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Palermo. Scopriamola ora che si sta facendo ancor più bella

La Cattedrale 
Nel capoluogo siciliano fervono i lavori e i preparatvi in vista del prossimo anno da capitale italiana della cultura. Un motivo in più per (ri)scoprirne i segreti
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Chi l’ha visitata recentemente è ritornato a casa entusiasta. Più bella che mai, Palermo è reduce da un’estate che ha fatto il pieno di turisti e si sta preparando a diventare la Capitale Italiana della  Cultura 2018.  Un riconoscimento che vale un milione di euro, da utilizzare in interventi  infrastrutturali in grado di lasciare un segno duraturo e positivo. Arte, storia e cultura sono i punti forti del capoluogo siciliano. Tanti i luoghi simbolo che un visitatore non può assolutamente mancare. Da Palazzo dei Normanni, con la Cappella Palatina, alla splendida Cattedrale, dalla Chiesa di San Giovanni degli Eremiti  a Palazzo Abatellis e al Castello della Zisa.

Palazzo dei Normanni, conosciuto anche come Palazzo Reale, fu costruito intorno al X secolo dagli emiri arabi, su antichi resti punici e romani, e poi  trasformato in dimora fortificata dai re Normanni. Pur essendo la sede dell'Assemblea Regionale Siciliana, il palazzo è in parte aperto al pubblico che può visitare il cortile Maqueda e numerose sale, oltre agli appartamenti della Regina e alla Torre dei Venti. Ma il vero e proprio gioiello del palazzo è la Cappella Palatina, voluta da Ruggero II  e costruita tra il 1130 e il 1132, con opere realizzate da maestranze ed artisti di religioni diverse, inclusa quella musulmana. Splendidi il soffitto ligneo dipinto, simbolo della mediazione tra cielo terra, e  i mosaici bizantini. Poco lontano si trova la Cattedrale, edificata nel 1184 e successivamente  modificata. Al suo interno conserva le tombe di Enrico VI, Federico II, Ruggero II e di Costanza D’Aragona, oltre alle reliquie di Santa Rosalia, amata protettrice della città, e a  passi del Corano incisi su una colonna.

Un altro dei monumenti simbolo di Palermo è la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, con le sue insolite cupole rosse e il bel chiostro. Fu costruita tra il 1130 e il 1148 per volontà di Ruggero II, nel luogo dove sorgevano un antico convento e, durante la dominazione araba, una moschea.

Palazzo Abatellis, dimora quattrocentesca in stile tardo gotico catalano, è la sede della Galleria Regionale di Sicilia dove sono esposte opere di artisti siciliani,  tra i quali la celebre Annunziata di Antonello da Messina.
Il Teatro Massimo 
Il Museo di Arte Islamica è ospitato nel Castello della Zisa, realizzato da lavoratori arabi durante alla dominazione normanna come residenza estiva  per il riposo e lo svago del sovrano. Qui si trova una lapide funeraria redatta in giudaico, latino, greco e arabo, che mostra i diversi sistemi di datazione del mondo e fornisce una testimonianza su una realtà multietnica che,  già dai tempi di Ruggero II,  garantiva il massimo rispetto delle religioni e dei popoli presenti sull’isola.

Ma Palermo ha maturato negli ultimi anni anche un volto contemporaneo, fatto di luoghi come i Cantieri culturali della Zisa. Si tratta delle ex Officine Ducrot con ventitré capannoni, esempio interessantissimo di archeologia industriale, recuperati e ristrutturati per diventare una cittadella della  cultura, con spazi espositivi e teatrali.  È  invece la storica dimora settecentesca di Palazzo Belmonte Riso, nel cuore del centro storico, la sede palermitana del Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, con opere di Carla Accardi, Pietro Consagra, Salvo, Emilio Isgrò,  Jannis Kounellis, Richard Long, Christian Boltanski e molti altri.

E nel giugno del 2018 Palermo ospiterà la dodicesima edizione della prestigiosa biennale nomade d’arte contemporanea, che l’ha scelta per la sua rilevanza su due principali temi che identificano l’Europa contemporanea: migrazione e condizioni climatiche, e sull’impatto che queste questioni hanno sulle nostre città.

C’è poi la Palermo popolare, fatta di mercati che ancora oggi richiamano i colori, i suoni e gli odori dei suk  arabi del X secolo.  Il  più grande è quello di Ballarò, nel quartiere dell’Albergheria, e deve il suo nome a  Bahlara, villaggio presso Monreale da dove provenivano le verdure, gli ortaggi e i venditori che anticamente lo frequentavano. Il mercato della  Vucciria, dipinto anche da Renato Guttuso, è oggi è in gran parte dedicato al pesce, mentre in quello del Capo si trovano soprattutto verdure anche selvatiche e  dolci. 

Palermo è una città visitabile in tutte le stagioni, è facilmente raggiungibile con i diversi mezzi di trasporto e offre soluzioni d’alloggio accessibili a tutte le tasche. Dal portale di viaggi e turismo PaesiOnLine si può scaricare una comoda guida turistica gratuita sulla città, con i luoghi da visitare, dove alloggiare o mangiare, fare shopping o sorseggiare un buon aperitivo.