Palestinesi: tutti (o quasi) contro Trump e Israele. La grande ipocrisia globale

By Maurizia De Groot Vos - Analista senior

E’ un mondo impazzito, quasi suicida, quello che emerge dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ieri ha votato a stragrande maggioranza per il cosiddetto “Diritto alla autodeterminazione del popolo palestinese”. 176 Paesi a favore contro soli 7 contrari tra i quali gli Stati Uniti, il Canada e Israele.

Il voto di ieri non è vincolante e più o meno è lo stesso che si ripete ciclicamente ogni anno oppure in ogni occasione che il furbo Abu Mazen riesce a sfruttare per riproporre la cosiddetta “questione palestinese”. Ma questa volta assume un significato particolare perché arriva il giorno dopo che gli Stati Uniti hanno posto il veto su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che intendeva opporsi alla decisione del Presidente Trump di riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele.

Apartheid arabo nei confronti dei palestinesi

Quello che il mondo non riesce a capire è che la cosiddetta “questione palestinese” c’entra poco o niente con le pressioni islamiche su Gerusalemme. Per il mondo islamico la cosiddetta “questione palestinese” non è mai stata importante in quanto tale ma solo in configurazione anti-israeliana. Nei paesi musulmani dove i cosiddetti palestinesi sono ospitati in veste di “finti profughi” non viene garantito loro alcuni Diritto a differenza di quello che per esempio avviene in Israele, checché ne dicano i detrattori dello Stato Ebraico. Si vada a vedere come vivono i finti profughi palestinesi in Libano, in Giordania, in Siria o come sono stati letteralmente espulsi dall’Iraq dopo essere stati perseguitati senza pietà alla caduta di Saddam Hussein. Se proprio vogliamo parlare di apartheid nei confronti dei palestinesi sono questi i luoghi dove si dovrebbe andare a vedere, non certo Israele. Quindi no, agli arabi dei Diritti dei palestinesi non gliene importa nulla. A loro interessa ribadire due cose: la prima è che nessuno può andare contro una decisione islamica o contro una “conquista” musulmana come lo è (per loro) Gerusalemme; la seconda è che la cosiddetta “questione palestinese” è buona solo per contrastare Israele ma per il resto è un peso per tutti.

Eppure il mondo, attraverso le Nazioni Unite, si presta incredibilmente a questo “giochetto islamico” badando bene a non andare contro i desiderata musulmani, non si capisce bene se per paura oppure se per cieco odio verso lo Stato Ebraico (probabilmente sono buone entrambe).

Questo stato di cose, questa immensa ipocrisia, ha portato il mondo intero a ribellarsi alla decisione del Presidente Trump di interrompere la tradizione di dare al mondo musulmano tutto quello che chiedevano e chiaramente ha scombussolato lo status quo.

I palestinesi e un eventuale Stato Palestinese non sono quindi il punto vero del contendere ma diventano per l’ennesima volta un’arma che il mondo islamico può usare contro chi si oppone ai loro desiderata e ai loro piani. I palestinesi sono funzionali a Erdogan, all’Iran e agli odiatori di Israele o degli Stati Uniti, ma nel concreto dei palestinesi non importa nulla a nessuno.

By Maurizia De Groot Vos Analista senior
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Italo-Israeliana, Analista senior per il Medio Oriente. Detesta i social ma li ritiene un male necessario. Vive a Bruxelles