Finanziaria 2018, allarme Anci: “Oltre 20mila famiglie sarde sono povere”

“Nel 2017 sono state 20.806 le famiglie che hanno presentato un’istanza ai Servizi sociali dei Comuni per accedere al Reis, il reddito di inclusione sociale”. Lo dice, ad apertura di conferenza stampa, Emiliano Deiana, il presidente di Anci Sardegna che questa mattina ha convocato i giornalisti per spiegare la posizione dell’associazione sulla Finanziaria 2018, approvata dalla Giunta lo scorso 17 ottobre (qui tutti i numeri del documento contabile) e che sarà l’esame dell’Aula dal 5 dicembre. Ad accompagnare Deiana, che è sindaco di Bortigiadas, i primi cittadini Salvatore Masia (Cheremule), Francesco Mura (Nughedu Santa Vittoria) e Manuela Pintus (Arborea). Presente anche il direttore Umberto Oppus.

“Considerando tre persone a nucleo familiare -a ha spiegato Deiana – la povertà in Sardegna riguarda un numero enorme di persone, circa 60mila: siamo davanti a una città, grande quasi quanto Quartu Sant’Elena. Per questo è necessario che la politica rimetta al centro del dibattito gli ultimi, i diseredati, i poveri”. Al momento “il fabbisogno complessivo del Reis – continua il presidente – ammonta a 66.274.640,93 euro, di cui 23 milioni e 640mila già erogati ai Comuni e 5 milioni e 910mila da assegnare. Vuol dire che per il 2017 mancano sostanzialmente 42.634.640,93 euro”.

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L’Anci ha un’idea su come recuperare le risorse: “Per un accordo interno alla maggioranza di centrosinistra, la Giunta ha deciso che il Consiglio regionale contribuirà alla Finanziaria 2018 decidendo la spesa di 40 milioni. Visti i precedenti degli anni passati con scelte non sempre condivisibili (leggi qui), noi crediamo che quelle risorse non debbano essere utilizzate per esigenze particolaristiche. Invitiamo i rappresentanti della massima assemblea sarda a concentrare i soldi sulle emergenze della Sardegna, tra cui la lotta alla povertà”.

All’Anci hanno incrociato i dati delle famiglie che hanno chiesto il Reis con il VII Atlante dell’infanzia elaborato da Save the children, il quale “offre una chiave di lettura innovativa della realtà italiana e sarda sulle povertà – osserva Deiana -. Viene fuori che il disagio coinvolge sempre di più la popolazione giovane, l’Istat parla di un minorenne su quattro, pari a due milioni e 300mila giovanissimi”. Ancora: “In Sardegna, come nel resto d’Italia, il numero di anziani supera sempre quello dei bambini, nel Medio Campidano e nell’ex provincia del Sulcis gli over 65 addirittura doppiano gli under 15. Non possiamo pensare di costruire sviluppo quanto gli adulti di domani non hanno di che vivere”.

Il presidente di Anci ha ufficializzato la posizione dell’associazione dei Comuni anche sull’utilità stessa del Reis. Deiana dice: “Si tratta di una misura che certamente tampona una situazione gravissima (la legge è stata approvata dal Consiglio regionale il 2 agosto 2016). Tuttavia se è indispensabile per gli ultracinquantenni che hanno perso il lavoro e hanno difficoltà a trovarne un altro, sui giovani c’è il rischio di sviluppare una cattiva abitudine. Cioè quella di spingere a non cercare un’occupazione per affidarsi all’assistenzialismo. Se consideriamo che in Sardegna ci sono 100mila dipendenti pubblici e migliaia di pensionati, su una popolazione di poco superiore al milione e 600mila persone, viene da chiedersi chi nell’Isola continuerà a produrre fuori dalla pubblica amministrazione”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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