La maggioranza fa muro contro l’assemblea plenaria, l’opposizione: “la Provincia non è la casa dei comuni”

La maggioranza fa muro contro l’assemblea plenaria, l’opposizione: “la Provincia non è la casa dei comuni”

La proposta della minoranza in consiglio provinciale che chiedeva l'istituzione di una assemblea plenaria aperta a tutti i sindaci e i consiglieri dei Comuni della provincia, e anche ai parlamentari eletti, è stata bocciata dal Pd. Anche con la motivazione che si tratterebbe di riunire troppe persone alla volta. Da quando la partecipazione è un problema? "Vetero-comunisti", accusano dalla opposizione, "ancora una volta è stata tolta ai piccoli comuni la possibilità di far conoscere le istanze dei cittadini lasciando al presidente la possibilità di lavorare per i soli comuni amici". Commenta anche Domenica Spinelli, che qualche giorno fa ha incontrato Giorgia Meloni per parlare dell'emendamento sulle Province.

La proposta della minoranza in consiglio provinciale, che chiedeva di istituire una assemblea plenaria formata dai sindaci e da tutti i consiglieri dei Comuni della Provincia, allargata anche ai parlamentari eletti nel territorio, che mensilmente si confrontasse sui temi di maggiore importanza, è stata bocciata dalla maggioranza. Un muro invalicabile quello alzato dagli esponenti del Pd, dopo un confronto acceso.
“La volontà di “favorire il processo partecipativo” a tutti gli eletti a vario titolo nel territorio provinciale non ha convinto la maggioranza che identifica proprio nel consiglio provinciale, previsto dalla legge, e nei consiglieri eletti, che provengono dai Comuni e rappresentano pertanto i territori, il luogo deputato ad affrontare le questioni di cui l’assemblea plenaria dovrebbe occuparsi. Il rischio sarebbe quello di creare un duplicato, peraltro dal funzionamento non proprio semplice, con quasi 360 partecipanti”, si legge in una nota della Provincia. Ma la partecipazione, che gli amministratori di sinistra stranamente considerano un problema, non lo è invece per chi sulla plenaria ci aveva scommesso.

Non la pensa allo stesso modo Domenica Spinelli, che sul tema si era espressa anche nella intervista a Riminiduepuntozero e che attribuiva notevole importanza alla plenaria. E nemmeno il gruppo di minoranza. “La mozione presentata dall’opposizione, nella seduta del consiglio della provincia di Rimini di ieri, non ha avuto il consenso della maggioranza per due motivi: 1) mancanza di una sala per accogliere tutti i consiglieri 2) perché alla fin fine non partecipa nessuno. Le motivazioni addotte rendono manifesta la volontà del Presidente: la Provincia non è la casa dei comuni. Purtroppo le aperture che aveva fatto nel discorso di insediamento si sono sciolte come neve al sole”, scrivono il capogruppo Marzio Pecci e i consiglieri di minoranza, che commentano: “La mozione presentata dall’opposizione, nella seduta del consiglio della provincia di Rimini di mercoledì 28 novembre, per istituire l’assemblea plenaria di sindaci, consiglieri comunali e parlamentari non ha avuto il consenso della maggioranza per due motivi: 1) mancanza di una sala per accogliere tutti i consiglieri e 2) perché alla fin fine non partecipa nessuno. Le motivazioni addotte rendono manifesta la volontà del Presidente: la Provincia non è la casa dei comuni. Purtroppo le aperture che aveva fatto nel discorso di insediamento si sono sciolte come neve al sole. La bocciatura della mozione che voleva avvicinare i cittadini all’istituzione ha riportato alla luce la cultura vetero-comunista di un PCI-PD che dopo vent’anni dalla caduta del muro ancora alberga nella mente di molti consiglieri. Il voto negativo della maggioranza non trova giustificazioni soprattutto perché due consiglieri sindaci (San Giovanni in Marignano e Santarcangelo), che tra qualche mese saranno “mandati a casa” dal voto dei cittadini, non possono decidere la vita democratica di tanti piccoli comuni, soprattutto dell’entroterra. Il loro voto è stato decisivo ed ancora una volta hanno contribuito ad allontanare i consiglieri comunali, quindi i cittadini, dall’istituzione e dai parlamentari che avrebbero partecipato alla plenaria. Il vice-Presidente nel suo intervento sembrava avesse manifestato la propria adesione alla mozione ma immediatamente richiamato alla disciplina della maggioranza si è immediatamente allineato ed ha votato contro. Purtroppo ancora una volta è stata tolta, ai piccoli comuni della provincia, la possibilità di far conoscere le istanze dei bisogni dei cittadini lasciando così al Presidente la possibilità di lavorare per i soli comuni amici (per esclusiva propaganda elettorale) come è accaduto di recente con le visite ai comuni di San Giovanni in Marignano e Talamello. Una bocciatura contro i bisogni ed un insulto alla democrazia“.

Domenica Spinelli e Giorgia Meloni: fra loro un lungo colloquio a Roma per parlare dell’emendamento sulle Province

Per Domenica Spinelli si è trattato di una “occasione persa innanzitutto per il territorio e, a ricaduta, per tutti i cittadini”. E siccome sono i primi passi della nuova maggioranza, c’è poco da stare allegri. “Spesso, durante i tagli dei nastri e nelle tante discussioni su tavoli istituzionali, i politici-amministratori di tutti i livelli parlano di territorio, di scelte fatte nell’interesse del territorio e, ancora più spesso, si usa l’espressione “per essere più forti facciamo squadra”. Bene, a meno di un mese dalle elezioni provinciali ecco la prima, anzi la seconda, dimostrazione di come si intende gestire un ente importante come la Provincia”, prosegue la Spinelli.
“Personalmente pensavo che il neo Presidente potesse fare la differenza dopo i 4 anni in cui il termine partecipazione era stato cancellato dal vocabolario. Durante la fase delle elezioni provinciali, in fondo entrambi avevamo parlato della ‘riforma Delrio sbagliata, ci vuole un cambio di passo’. Poi cosa è cambiato non saprei. È gravissimo che tutta la maggioranza abbia votato contro nonostante l’apertura iniziale del Vicepresidente Muratori, incredibile poi come i due sindaci Parma e Morelli, in scadenza perché vanno ad elezione a maggio, possano aver votato contro la massima forma di coinvolgimento innanzitutto dei propri consiglieri e possano aver avuto da replicare sull’invito permanente ai parlamentari locali. Si é persa l’occasione di rappresentare tutti e questo purtroppo è un metodo che in questa provincia é applicato in maniera sistematica”.
“Tra l’altro – conclude Spinelli – è stato presentato nel Milleproroghe un emendamento per tornare alle elezioni dirette delle Province. Esistono una mozione e un disegno di legge in proposito ed io ho parlato personalmente con Giorgia Meloni il 15 di novembre dell’argomento. Bravi i 5 consiglieri di minoranza che hanno difeso la bontà della proposta e non hanno raccolto la richiesta di ritirarla, come forse accadeva in passato. Se la provincia é questo ne prendiamo atto”.

COMMENTI

DISQUS: 0