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Cristiani, ebrei e musulmani per lo Sri Lanka. Il potere della pace sia più forte

Cecilia Seppia EPA/JAGADEESH NV
Pubblicato il 24-04-2019

Così le Chiese cristiane del mondo e le diverse fedi religiose si uniscono agli appelli e alle preghiere accorate

Il dolore, lo sdegno, la condanna della violenza ma anche una profonda solidarietà e vicinanza alle vittime delle stragi terroristiche di Pasqua nello Sri Lanka, costate la vita a 320 persone, fra cui 45 bambini. Così le Chiese cristiane del mondo e le diverse fedi religiose si uniscono agli appelli e alle preghiere accorate di Papa Francesco nel giorno in cui il Paese asiatico si ferma per celebrare il lutto nazionale. Fa sentire la sua voce il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, che condanna “fermamente qualsiasi attacco terroristico e atto di odio, violenza e fondamentalismo, indipendentemente dalla sua fonte” invitando tutti a cooperare “per costruire la coesistenza pacifica e la collaborazione attraverso il dialogo e il rispetto reciproco”.

Anche il Patriarca di Mosca Kirill invia un messaggio di condoglianze al Presidente della Repubblica dello Sri Lanka, Maithripala Sirisene. “Sono profondamente scioccato”, scrive. “Spero che l’autorità statale e gli organismi competenti faranno tutto il possibile perché non solo gli esecutori ma anche gli organizzatori di questi sanguinosi crimini non si sottraggano alla responsabilità delle azioni malvagie che hanno commesso”. Sostegno al popolo srilankese giunge dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby che invoca l’unità mentre respinge ogni forma di odio e divisione e assicura preghiere per le vittime.

L'odio e la morte non avranno l'ultima parola

E’ il Consiglio Mondiale delle Chiese, il Wcc, a richiamare i cristiani del mondo a stringersi contro tutto ciò che mina l’armonia religiosa, sociale e culturale, dimostrando che il potere della pace e dell’amore è più forte di ogni altro potere. Il segretario generale del WCC, reverendo Olav Fykse Tveit, afferma: “Tali atti di violenza minano la santità della vita e costituiscono un sacrilegio in molti sensi. Anche se gridiamo contro questo sacrilegio, affermiamo con fermezza che la violenza non deve generare violenza. Nello spirito dell'amore di Cristo ci atteniamo alla convinzione che la violenza, l'odio e la morte non avranno l'ultima parola”. Condannando gli attentati, il vescovo anglicano di Colombo, il reverendo Dhiloraj Canagasabey, membro del Comitato centrale del Wcc, dice: “La Chiesa di Ceylon condanna senza riserve questi vili e crudeli atti di terrorismo e porge le sue profonde condoglianze alle famiglie e agli amici di coloro che hanno perso la vita e sono stati feriti. Preghiamo per loro e per le loro famiglie affinché la presenza confortante di Dio continui ad essere con loro attraverso questa tragica esperienza”. Chiedendo un’indagine approfondita su questi atti di terrore, per assicurare al più presto i responsabili alla giustizia, il vescovo rinnova anche l’appello al governo dello Sri Lanka, “per garantire la sicurezza dei luoghi di culto religioso e impedire a qualsiasi individuo o gruppo di prendere in mano la legge o di provocare atti di intimidazione o violenza contro qualsiasi comunità”.

Dio ispiri i terroristi a pentirsi

Tante le conferenze episcopali che hanno deciso di stringersi intorno al popolo srilankese manifestando solidarietà. I vescovi statunitensi, con il presidente, il cardinale Daniel Di Nardo, concordano:  “Questo male non può vincere la speranza trovata nella risurrezione del nostro Salvatore. Possa il Dio della speranza che ha cresciuto suo Figlio, riempire tutti i cuori del desiderio di pace”. “Come sono difficili, piene di rabbia e tristi queste notizie, soprattutto perché questi attacchi sono arrivati mentre i cristiani celebrano la Pasqua! Preghiamo per le anime delle vittime e chiediamo una rapida guarigione dei feriti, e supplichiamo Dio di ispirare i terroristi a pentirsi per le uccisioni e le intimidazioni”: è invece il messaggio dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa.

Tolleranza zero verso il terrorismo

Immediata anche la reazione del mondo islamico con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed El-Tayeb, che condanna gli attacchi terroristici definendoli contrari agli insegnamenti di tutte le religioni e di ogni credo, nonché a tutte le leggi e norme sociali internazionali. El-Tayeb manifesta l’urgente necessità di intensificare gli sforzi per contrastare tutte le forme di terrorismo. Lo stesso monito giunge dal mondo ebraico che dalla voce del presidente del World Jewish Congress, Ronald S. Lauder, chiede “tolleranza zero per coloro che usano il terrore per far avanzare i loro obiettivi”. E aggiunge: “Questo barbaro assalto a fedeli che stavano celebrando uno dei giorni più sacri del cristianesimo, serva da doloroso richiamo del fatto che la guerra contro il terrorismo deve essere in cima all’agenda internazionale e perseguita senza sosta”.

Difendere la libertà religiosa

Messaggi di cordoglio arrivano anche da tante associazioni e organismi cristiani come Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs): “Aiuto alla Chiesa che Soffre piange questi fratelli assassinati durante la Santa Messa soltanto perché cristiani. Colpevoli, per i persecutori, di una duplice colpa, essere appunto cristiani, pacifici e pacificatori, ed essere, in quanto cristiani, percepiti vicini ai Paesi d’Occidente. È ora di manifestare reale, e non di sola facciata, indignazione. Innanzitutto aiutando concretamente le minoranze religiose oppresse e non delegando a questo le sole Organizzazioni di carità. E sostenendo una battaglia culturale e politica perché la difesa della libertà religiosa torni a essere un diritto di serie A. Se ciò non accadrà adesso, dopo sarà troppo tardi”. VATICAN NEWS


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