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Politica | 23 novembre 2018, 10:45

Dichiarazioni di Alessandro Piana sulla 'Lega Ligure': il duro rimbrotto del segretario Marco Siccardi

“Lei dimostra di ridurre questa tendenza ad una bega di campanile, come se si trattasse di una lite per le cariche nella Confraternita di San Sebastiano ma, ricordi, che mentre alcuni agiscono per futile fama, altri agiscono per il futuro delle prossime generazioni".

Dichiarazioni di Alessandro Piana sulla 'Lega Ligure': il duro rimbrotto del segretario Marco Siccardi

“La sua dichiarazione rilasciata a ‘Sanremo News' dimostra eloquentemente come a volte non basti essere succinti per evitare l'accumulo di inesattezze quali riesce a concentrare in sole cinque righe. Mi sforzerò' dunque di elencare i suoi sbagli, tali che a sottolinearli con la matita blu bisognerebbe coprire l'intero testo di tale colore”.

Interviene in questo modo il presidente della ‘Lega Ligure’, Marco Siccardi, in risposta ad Alessandro Piana, segretario provinciale della Lega di Salvini. “Se leggesse i giornali – prosegue Siccardi - ovvero andasse oltre le pagine della cronaca locale, si renderebbe facilmente conto di come in tutta l'Europa occidentale (dalla Scozia alla Sardegna, dalla Catalogna alle Fiandre), l'attuale tendenza mondiale sia quella di affermare gli identitarismi che si manifestano con la rivendicazione di una maggiore autonomia, o addirittura della indipendenza, da parte delle regioni, par strano che Lei, appartenente alla Lega Nord o Salvini premier che sia, abbia dimenticato, che in un tempo, ormai, lontano, Voi rivendicaste l'autonomia della Padania, che oggi vi siete dimenticati, forse, per via delle cariche istituzionali raggiunte. Dato in ruolo da Lei ricoperto in via Fieschi, dovrebbe saperne qualcosa. Il fatto dunque che, finalmente, si costituisca un movimento intenzionato a rivendicare una effettiva autonomia La turba sebbene si tratti di un movimento culturale”.

“Lei invece dimostra di ridurre questa tendenza ad una bega di campanile, come se si trattasse di una lite per le cariche nella Confraternita di San Sebastiano ma, ricordi, che mentre alcuni agiscono per futile fama, altri agiscono per il futuro delle prossime generazioni. Leggendo la Sua sprezzante dichiarazione se ne trarrebbe l'impressione che qualche ambizioso di provincia, viste frustrate le proprie aspirazioni, si fosse svegliato una mattina con la fregola di ‘portar via voti alla lega a livello sanremese’. Se porre il problema delle autonomie locali per Lei che si professa federalista, ma, abbraccia felicemente il nuovo corso del nazionalismo parossistico, dovrebbe ben spiegare alla sua base che il tradimento del federalismo è stato messo in atto con il cambio dello statuto, che non prevede più in Lega per Salvini nè la Padania nè la difesa delle peculiarità' delle regioni del Nord, pertanto, si evince come per convenienza si cambi ideologia alla bisogna. Lo spieghi ai suoi, spieghi se la tessera da militante è stata rinnovata alla Lega Nord o alla Lega per Salvini premier, qualcuno, evidentemente, potrebbe anche adontarsi della risposta”.

“Se porre il problema delle autonomie, istanza dimenticata dalla Lega attuale, sia pure con le nostre limitate risorse intellettuali e materiali di ‘poveri provinciali’, significa essere ambiziosi in cerca di voti nelle elezioni amministrative, ci vantiamo di essere tali. Essere definiti ‘subdoli’ comporta un giudizio di ordine morale, che risulta del tutto fuori luogo e che da Lei non accettiamo, perché subdola è la dimenticanza dei propri ideali. In realtà, c'è stato ad Imperia qualcuno che ha avuto l'ardire di disobbedire agli ordini di Toti. I cosiddetti scissionisti della Lega non possono essere considerati alla stregua dei ‘copioni’ e degli imitatori. Sono piuttosto i titolari del marchio ad ingannare i clienti, cambiando ricetta e lasciando il prezzo immutato. E' come se i Fratelli Branca imbottigliassero al posto del Fernet, un volgare Tamarindo”.

“Se doveste stancarVi – termina Siccardi - o scemare di numero (i volontari dei ‘gazebo’ stanno diminuendo a vista d'occhio), provvederà la Questura mobilitando la ‘Compagnia dell'applauso’. Lei si è già ‘distinto’, assurgendo non a caso  al rango di ‘federale’. La preghiamo di non infierire: nostro nonno, a quei tempi, era ‘Capo fabbricato’. La salutiamo, non più ‘padanamente’, bensì romanamente”.

Carlo Alessi

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