Ex Mafia capitale, si apre il processo d’Appello. Odevaine trova il modo di evitarlo

6 Mar 2018 14:52 - di Luciana Delli Colli

Si è aperto nell’aula bunker di Rebibbia il processo d’appello dell’ex Mafia Capitale, ormai semplicemente “Mondo di mezzo”, dal vero nome dell’inchiesta,  visto che nel primo grado sono cadute tutte le accuse di associazione mafiosa. Gli imputati sono 43 imputati tra cui Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. I legali difensori si sono opposti allo svolgimento del processo in videoconferenza. Inoltre, hanno presentato eccezione per chiedere la presenza in aula e il trasferimento a Roma dei due imputati, ma la richiesta è stata respinta. «Questo è un processetto, è stato mediaticamente costruito per condizionarvi, anche con le inchieste del giornalista Lirio Abate, che io ho chiamato “delirio”», ha detto ai giudici Bruno Giosuè Naso, difensore di Massimo Carminati, aggiungendo che «dal primo giorno di questo processo non si sono processati fatti ma persone, come nei tribunali stalinisti». «Vogliamo fare presto il processo, ma farlo come un normale processo. Se fosse un processo speciale – ha concluso Naso – ci vorrebbe un tribunale speciale, e di tribunali speciali ne abbiamo piene le tasche».

I giudici dicono no a Carminati e Buzzi in aula

Carminati, condannato in primo grado a 20 anni, ha assistito al dibattimento collegato dal carcere di Opera, nel milanese. Buzzi, condannato a 19 e detenuto nel carcere di Tolmezzo (Udine), ha deciso di non partecipare all’udienza in videoconferenza. I giudici della Terza Corte d’Appello della Capitale, presieduta da Claudio Tortora, hanno stabilito che dovranno continuare ad assistere alle udienze sulla ex Mafia Capitale a distanza, nonostante le eccezioni sollevate dai legali, per i quali la mancata presenza dei due imputati in aula rappresenterebbe una lesione al diritto alla difesa. «È un processo complicato, con una sentenza di oltre 3mila pagine. Vogliamo che Buzzi possa partecipare al processo, non capiamo per quale ragione di sicurezza e ordine pubblico Buzzi non possa essere in aula», aveva osservato nel suo intervento il difensore di Buzzi, Alessandro Diddi.

Odevaine concorda la pena con la Procura

Nel corso della stessa udienza è stato poi reso noto che per Luca Odevaine – ex potentissimo braccio destro di Veltroni ai tempi in cui era sindaco e poi capo della polizia provinciale nel periodo in cui a Palazzo Valentini c’era Nicola Zingaretti – difesa e procura sono giunte a una pena concordata. «È stato depositato ieri un concordato con la Procura generale per una condanna a 3 anni e 8 mesi che porta la pena complessiva a 5 anni e 2 mesi in relazione alle precedenti condanne», ha detto l’avvocato Luca Petrucci, in riferimento alla posizione del suo assistito. L’ex membro del tavolo permanente sull’immigrazione, accusato di corruzione, nel processo di primo grado sulla ex Mafia Capitale era stato condannato a 6 anni e mezzo, diventati poi 8 in seguito a due precedenti patteggiamenti. I giudici della Terza corte d’appello dovranno ora «ratificare» il concordato raggiunto tra la procura generale e la difesa di Odevaine.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *