Vaticano

Papa Francesco a Bari: "Il Medio Oriente piange mentre altri lo calpestano in cerca di potere e ricchezze"

La giornata del Pontefice con tutti i patriarchi delle Chiese orientali. "Su questa splendida regione una fitta coltre di tenebre: guerra, violenza e distruzione, fondamentalismo, migrazioni forzate e abbandono. Nel silenzio di tanti e con la complicità di molti”

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“Basta usare il Medio Oriente per profitti estranei al Medio Oriente!”. Tuona Francesco, dopo il dialogo a porte chiuse avvenuto questa mattina a Bari fra i patriarchi di tutte le Chiese del Medio Oriente, contro chi vuole sfruttare una regione oggi “in agonia”. E dice: “Non si dimentichi il secolo scorso, non si scordino le lezioni di Hiroshima e Nagasaki, non si trasformino le terre d’Oriente, dove è sorto il Verbo della pace, in buie distese di silenzio. Basta contrapposizioni ostinate, basta alla sete di guadagno, che non guarda in faccia a nessuno pur di accaparrare giacimenti di gas e combustibili, senza ritegno per la casa comune e senza scrupoli sul fatto che il mercato dell’energia detti la legge della convivenza tra i popoli!”.
 
Dopo un dialogo serrato aperto da Pierbattista Pizzaballa, amministratore del patriarcato latino di Gerusalemme, che ha parlato dei cambiamenti epocali in corso in Medio Oriente, con la richiesta che la Chiesa non sia subalterna ai poteri politici e sia vicina piuttosto a tutte le minoranze, è Francesco a chiedere di porre fine “ai tornaconti di pochi sulla pelle di molti!”. E ancora: “Basta alle occupazioni di terre che lacerano i popoli! Basta al prevalere delle verità di parte sulle speranze della gente! Basta usare il Medio Oriente per profitti estranei al Medio Oriente!”.
  Per Francesco le vittime della “piaga” della guerra che “tragicamente assale quest’amata regione” è “la povera gente”. “Pensiamo alla martoriata Siria”, dice. “La guerra è figlia del potere e della povertà. Si sconfigge rinunciando alle logiche di supremazia e sradicando la miseria. Tanti conflitti sono stati fomentati anche da forme di fondamentalismo e di fanatismo che, travestite di pretesti religiosi, hanno in realtà bestemmiato il nome di Dio, che è pace, e perseguitato il fratello che da sempre vive accanto”. Ma la violenza “è sempre alimentata dalle armi. Non si può alzare la voce per parlare di pace mentre di nascosto si perseguono sfrenate corse al riarmo. È una gravissima responsabilità, che pesa sulla coscienza delle nazioni, in particolare di quelle più potenti”.
 
E parla anche di Gerusalemme, il Papa, la cui identità va preservata “al di là delle varie dispute e tensioni, e il cui status quo esige di essere rispettato secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale e ripetutamente chiesto dalle comunità cristiane di Terra Santa”. Solo “una soluzione negoziata” tra israeliani e palestinesi, “fermamente voluta e favorita dalla Comunita? delle nazioni, potra? condurre a una pace stabile e duratura, e garantire la coesistenza di due Stati per due popoli”.