Politica

Marcia “L’altra Murgia”, ci sarà anche Rifondazione comunista

La Redazione
L'appello del partito: «Oggi abbiamo il Parco nazionale e abbiamo la responsabilità di non farlo diventare una scatola vuota o un cartellone turistico solo di facciata»
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Rifondazione comunista/Potere al popolo parteciperà alla marcia “L’altra Murgia”, in programma domenica prossima con partenza dalla stazione di Ruvo alle 9.30 e arrivo al Bosco Patanella per le 12.30, e lancia un appello per coinvolgere organizzazioni e singoli cittadini.

«La Murgia nel pensiero moderno dominante continua ad essere uno spazio vuoto da modificare e riempire – scrivono i rappresentanti del partito in una nota -. In base a questa logica da sempre subisce lo stesso processo, dall’epoca del feudo prima, del latifondo poi, fino ad oggi: prima la si spreme nelle terre più fertili con lavoro intensivo e manodopera a basso costo, poi si lascia alla pastorizia e alla cerealicoltura estensiva quel che rimane, infine si tritura e si spietra la roccia calcarea per dare spazio alle coltivazioni di grano duro, alterando così in modo irreversibile la capacità di assorbimento dell’acqua e il paesaggio stesso, trasformandolo in un deserto dietro casa. Deserto che poi può prestarsi a diversi “nobili” utilizzi.

Arrivarono infatti i militari: prima i missili Nato negli anni ’50 per via della guerra fredda, poi gli anni ’80 con le esercitazioni in funzione dei conflitti in Medio Oriente. Carri armati, artiglieria pesante, mezzi corazzati hanno violato per trent’anni la Murgia, opprimendo popolazione e attività produttive e aggredendo in maniera indelebile un territorio molto delicato.

Ma ecco che la società civile fece sentire la propria voce: sindacati, partiti, associazioni e Chiesa (don Tonino Bello, non le gerarchie) organizzarono petizioni, manifestazioni e storiche marce dal 1985 al 2005, mobilitando migliaia di persone.

Oggi abbiamo il Parco nazionale e abbiamo la responsabilità di non farlo diventare una scatola vuota o un cartellone turistico solo di facciata. Nel corso degli anni abbiamo assistito a nette prese di posizione da parte dell’Ente, pochissime dalla politica locale. E questo è naturale: o ci si accorge dell’incompatibilità dei carri armati con l’agriturismo, il turismo e la sopravvivenza di flora e fauna a rischio o si votano a Roma senza vergogna i bilanci della Difesa, l’aumento delle spese militari dettato dalla Nato, le privatizzazioni delle terre pubbliche e i piani miliardari per gli F35.

Oggi il 30% circa del territorio del Parco è destinato ai poligoni militari. Il poligono che interessa i territori di Ruvo e Corato, “Torre di nebbia” racchiude un territorio dall’alto valore architettonico e paesaggistico (boschi, pascoli e campi di cereali) abitato da fauna selvatica e specie vegetali protette. Qui nidificano il nibbio reale e il falco grillaio, che con gli spari fuggono via, mentre rettili, anfibi e vegetazione patiscono sotto carri armati e mezzi pesanti. Alcuni anni fa dati allarmanti nelle cittadine limitrofe hanno dimostrato la cancerogenicità di nano particelle rilasciate dalle esplosioni che hanno inquinato suolo e falde acquifere, arrivando attraverso acqua, cibo e aria, nei tessuti umani.

Per questo Rifondazione comunista/Potere al popolo aderisce alla marcia del 6 maggio e invita i comitati, i singoli cittadini e le associazioni a denunciare, come fatto in passato, riponendo al centro della discussione politica la denaturazione di cui il Parco è ancora vittima, tra poligoni militari, spietramento, cave e abbandono dei rifiuti.

Un territorio duro e aspro, che lascia spazio solo al vento e al silenzio, ma che in quel vento ha visto tracciare sentieri dalle parole e azioni di profeti che hanno gridato nel deserto. Sentieri di umanità e libertà calpestati da Tonino Bello, Dino Frisullo, Tommaso Fiore, Rocco Scotellaro. Noi vogliamo ripercorrere queste strade, ripartire da qui perché questa è la nostra eredità migliore», concludono gli attivisti.

mercoledì 2 Maggio 2018

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