Campi nomadi sì, trasferimento della questura quando?

Campi nomadi sì, trasferimento della questura quando?

L'ufficio immigrazione della questura di Rimini si sarebbe dovuto trasferire in piazzale Bornaccini entro febbraio, come da impegni presi dal presidente della Provincia Andrea Gnassi con la sottoscrizione del patto per la sicurezza. Di cui parla dalla fine di ottobre 2017. Invece occorreranno ancora mesi per dare una sede (peraltro provvisoria) agli agenti. Mentre sindaco e amministratori Pd non vedono l'ora di dare una casetta ai nomadi. Ma anche su questo ci sono enormi problemi.

Il trasferimento della questura nei locali di piazzale Bornaccini sarebbe dovuto avvenire entro fine febbraio. Lo prevede il “patto per la sicurezza” sottoscritto il 15 dicembre scorso dall’ormai ex ministro dell’Interno Marco Minniti, dal primo cittadino di Rimini, dai sindaci di tutti i Comuni della provincia e dal prefetto Gabriella Tramonti. La quale, visto come stanno andando le cose, ha già scritto al ministero per segnalare che la tempistica prevista dal patto non è stata rispettata.
Il Sindacato Autonomo di Polizia a inizio marzo aveva tuonato: “Il Dipartimento, il Prefetto e il Questore hanno ad oggi adempiuto alle attività di loro competenza, laddove anche la proprietà è pronta ad effettuare i lavori e le modifiche necessarie al cambio d’uso dello stabile. Quest’ultimo però è, a quanto sappiamo, ancora occupato da pochi dipendenti della provincia, i quali non sono ancora stati trasferiti in altra sede. Ci chiediamo infatti per quale motivo a distanza di quasi 3 mesi il presidente della provincia non abbia provveduto in tal senso, avendo, anch’esso firmato il Patto della Sicurezza”.

In attesa che possa essere utilizzata la mega struttura di via Bassi (e anche in quel caso ne passerà di tempo), l’intesa raggiunta era quella di trasferire appunto in piazzale Bornaccini gli uffici della questura. Ma gli impegni presi dal presidente della Provincia e sindaco di Rimini Andrea Gnassi non sono stati onorati. Si parla di ancora tre mesi circa per liberare la location che attualmente ospita il centro per l’impiego (dove andrà non si sa), i cui dipendenti fanno capo alla Provincia. Poi ci vorrà tutto il tempo per insediare l’ufficio immigrazione, dunque passerà qualche altro mese. Sarà pronto per dopo l’estate, cioè entro l’autunno? Ben che vada, buona parte dell’anno sarà trascorso, costringendo gli agenti della Ps a lavorare in condizioni assurde. Quelle descritte dal segretario provinciale del Sap, Tiziano Scarpellini: “Il non rispetto degli impegni presi, ancora una volta, va a gravare sull’attività dei poliziotti riminesi, sulla loro sicurezza e su tutti i cittadini necessitanti di fruire spazi adeguati e dignitosi. Proprio le abbondanti precipitazioni degli ultimi giorni, hanno nuovamente messo in difficoltà la struttura ove attualmente ha sede la Questura, infatti a seguito di copiose infiltrazioni d’acqua dal soffitto, sono state montate reti di protezione al fine di evitare crollo di calcinacci”. Sono stanchi “delle vane promesse” e chiedono di fare presto: “i poliziotti riminesi meritano rispetto per il loro lavoro”.

Cosa dice il Comune? Ritardi tecnici e burocratici e rimanda ai prossimi mesi. E che non è stato semplice concretizzare la soluzione in così poco tempo. Dalla firma del patto sono trascorsi però due mesi e mezzo, ma il presidente della provincia era stato a Roma dal ministro (insieme al parlamentare riminese Tiziano Arlotti) e aveva annunciato la firma del patto già ad ottobre. Quindi di tempo ce n’è stato per prepararsi.

C’è invece grande impegno a palazzo Garampi per dare soluzione al problema dei nomadi. Il sindaco l’ha spiegato ieri: si va avanti e si deve completare il percorso. Ma è già scoppiata un’altra grana. La Lega Nord ha svelato che l’area di via Feleto (che dovrebbe ospitare una delle microaree) non è comunale. Il consigliere della Lega, Matteo Zoccarato, spiega che “dopo l’indagine conoscitiva condotta dalla Commissione controllo e garanzia presieduta dal ‘collega’ Cristiano Mauri, è emerso che i terreni di via Feleto erano stati acquisiti al patrimonio comunale nel 1988 dopo aver contestato al proprietario una lottizzazione abusiva. Peccato che dopo innumerevoli vicissitudini e a seguito della sentenza dello scorso 12 febbraio, il privato abbia avuto la meglio vedendosi riassegnare per usucapione la proprietà di quei terreni”. L’amministrazione infatti è stata condannata a pagare all’ex proprietario la somma forfettaria di 14 mila euro e secondo la Lega “è scontato che i proprietari dei terreni adiacenti a quello espropriato nel 1988, faranno altrettanto rivalendosi nei confronti del Comune e lasciandolo a bocca asciutta”.
Sempre più caos attorno all’annoso problema nomadi e per Zoccarato il rischio è quello che “il Comune investa soldi pubblici per la costruzione dei villini e poi si veda costretto a smantellarli a seguito di legittime azioni legali dei proprietari dei terrieri di via Feleto”. Per il consigliere della Lega “è evidente la cecità politica della giunta Gnassi che non solo si mostra irresponsabile nel voler perseverare con la realizzazione di questo progetto ma evidentemente non ha recepito lo schiaffo elettorale ricevuto all’indomani del voto del 4 marzo.”

Chiamato in causa dal sindaco, risponde anche Marzio Pecci, che giudica le parole di Gnassi come “un altro passo falso che si aggiunge alla tempesta perfetta che ha portato Pd e Patto Civico al rovinoso risultato elettorale. Quanto al progetto Rom, ieri in consiglio comunale, ma Gnassi non lo può sapere perché non era presente, siamo stati noi a sollecitare l’assessore Lisi ad andare avanti con la immediata chiusura del campo di via Islanda, perché indecente. E’ inconcepibile che delle persone vivano in quella situazione di totale carenza igienico sanitaria. Abbiamo proposto una soluzione semplice immediata e non onerosa che coinvolga le numerose strutture di “recupero e integrazione” presenti sul territorio riminese. Basterebbe la collocazione di un nucleo familiare presso ogni struttura per chiudere il campo di via Islanda. Nel frattempo queste persone avrebbero la possibilità di inoltrare la domanda per inserirsi nelle liste per l’assegnazione delle case di edilizia residenziale pubblica, esattamente come fanno gli altri cittadini riminesi meno fortunati”.

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