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Lo sport per promuovere, proteggere e integrare: premiati i "maratoneti del papa" 

Redazione Coop Auxilium
Pubblicato il 10-03-2018

Ravasi: Questa iniziativa illumina un altro aspetto dello sport che è l’interculturalità

Erano visibilmente emozionati Jallow Buba e Ansu Sise, i due ragazzi africani ospiti del Centro accoglienza di Castelnuovo di Porto gestito dalla cooperativa Auxilium, il 9 marzo, mentre  ricevevano dal cardinale Gianfranco Ravasi la maglia dell’Athletica Vaticana, gialla e con lo stemma della Santa Sede. Una consegna che è avvenuta nel corso di una piccola cerimonia in Vaticano, alla presenza dei giornalisti, nella grande sala riunioni del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha come responsabilità anche la pastorale dello sport.


Lì, tra gli scatti dei fotografi e le strette di mano dei nuovi compagni di corsa, il gambiano Jallow, e il senegalese Sise sono stati “adottati” nella squadra podistica della Santa Sede. “Ma non come stranieri cooptati nella squadra del Vaticano”, ha affermato il cardinale Ravasi. E ha spiegato: “Noi non ci presentiamo mai al Comitato Olimpico come Città del Vaticano, il più piccolo Stato del mondo per estensione, ma come Santa Sede, una rete presente in ogni angolo del pianeta. Per questo Jallow e Sise non sono per noi stranieri, ma parte di questa grande comunità presente in tutto il mondo”.


Il Cardinale Ravasi ha anche sottolineato che: “Questa iniziativa illumina un altro aspetto dello sport che è l’interculturalità: lo sport apre al dialogo, come abbiamo visto alle recenti Olimpiadi invernali in Corea. E attraverso lo sport si può aprire anche il dialogo interreligioso, altro significato dell’esperienza che oggi inizia per Buba e Ansu”.


Proprio Ansu, diciannove anni, uno in meno di Buba, è tornato più volte su questo aspetto: “Sono grato ad Auxilium, alla Santa Sede, ma soprattutto a Papa Francesco per questo dono così significativo. Avrebbe potuto accettare solo atleti cattolici e invece per lui nessuno è da escludere. Sia io che Buba, infatti, siamo musulmani e questo è un piccolo segno del grande impegno di Papa Francesco per la fratellanza tra le persone nel mondo”.


Nelle prossime settimane i due ragazzi, che vivono nel centro accoglienza Auxilium che Papa Francesco visitò il 26 marzo 2016, verranno tesserati per l’Athletica Vaticana e verranno seguiti, negli allenamenti e nelle competizioni, dai tecnici delle Fiamme Gialle che da tempo collaborano con i “maratoneti del Papa”, guidati da monsignor Melchor Sánchez de Toca. Proprio il sottosegretario del Pontificio Consiglio della cultura, presentando i due nuovi giovani runner vaticani ha detto: “si tratta di un piccolo gesto, simbolico ma concreto” per “tradurre l’impegno della Chiesa in un gesto concreto di solidarietà”.


Jallow Buba e Ansu Sise, erano accompagnati da Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa “Auxilium” che ha voluto ringraziare, sottolineando come il tesseramento dei due giovani sia “un altro segno di vicinanza del Papa alle persone migranti, ma anche a chi opera nel difficile settore dell’accoglienza”. Chiorazzo ha accennato al lungo e drammatico viaggio che i due giovani hanno fatto per arrivare in Italia e dei mesi che hanno passato in Libia. Esperienze durissime comuni centinaia di migliaia di persone che fuggono da guerre e miseria. E ha aggiunto: “Lo sport insieme allo studio è uno degli strumenti principali per accogliere, promuovere, proteggere e integrare”.


Roberto Rotondo, Coop Auxilium 

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