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"L’amore è intelligente: se amiamo, capiamo di più, andiamo più a fondo e più lontano"

Commento al vangelo

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L'alternativa che c’è posta davanti è tra una legge da applicare e una persona da amare. Se noi ci mettiamo di fronte a questa pagina del Vangelo come si sta di fronte ad un insegnamento nobile, dignitoso, e dato dall'alto o come si sta di fronte ad una legge giusta, allora ci sentiamo come schiacciati. La legge così giusta (la legge dell'amore) non fa che sottolineare la nostra infinita miseria. Infatti questa è la verità: «La legge uccide».

“Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”. Tutti sapevano qual era: secondo i rabbini era il terzo, che prescrive di santificare il Sabato, perché anche Dio lo aveva osservato: “e il settimo giorno si riposò”, come racconta il libro della Genesi.

La risposta di Gesù, come sempre, spiazza e va oltre: non ripete nessuna dei dieci comandamenti, colloca invece al cuore del suo Vangelo la stessa cosa che sta nel cuore della vita: “tu amerai”, che è desiderio, attesa, annuncio di felicità per ognuno di noi.

“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”: Gesù usa un verbo al futuro, come una azione mai conclusa. Amare non è un dovere, ma una necessità per vivere. Cosa devo fare, domani, ogni giorno, anno dopo anno, per essere ancora vivo? Dobbiamo amare. E cosa deve fare l’umanità, il suo destino, la sua storia? Solo questo: amare.

“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore”. Non significa ama Dio esclusivamente e nessun altro, ma amalo senza mezze misure.

E vedremo che il desiderio del nostro cuore, cresce e si dilata, per amare ancora di più il proprio marito, la propria moglie, i figli, l’amico di cui uno si fida, il povero. Dio non è geloso, non ruba il cuore, lo dilata.

“Amerai con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. L’amore è intelligente: se amiamo, capiamo di più, andiamo più a fondo e più lontano.Rispetto al sincero desiderio di amare, qualche volta ogni nostro sforzo fallisce miseramente, risulta un'idea, perché è un desiderio impossibile a realizzarsi.Allora uno che viene a dirci: «Tu devi» ci fa irritare e provare vergogna; sarebbe bello…ma è impossibile da attuarsi.

Di fronte a noi non c'è anzitutto una legge senza volto: chi viene a comandarci di amare non è un Dio lontano, indifferente, staccato da noi. Cristo si è fatto carne per noi, si è coinvolto con noi, è venuto e continua a venire per noi, e noi siamo l'obiettivo, lo scopo della Sua venuta, delle Sue parole, la ragione della Sua croce. “Cristo ci trae tutto, tant’è bello!”. Senza la sua bellezza che attira tutto di me, di noi, noi non possiamo essere noi stessi, veniamo meno, diventiamo passivi.

Allora dobbiamo chiedere: cosa ci manca?

Ci manca il fatto che «Cristo c’è, ma occorre riconoscerlo sempre». Solo Lui ci può «comandare» di amare, perché viene per darci la forza. Egli si dona a noi affinché abbiamo la forza che a noi manca.

La ragione per cui siamo qui è per ricevere Cristo e accoglierlo: Lui in noi può fare tutto. «Tutto posso in Colui che mi da la forza». Cristo non è venuto per darci l'esempio, ma è venuto per donarci se stesso! Amen!

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