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Lucio Dalla, la seconda vita di “Come è profondo il mare”

Lucio Dalla, la seconda vita di “Come è profondo il mare”

Il processo di recupero e rimasterizzazione dei capolavori della musica pop italiana è finalmente arrivato al repertorio di Lucio Dalla. Oggi a Milano è stata presentata in casa Sony la riedizione di uno dei suoi dischi migliori, “Come è profondo il mare” del 1977. Seguiranno altre ristampe di album del cantautore bolognese Ron ha raccontato dei gran litigi in studio, dovuti al carattere esigente di Dalla, che tirava all’occorrenza scarpe e chiavi ai musicisti che non riuscivano a tradurre in note le sue idee.

Il produttore Alessandro Colombini ha ricordato “Come è profondo il mare” come “un disco che puoi fare solo se esci di notte, come faceva Lucio”. Nelle note di copertina della ristampa, il giornalista John Vignola scrive di “disperazione salvata dalla fantasia”. Il disco uscirà il 24 novembre in due versioni: doppio CD con un bonus contenente sette brani dal vivo registrati dal 1979 al 2006 (versioni edite e inedite) e un libretto di 40 pagine; LP rimasterizzato a 24 bit / 192 KhZ contenente anche il CD bonus e il libretto. Ed è solo il primo approccio al repertorio di Dalla da parte della Sony che, conscia del fatto che i più giovani ascoltano musica soprattutto via YouTube, ha prodotto un videoclip della title track diretto da Gianluca Calu Montesano con protagonista Luca Carboni.

“Come è profondo il mare” è il primo album di una trilogia d’immenso successo che proseguirà con “Lucio Dalla” del 1979 e “Dalla” del 1980, i dischi di “Anna e Marco”, “L’anno che verrà”, “Balla balla ballerino”, “Futura”. È la storia dell’emancipazione di Lucio Dalla dal poeta Roberto Roversi, che aveva firmato i testi dei precedenti tre album. Liberato dalla necessità di scrivere musiche sui testi di Roversi, Lucio Dalla semplifica il suo linguaggio e pone le basi per il grande successo. Ma “Come è profondo il mare” non è certo un disco elementare e lo mostra benissimo il documentario di Sky Arte “Italian masters” dedicato al disco e in onda domani sera, mercoledì 22 novembre, su Sky Arte. Seguiranno puntate analoghe dedicate a “Radici” di Francesco Guccini, “Pigro” di Ivan Graziani, “Crêuza de mä” di Fabrizio De André, “La voce del padrone” di Franco Battiato, “Far finta di essere sani” di Giorgio Gaber e “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano.

Lucio Dalla sapeva di essere alla vigilia di qualcosa di importante, spiega Ron.

“E l’idea di usare un 24 piste ci faceva pensare di aver conquistato il mondo. Ma nessuno pensava che al primo disco con i propri testi Lucio potesse fare cose così grandi”. Nel documentario, Samuele Bersani ricorda le confidenze di Dalla: “Diceva di essersi sentito un rottame per tanti anni, ai concerti lo contestavano, gli tiravano la verdura. Per lui ‘Come è profondo il mare’ segnò un cambiamento”. Nel disco, il cantautore getta il suo sguardo stralunato, ironico, a volte visionario su un’umanità in crisi e in lotta, emarginata. Ron: “Lucio arrivava dagli anni di piombo con i testi di Roversi, cantava della gente e dell’amarezza della vita”. Secondo il chitarrista Ricky Portera, l’album coniuga dolcezza e rabbia.

I momenti migliori del documentario sono le scene girate nello studio di registrazione Fonoprint di Bologna in cui Ron e l’ingegnere del suono e produttore Maurizio Biancani, seduti al mixer, smontano le tracce e spiegano come fu costruito l’album. A partire dalla title track, dove Ron usa uno stile chitarristico ispirato a Neil Young, “da cui ho preso l’idea di dare colpi alla cassa vicino alla buca con il palmo della mano”. Portera suona alcuni passaggi alla chitarra, mentre Biancani sottolinea il modo di cantare di Dalla, dove ogni parola è soppesata. “A differenza di oggi, i dischi li si faceva tutti insieme in studio”, spiega Ron. “Lucio ha fatto l’80% del lavoro, suggeriva anche il minimo suono, le piste sono piene di sue idee. E c’erano grandi musicisti che cercavano di accontentarlo”.

“Come è profondo il mare” è un disco circense, libero, onirico, così lo definisce Samuele Bersani.

Portera ricorda quanto fosse divertente per Dalla cantare “Disperato erotico stomp” di fonte a signore scandalizzate e nell’ascoltare il master originale Ron e Biancani riscoprono un verso di quella canzone poi sostituito. Nella parte in cui si racconta l’incontro con la “puttana ottimista e di sinistra”, Dalla cantava: “Non avrò preso lo scolo”. Sentire le singole tracce isolate fa comprendere il lavoro svolto in sala di registrazione: a differenza di altri colleghi, della cultura letteraria preponderante, Dalla era prima di tutto un musicista. E anche un cantante originalissimo. Durante la conferenza stampa, Colombini ha raccontato che la “presenza” della voce di Dalla nei dischi della trilogia inaugurata da “Come è profondo il mare” è il frutto di un piccolo incidente: “La sua voce venne registrata e mixata con e senza Dolby e questo creò un suono originale”.

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