Elezioni, Sardegna terra di conquista: seggi tolti e candidati dal ‘continente’

Sta salendo la tensione tra i partiti, quanto più si avvicina la chiusura delle liste per le Politiche del 4 marzo: i posti sicuri da dividere, cioè quelli che garantiscono un’elezione sicura, sembrano non bastare in tutta Italia e per la Sardegna si profila un ruolo da terra di conquista, con seggi tolti e candidati paracadutati dal ‘continente’.

Il primo caso è quello dei Liberi e uguali: di ieri sera la notizia che il capolista nella circoscrizione plurinominale di Cagliari per la Camera, dove i sondaggi danno un posto certo ai Leu, potrebbe essere un non sardo (leggi qui). Passata la notte si conosce anche il suo nome: in pole c’è Claudio Grassi, responsabile organizzativo di Sinistra Italia che insieme a Possibile e a Mdp forma i Leu. Grassi, classe ’52, emiliano, un passato nel Pci e poi l’approdo in Rifondazione, era senatore della corrente bertinottiana, quando una parte dell’Ulivo sfiduciò e fece cadere il governo di Romano Prodi.

Domani i Leu riuniscono per l’ultima volta il tavolo nazionale dedicato alle liste. Parteciperanno i segretari nazionali Roberto Speranza (Mdp), Pippo Civati (Possibile) e Nicola Fratoianni (Si) più il leader Pietro Grasso e all’ex presidente Laura Boldrini. Se la candidatura di Grassi sarà confermata, non si esclude una dura controrisposta da parte degli esponenti sardi di Leu. Perché su quel collegio plurinominale di Cagliari per Montecitorio l’ipotesi era che corresse il civatiano Thomas Castangia o il bersaniano Yuri Marcialis. In queste ore, addirittura, i Leu nazionali vorrebbero che, sempre dal ‘continente’, arrivi nell’Isola il candidato per la circoscrizione plurinominale del Senato, dove Liberi e uguali hanno meno possibilità di conquistare un seggio, ma la partita è aperta.

Non sta andando meglio ai centristi sardi, ovvero i Riformatori e l’Udc che sono alleati di Forza Italia e per correre alle Politiche faranno la lista ‘Noi con l’Italia’, quella che viene chiamata la quarta gamba del centrodestra e raccoglie la galassia dei moderati. Il problema è che si tratta di una coalizione piccola, data dai sondaggi intorno al 2,5 per cento. Ma per entrare nella ripartizione dei seggi, bisogna raggiungere il 3 per cento a livello nazionale. Ecco allora che nello schieramento si sta ragionando sulla possibilità di assegnare a ‘Noi con l’Italia’ seggi sicuri nelle regioni più popolose come Lombardia e Sicilia o in quelle dove il partito è più forte, cioè in Puglia. La soluzione è stata pensata per assicurare quanto più possibile il raggiungimento della soglia di sbarramento: in Sardegna, però, questa strategia ha effetti negativi perché l’ipotesi è che a Riformatori e Udc non vengano più assegnati i due seggi sicuri chiesti, ma si scenda a uno.

Riformatori e Udc sono penalizzati dall’accordo nazionale anche per un’altra ragione: le trattative di queste ore non tengono conto del consenso locale. In Sardegna liberal democratici e centristi valgono il 13,63 per cento (dato delle Regionali 2014): di fatto sono secondi dopo Forza Italia (18,53%). Invece nella ripartizione dei seggi è la Lega che avrà più posti sicuri dopo il partito azzurro, pari a tre, perché lo schema tiene conto del peso elettorale nazionale.

Rispetto ai nove collegi uninominali che si contano nell’Isola (sei alla Camera e tre al Senato), Forza Italia ne avrà quattro, tre appunto la Lega e uno a testa per Riformatori-Udc e Fratelli d’Italia (considerata la terza gamba della coalizione sempre su base nazionale e non territoriale). Se questa ripartizione verrà mantenuta, il primo accordo destinato a saltare è quello tra il partito azzurro e La Base di Efisio Arbau: all’ex esponente del Pd è stato promesso un posto sicuro nel collegio di Nuoro per Montecitorio. Ma con Riformatori e Udc che chiederanno agli azzurri una compensazione locale, Arbau rischia di finire fuori dai giochi.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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