Si può sbloccare lo smartphone col dito di un morto? I giuristi si dividono

24 Apr 2018 16:18 - di Laura Ferrari

Il dito di Linus F. Phillip rischia di diventare una caso etico e giuridico senza precedenti. Il pregiudicato 28enne è stato ucciso a Largo, in Florida, da un agente di polizia mentre cercava di scappare ed evitare una perquisizione. Quello che è successo dopo è diventato un tema di dibattito nazionale. Secondo quanto reso noto dal Tampa Bay Times, qualche giorno dopo due agenti del Dipartimento di Polizia locale sono andati alla veglia funebre e davanti ai parenti hanno chiesto di vedere il cadavere per poi cercare di sbloccare il suo dispositivo mobile con il dito dell’uomo, ormai senza vita. Il tentativo non sarebbe andato a buon fine, però.

Il dito di Linus per sbloccare lo smartphone

Come è stata argomentata la decisione choc della polizia locale? Secondo varie indagini effettuate dalla Polizia di Tampa, vari elementi hanno portato al coinvolgimento di Linus in un traffico di droga. Degli indizi chiave, secondo gli inquirenti, sarebbero stati memorizzati nello smartphone. Secondo la fidanzata di Philip, Victoria Armstrong, è stato compiuto un gesto irrispettoso che ha violato la sensibilità della famiglia e degli affetti del giovane.

Sbloccare col dito? Per gli inquirenti è meglio di una password

Oltre alla mancanza di restrizioni legali, infatti, il metodo delle impronte digitali semplifica le cose agli inquirenti. Permette cioè di non rivolgersi a società esterne per sbloccare uno smartphone, con costi tecnici non indifferenti. Secondo i giuristi americani, l’azione condotta sul dito di Linuys non è stata illegale ma certamente ha aperto una discussione sul suo valore etico. Al Tampa Bay Times, Remigius Nwabueze, professore associato alla facoltà di giurisprudenza di Southampton, ha spiegato come sarebbe stato più corretto ottenere prima l’autorizzazione di un giudice o quantomeno avvertire la famiglia. Perché la legge, secondo, Nwabueze «è più crudele nei confronti di chi è deceduto».

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