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Facebook sotto accusa per pubblicità razzista: dagli annunci immobiliari esclusi neri, ispanici, disabili

Facebook sotto accusa per pubblicità razzista: dagli annunci immobiliari esclusi neri, ispanici, disabili

Un’inchiesta di ProPublica torna sul punto già sollevato un anno fa, verificando che nulla è cambiato nella possibilità di escludere certe porzioni di utenza dal target delle inserzioni, discriminandole. Ma stavolta arrivano le scuse del social

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SECONDO un'inchiesta di ProPublica Facebook continua a ospitare inserzioni e pubblicità di abitazioni e case che discriminano certi gruppi etnici o persone disabili. Lo scandalo era esploso esattamente un anno fa, nell'ottobre 2016, quando la testata statunitense aveva acquistato un'inserzione in quella specifica categoria di annunci immobiliari escludendo dal target prescelto per la visualizzazione neri, ispanici, disabili e asiatici. Oltre a essere eticamente scorretto, sia negli Stati Uniti che in molti altri mercati si tratta di un'azione contro la legge. Facebook aveva assicurato che avrebbe modificato la procedura lo scorso febbraio per risolvere la questione. Così, però, non è avvenuto.
 
Infatti ProPublica è tornata sull'argomento, riuscendo a ripetere senza problemi né ostacoli ciò che era stato fatto un anno fa. Cioè ad acquistare di nuovo una serie di pubblicità sulla piattaforma bloccando dalla visualizzazione categorie come utenti afroamericani, persone interessate in rampe per carrozzine, ebrei e utenti ispanofoni. La maggior parte degli annunci è stata approvata in pochi minuti, a parte uno che escludeva dal target persone "interessate all'Islam, all'Islam sunnita e sciita". È stato comunque approvato dopo poco tempo.
 
La questione ricorda alla lontana lo scandalo in cui incappò mesi fa Airbnb, la piattaforma di affitto di stanze e abitazioni, per cui i proprietari rifiutavano di concedere l'alloggio a persone di colore, disabili oppure omosessuali. La compagnia partì allora all'attacco di quelle discriminazioni con una quantità di iniziative contro ogni genere di discriminazione. Ora ci casca anche Facebook - pure coinvolta appena due mesi fa in un'altra simile situazione legata ai post pubblicitari destinati agli antisemiti - che pure ha espresso le proprie scuse con una dichiarazione ufficiale di Ai Vora, vicepresidentessa del product management di Menlo Park: "Si è trattato di un fallimento nelle nostre procedure e siamo dispiaciuti di non aver mantenuto le promesse" ha spiegato la top manager del gruppo californiano.