Gli aeroporti calabresi e le incognite sul futuro dei lavoratori del settore

3 Mag 2018 13:26 - di Gianfranco Turino

Riceviamo da Gianfranco Turrino e volentieri pubblichiamo:

Caro direttore,

Gli aeroporti  calabresi sono diventati i  dolenti mali  di questa nuova stagione delle inutili trovate per soluzioni che vanno a stridere con l’umanità collettiva.  Le società handling, sono miseramente finite tra i registri dei tribunali, dichiarate fallite per esaurimento delle scorte economiche. Chiuse, cancellate, finite a fare la “muffa” nel silenzio dei tempi.

Quale futuro per il Sant’Anna, il Tito Minniti,  i suoi lavoratori e per il Lamezia? 

Nel variegato panorama aeronautico spunta l’affermazione, del presidente ENAC, proteso a sollecitare la chiusura completa degli Scali di Crotone e Reggio perché, a suo avviso, inutili e dispendiosi, personaggio che prima di parlare dovrebbe studiare, in modo approfondito, la geografia della Calabria, invece di dettare pensieri e parole in libertà negativa. 

Lasciamolo  da parte, per preoccuparci invece dell’improvviso ritornello per la creazione di un altro “aeroporto”, ovvero il “Sibari Volante”. E’ un brutto tarlo che continua a rodere la mente e la gestione della politica regionale, come se la geografia fosse diventata un mosaico su cui giocare a proprio piacimento cercando di rilanciare interessi di parte e di campanile. Ci si consenta l’ironia: la Calabra ha tre aeroporti di cui due;Crotone e Reggio sono falliti per il crollo delle società di gestione che hanno fatto volare, in un ultima analisi, solo carte bollate, denuncie e registri in tribunale, il Lamezia guarda il suo bilancio,che fino ad oggi, nessuno ha ancora visto, sembra pesantemente in rosso cupo. Il Sibari day è il  pensiero di una cerchia di rappresentanti della politica in cerca di autore e di consensi, per realizzarlo  il preventivo di spesa di circa 22 miliardi delle vecchie lire in progetti giacenti nei cassetti dei partiti. L’ironia dei fatti è che  attualmente esiste una specie di pista in erba lunga 800 metri e larga 20, ha anche una sigla operativa CSSIB/WGS84, questi sono i misteri calabresi del trasporto aereo. 

Vorremmo ricordare ai cervelloni, aeronautici  da salotto, che esiste uno scalo internazionale, con proiezioni intercontinentali, come il Lamezia Terme posto nella piana con una congiunzione stradale efficiente e un nodo ferroviario a pochi km,forse è stato dimenticato nel marasma di veoler creare l’increabile, aeroporto che  nonostante la sua funzione attiva,  andrebbe  maggiormente potenziato su tutto lo scibile di collegamenti e di altro,sopratrtutto in materia di rapporti. Inoltre c’è ancora il Tito Minniti per l’aria dello stretto semi-funzionante  e il Sant’Anna completamente chiuso  per la zona sociale del Crotonese, pensiamo a queste situazioni cercando una logica per renderli funzionali al servizio di quelle zone in cui sono allocati.

Vogliamo, per caso, altre cattedrali nel deserto con le sue croci arruginite?

Noi contestiamo con forza  l’idea, invitando tutti coloro che continuano a fare voli pindarici di rimettere piedi a terra e guardare la Calabria per quello che è attualmente, senza inventare trovare che castrerebbero, ancora di più, l’inesistente economia della regione. 

(UGL Trasporto Aereo Calabria)

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