Visioni su Cagliari e sulle migrazioni nella mostra di Guy Tillim

Secondo appuntamento del nuovo ciclo di produzioni artistiche della Fondazione di Sardegna: dopo “Dėsert”, performance site specific di Leonardo Delogu, è la volta della mostra fotografica “Cagliari” del fotografo sudafricano Guy Tillim, che sarà inaugurata venerdì 19 ottobre. Una nuova commissione artistica concepita a partire da un invito specifico che, nell’ambito del progetto AR/S – Arte Condivisa, la Fondazione ha rivolto ad artisti e curatori per indagare il tema delle migrazioni.

La mostra “Cagliari”, promossa dalla Fondazione di Sardegna e prodotta con la collaborazione della Fondazione Sardegna Film Commission, comprende 21 scatti, colti per le strade della città nelle due settimane di residenza di Tillim nel capoluogo. L’esposizione è corredata dal volume edito da Punctum, arricchito dai testi di Marco Delogu, Francesco Abate e Michela Murgia. Il progetto fotografico, tradotto in mostra e sviluppato dall’architetto Maurizio Bosa, rafforza l’invito a vivere un’esperienza immersiva per le strade di Cagliari, una città che il giornalista e scrittore Francesco Abate associa a Babilonia, metafora positiva delle commistioni di luogo e pensiero: “Casteddu. Ognuno cammina per la sua strada, per vie e piazze che sono già state di molti, forse di tutti”.

La mostra “Cagliari” sarà inaugurata venerdì, 19 ottobre 2018, alle 18.30, nella sede cagliaritana della Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2, e sarà visitabile fino a gennaio 2019.

Con “Cagliari”, il curatore Marco Delogu ha dunque rinnovato la collaborazione con la Fondazione di Sardegna interpellando Guy Tillim, artista di caratura internazionale, recentemente insignito del prestigioso Henri Cartier-Bresson Award e le cui opere sono presenti nelle più importanti collezioni del mondo. Scrive Delogu: “Tillim prosegue sul sentiero di un racconto contemporaneo della popolazione, dove assistiamo a scene di vita quotidiana di una città capace di accogliere. […] La centralità di questo lavoro non è quella di andare a trovare le singole comunità di immigrati o di residenti. Piuttosto le stratifica, le mescola come naturalmente avviene nelle strade: da una prima fotografia dove compaiono solo migranti, le fotografie si riempiono successivamente di una popolazione sempre più difficile da definire e la città viva è ora composta senza soluzione di continuità da migranti, cagliaritani e semplici turisti”.

Nato nel 1962 a Johannesburg, Guy Tillim si è a lungo dedicato a progetti di documentazione visiva e storica, tesi a evidenziare il divario razziale creato dall’apartheid nel suo paese e a produrre testimonianze del conflitto sociale e delle disuguaglianze prevalenti nel continente africano. Freelance per numerose agenzie internazionali, negli anni si è distaccato dall’iconografia del fotogiornalismo di denuncia per adottare un punto di vista più enigmatico, spesso rivolto alla strada. Come nei suoi lavori più recenti, anche in “Cagliari” le sue fotografie si soffermano su gesti e movimenti semplici, comportamenti e situazioni urbane consuete: frammenti sospesi delle vie del capoluogo sardo e dei suoi abitanti che sono al contempo delle finestre aperte verso le strade del mondo, offerte al nostro sguardo come nuovi spazi di riflessione.

L’ingresso alla mostra è libero e gratuito dal lunedì al sabato dalle 10 alle 19.

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