Pittrice uccisa, il figlio accusato del delitto trovato ferito in cella e trasferito: è giallo

14 Apr 2018 15:42 - di Redazione

Continua a far discutere, e ad alimentare dubbi e sospetti sui suoi protagonisti, il caso dell’omicidio della pittrice Renata Rapposelli. Come noto, il figlio Simone Santoleri, indagato per omicidio insieme al padre, è in carcere ma, a quanto risulta, il regime di detenzione non contribuisce a tenerlo lontano da violenza e guai, anzi…

Pittrice uccisa, il figlio sotto accusa trovato ferito in cella

Solo poche ore fa si è appreso infatti che l’uomo, accusato della morte violenta della madre insieme al padre e marito della vittima, è stato trasferito con urgenza dall‘istituto penitenziario di Teramo al carcere di Lanciano, nel quale si trova ristretto da giovedì sera. Un trasferimento improvviso eed eseguito con una sospetta sollecitudine, arrivato a stretto giro da una altro strano episodio che vede al centro della scena sempre Simone Santoleri. Come riporta, tra gli altri anche il sito del Messaggero in queste ore, «poco prima del provvedimento, l’uomo era stato portato al Pronto soccorso dell’ospedale in quanto, appresa la notizia, era stato trovato a terra ferito per aver sbattuto la testa contro le sbarre al reparto di accettazione del carcere di Castrogno provocandosi un trauma cranico».

L’uomo trasferito d’urgenza: la replica dei suoi difensori

Il trasferimento, disposto dal Pubblico Ministero Enrica Medori per motivi di sicurezza, è stato contestato dai difensori di Santoleri – gli avvocati Reitano e Carradori – che, in risposta all’atto hanno tempestivamente avanzato  una richiesta d’incontro con il magistrato per ricevere da lui chiarimenti in merito al cambio di carcere eseguito con urgenza. Di contro, fa sapere il quotidiano capitolino, «la dottoressa Medori ha ribadito i motivi di sicurezza, che sarebbero stati contenuti anche in alcune carte inviate al Riesame presso la Corte d’Appello de L’Aquila dove, il 19 aprile, dovranno comparire sia Simone che il padre Giuseppe». «Siamo riusciti a leggere le carte – hanno replicato a loro volta i due legali difensori e riferisce sempre il Messaggero – ma non abbiamo in verità trovato alcun elemento nuovo che potesse giustificare tale trasferimento, ma solo copie di vecchie intercettazione tra padre e figlio e tra Simone e la sua amica Cinzia, che sono state esaminate e rilette cento volte. Quindi, al momento, a nostro avviso, il motivo resta poco chiaro». Come poco chiara è l’interna vicenda, e poco limpidi i comportamenti dei suoi protagonisti…

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