Vaticano

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Papa: "Porre fine a sterminio in Siria. Politici e militari portino frutti di pace nel mondo"

Papa Francesco nel messaggio di Pasqua che ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi ha citato la Siria, la Terra Santa, lo Yemen, l'intero Medio Oriente e poi l'Africa e in particolare il Sud Sudan, la Penisola Coreana, l'Ucraina, il Venezuela. In Piazza San Pietro presenti oltre 80mila persone: a Roma in aumento fedeli alle celebrazioni. Sicurezza sotto controllo

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CITTÁ DEL VATICANO - "Si ponga termine immediatamente allo sterminio in corso". Lo ha chiesto Papa Francesco nel messaggio di Pasqua che ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi (ovvero alla città di Roma e all'intero pianeta), rivolgendosi dalla finestra del palazzo Apostolico in Vaticano ai fedeli presenti in piazza San Pietro e citando espressamente la Siria, la Terra Santa, lo Yemen, l'intero Medio Oriente e poi l'Africa e in particolare il Sud Sudan, la Penisola Coreana, l'Ucraina, il Venezuela. "Oggi - ha detto Francesco - domandiamo frutti di pace per il mondo intero, a cominciare dall'amata e martoriata Siria, la cui popolazione è stremata da una guerra che non vede fine".


• L'APPELLO: "POLITICI E MILITARI PORTINO FRUTTI DI PACE IN TUTTO IL MONDO"
"In questa Pasqua - ha scandito - la luce di Cristo Risorto illumini le coscienze di tutti i responsabili politici e militari, affinchè si ponga termine immediatamente allo sterminio in corso, si rispetti il diritto umanitario e si provveda ad agevolare l'accesso agli aiuti di cui questi nostri fratelli e sorelle hanno urgente bisogno, assicurando nel contempo condizioni adeguate per il ritorno di quanti sono stati sfollati".

È l'appello lanciato da Papa Francesco nel messaggio di Pasqua. "Cristo è la vera speranza del mondo, quella che non delude - sottolinea il Pontefice - È la forza del chicco di grano che caduto in terra se non muore rimane solo; se invece muore produce molto frutto. Noi cristiani crediamo e sappiamo che la risurrezione di Cristo è la vera speranza del mondo, quella che non delude, è la forza che davvero rinnova il mondo".

Una speranza che "porta frutto anche oggi, nei solchi della nostra Storia, segnata da tante ingiustizie e violenze; dove ci sono miseria ed esclusione, dove c'è fame e manca il lavoro, in mezzo ai profughi e ai rifugiati tante volte respinti dall'attuale cultura dello scarto, alle vittime del narcotraffico, della tratta di persone e delle schiavitù dei nostri tempi".

"Dialogo" è implorato per la penisola coreana, "perché i colloqui in corso promuovano l'armonia e la pacificazione della regione", pace "per l'Ucraina, affinché si rafforzino i passi in favore della concordia e siano facilitate le iniziative umanitarie di cui la popolazione necessita" e "consolazione" per il popolo venezuelano affinché "possa trovare la via giusta, pacifica e umana per uscire al più presto dalla crisi politica e umanitaria che lo attanaglia".

• IL PONTEFICE NON DIMENTICA I BAMBINI VITTIME DELLE GUERRE
Nella sua preghiera, il pontefice non dimentica "i bambini che, a causa delle guerre e della fame, crescono senza speranza, privi di educazione e di assistenza sanitaria" e gli anziani "scartati dalla cultura egoistica, che mette da parte chi non è 'produttivo'". Saggezza è invece il dono chiesto "per coloro che in tutto il mondo hanno responsabilità politiche, perché rispettino sempre la dignità umana, si adoperino con dedizione a servizio del bene comune e assicurino sviluppo e sicurezza ai propri cittadini".

La Pasqua, ha detto Bergoglio nell'omelia a braccio della messa celebrata sul sagrato di piazza San Pietro, "è una sorpresa", perché "gli annunci di Dio sono sempre sorprese". E "per dirlo un po' con il linguaggio dei giovani: la sorpresa è un colpo basso; tu non te lo aspetti. E Lui va e ti commuove". L'annuncio è dunque il primo dei tre concetti su cui il Pontefice invita a riflettere. Il secondo è la fretta: "Le sorprese di Dio ci mettono in cammino, subito, senza aspettare". La gente corre, dice il Papa che cita "la casalinga che lascia le patate nella pentola e le troverà bruciate, ma l'importante è andare". E c'è chi corre ma anche "uno che si prende un po' di tempo, non vuole rischiare. Ma il Signore è buono, lo aspetta con amore, è Tommaso - cita il Vangelo - Anche il Signore ha pazienza per coloro che non vanno così di fretta".

Infine il terzo concetto che Pontefice ha proposto rivolgendo una domanda alla folla in piazza: "Ho il cuore aperto alle sorprese di Dio, sono capace di andare di fretta o sempre con quella cantilena: 'Ma, domani vedrò, domani, domani?'. L'annuncio fatto sorpresa, la corsa\andare di fretta, e la domanda: 'E io, oggi, in questa Pasqua 2018, io che faccio? Tu, che fai?'".

• A ROMA IN AUMENTO I FEDELI ALLE CELEBRAZIONI: PIÚ 20 PER CENTO
Con la celebrazione di questa mattina in Piazza San Pietro e la benedizione 'Urbi et Orbi' del Santo Padre, si sono chiuse le più importanti ricorrenze della Pasqua e sei (dei sette eventi), supervisionati sul fronte della sicurezza dalla Questura di Roma. In tutte le manifestazioni religiose, spiega una nota della Questura, si è registrato un significativo aumento delle presenze di fedeli, in media superiore al 20 per cento rispetto allo scorso anno: in 20.000 hanno affollato, per la Via Crucis, l'area del Colosseo, a fronte dei 15.000 dello scorso anno, mentre oltre 80.000 hanno partecipato alla celebrazione di oggi, a Piazza San Pietro, alla presenza di Papa Francesco.