: un percorso che ha il sapore della tradizione e che rischia di trasformare il social in una piattaforma bifronte. Da una parte le cose private infarcite di contenuti "spinti" dalla pubblicità che ricordano un mezzo tradizionale che alla viralità sostituisce il fatturato, dall'altra quelli di chi non paga.